Economia

Intervista. Ginato: «Riforma Bcc in tempi brevi»

Lucca martedì 27 ottobre 2015
Il parlamentare Pd: «L’identità si difende molto meglio con l’unità» «Bisogna cercare di valorizzare ancora di più la biodiversità di questo mondo. Come? Trovando un punto di equilibrio tra le ragioni storiche della mutualità prevalente (e della reciprocità tra soci) e l’ampliamento delle possibilità di accesso al mercato di queste realtà in caso di crisi». Soprattutto per queste ragioni, Federico Ginato, deputato del Pd e membro della Commissione Finanze di Montecitorio, considera l’autoriforma delle Bcc un’opportunità da cogliere nel più breve tempo possibile. «Già il fatto che questa misura non sia rientrata in quella disegnata per le Banche popolari – aggiunge – è un aspetto molto positivo». Si riuscirà ad arrivare al varo del testo entro fine anno? Le condizioni per chiudere a stretto giro ci sono tutte. Non so se si riuscirà ad approvare l’autoriforma entro dicembre per il fatto che il Parlamento sarà impegnato con la legge di Stabilità. Ma se non sarà la fine del 2015, slitterà al massimo all’inizio del prossimo anno. Il vice ministro all’Economia, Enrico Morando, non ha escluso l’ipotesi di procedere con un ddl. In questo modo non si rischia di allungare troppo i tempi? Credo che la strada più breve ed efficace resti quella del decreto, anche perché poi ci sarebbe spazio e modo per discuterne comunque in Parlamento. Ma spetta al governo decidere come comportarsi. Si discute molto su due opzioni. Ovvero se il riassetto del sistema debba basarsi su una capogruppo unica o su più soggetti. Lei che cosa auspica? Ritengo sia prematuro affrontare questo tema prima ancora che ci sia un testo su cui poter fare analisi e valutazioni. Però, indipendentemente dalla scelta di creare o meno una super-holding e dalla dimensione del capitale sociale che si fisserà (si parla di un tetto di circa 1 miliardo di euro   ndr),  la cooperazione bancaria sarà forte solo se risulterà compatta. L’identità si difende molto di più con l’unità che con tante voci diverse. E in un contesto popolato da banche d’affari e finanza internazionale, non è consigliabile dividersi in varie rappresentanze. L’impianto della bozza può funzionare? Da quello che conosciamo finora stiamo già in uno stadio avanzato e l’impostazione di base mi pare che porti verso una modernizzazione del sistema senza far perdere le peculiarità principali di tali realtà. Tutti i soggetti coinvolti stanno mostrando la volontà di trovare un accordo sui punti chiave. Ecco perché non vedo ostacoli che possano impedire un  iter rapido. È possibile che il provvedimento passi con una maggioranza più larga di quella di governo? Parliamo di banche di credito cooperativo, ovvero di realtà fondamentali per i territori in cui sono, in quanto danno ossigeno all’economia reale sostenendo famiglie e imprese. Ecco perché mi auguro che anche nelle forze d’opposizione prevalgano il buonsenso e l’obiettività sui calcoli esclusivamente politici.