Il vertice. G7: dichiarazione comune sul terrorismo
Dichiarazione contro il terrorismo
Al centro della prima giornata siciliana la lotta al terrore. I sette leader del G7 hanno firmato la dichiarazione contro il terrorismo, con grande soddisfazione della premier britannica. "Grazie, grazie - ha ripetuto Theresa May -. Grazie per il sostegno dimostrato al Regno Unito di fronte al terribile attacco di Manchester. "Credo sia importante dimostrare questa determinazione, di tutti i paesi, per combattere il terrore e tutelare i nostri cittadini". La May è poi rientrata in Inghilterra.
La dichiarazione contro il terrorismo porta "al rafforzamento della cooperazione tra le 7 maggiori economie del mondo occidentale su diverse questioni, dalla collaborazione informativa all'impegno dei leader per far promuovere dai grandi internet service dei provider un impegno nei confronti di quello che circola in rete che spesso amplifica gli atti di terrorismo", ha detto il premier Paolo Gentiloni alla stampa.
Divergenze sul clima
Uno dei punti di maggiore attrito è quello dell'ambiente. Gli Stati Uniti di Trump ritengono che l'intesa di Parigi rappresenti un danno per la loro economia. Ben diversa la posizione tedesca: "Noi non condividiamo l'opinione di chi pensa che l'impegno ai cambiamenti climatici rappresenti un danno per la crescita". Lo ha ribadito un portavoce del ministero dell'ambiente tedesco, Nikolai Fichtner, commentando la discussione in corso al G7 di Taormina. "Berlino - ha proseguito - farà di tutto per spingere affinché gli Usa restino nell'accordo di Parigi".
Il cardinale Bassetti ai grandi: pensate ai piccoli
"Ai grandi della Terra dico: prego intensamente per voi, pensate ai piccoli. Perché chi ha grandi responsabilità deve pensare prima di tutto alla nostra gente". Lo dice il presidente della Cei, il cardinale Gualtiero Bassetti, auspicando che dal G7 di Taormina giungano risposte "sulla salvaguardia del creato, sulla pace, il più grande dono, e sulla giustizia sociale, che alla pace è strettamente collegata".
La Caritas italiana: dare un segno di speranza ai poveri
"Viviamo in un mondo segnato dalla rabbia e dalla paura. L'economia, la politica, la società sembrano caratterizzarsi per fenomeni di carattere "espulsivo". Bisogna costruire una risposta basata sul concetto di "sviluppo umano integrale", di tutto l'uomo, di tutti gli uomini; e da una forte alleanza tra l'essere umano e il creato, la sua casa comune": è quanto si legge in un dossier di Caritas Italiana, pubblicato in occasione del vertice del G7.
Nel documento si ripercorre l'impegno e la fatica della comunità globale nell'elaborare alcune risposte concrete: gli Accordi di Parigi sul Clima e gli Obiettivi per lo Sviluppo Sostenibile. "Si tratta ora (con il G7, il G20 e gli altri appuntamenti internazionali in agenda) di dare corpo agli impegni, mettendo in pratica quanto previsto per affrontare le questioni che affliggono il pianeta. È necessario dare un segno di speranza ai poveri, a coloro che sono colpiti da guerre e carestie, cambiamento climatico, crisi economica" si legge nel dossier.
"La solidarietà - si legge ancora nel dossier - non orienta più l'azione comune degli Stati, disincentivando ogni forma di assunzione solidale di responsabilità per affrontare i problemi che riguardano l'Europa e l'Ue in particolare. Questo è emerso in occasione della grave crisi umanitaria determinata dall'afflusso di richiedenti asilo e migranti soprattutto dal Medio Oriente o dall'Africa subsahariana, che ha visto reazioni diverse e talora scomposte da parte degli Stati europei, che ha scatenato gli impulsi xenofobi, dando forza a formazioni politiche nazionaliste, che speculano sulla paura dell'altro, dove l'altro non è solo il migrante, possibile terrorista, ma anche il vicino europeo".
La mattinata
Una breve cerimonia inaugurale, poi la foto di famiglia. Al teatro Greco di Taormina è iniziato ufficialmente il G7 con il premier italiano Paolo Gentiloni a fare gli onori di casa. Ad uno ad uno i capi di governo sono arrivati sul palco per la stretta di mano di rito. Ma all'appello mancava il presidente Trump, che è arrivato con dieci minuti di ritardo. Il vertice, che è stato preceduto da una serie di incontri bilaterali, si preannuncia difficile con divergenze sui temi caldi dei cambiamenti climatici e del commercio internazionale. E anche sul contrasto al terrorismo, dopo l'attentato di Manchester, si sono aperte le prime crepe.
L'Europa in prima linea: G7 difficile, puntiamo ad unità
"Non c'è dubbio che è il più difficile dei G7". Così Donald Tusk, presidente del Consiglio Ue, in una conferenza stampa prima dell'inizio dei lavori. Tusk ha evidenziato divergenze nelle posizioni su clima, commercio, sicurezza promettendo che "la Ue farà di tutto per un'accordo" e lavorerà per l'unità. Tusk ha auspicato unità sull'Ucraina e sulle sanzioni alla Russia. Riflettori puntati anche sulla Siria: la "fine delle brutalità" deve essere l'obiettivo della comunità internazionale. "Per noi l'accordo di Parigi è da applicare interamente" ha detto il presidente della Commissione Ue Jean-Claude Juncker invitando Trump a rispettarlo. Anche il premier Gentiloni in un video messaggio ha detto che "non sarà un confronto semplice" ma dal quale ci si attende dei risultati. "Sul terrorismo e sicurezza faremo una dichiarazione importante" e si affronteranno i temi del "cambiamento climatico, dei grandi flussi migratori e del commercio mondiale" ha aggiunto Gentiloni.
I nodi da sciogliere dal clima al commercio
Sul clima il presidente Trump sembra intenzionato a non mollare nonostante gli appelli che gli sono arrivati da più parti. E' convinto che l'accordo di Parigi sui cambiamenti climatici costi troppo e vuole avere le mani libere. Al suo ritorno negli Usa dovrebbe annunciare il ritiro dall'accordo. Il presidente francese Macron invece lo ritiene indispensabile. Resta aperta anche la questione del commercio internazionale con la Ue e il Giappone decisi a ribadire il ruolo chiave degli scambi multilaterali che mal si conciliano che i venti protezionistici che spirano dagli Usa. Per l'Italia centrale è la questione dei migranti. Il messaggio da far passare riguarda soprattutto la questione libica: serve uno sforzo congiunto per risolvere quello che per il governo Gentiloni è un elemento di instabilità globale. Quanto al terrorismo a Londra non sono piaciute affatto le fughe di notizie sull'attentato di Manchester da parte degli Stati uniti. Theresa May lo ha già detto chiaro e tondo a Donald Trump e oggi ribadirà il concetto.
Il programma di oggi: politica estera e crescita sostenibile
Dopo una passeggiata in centro per ammirare il panorama e le frecce tricolori i sette Grandi inizieranno a confrontarsi nella colazione di lavoro dove si parlerà di politica estera e la sicurezza. Rimbalzerà quindi subito sul tavolo il terrorismo. E di questi temi si proseguirà a parlare anche nella prima sessione dei lavori con i leader riuniti insieme ai vertici Ue. La sessione che verrà dopo, invece, sarà dedicata all'economia e alla crescita sostenibile. E quella sarà l'occasione per entrare nel merito di alcuni dei nodì più spinosi del vertice di Taormina: dal clima al commercio internazionale, prima di sospendere i lavori per il programma serale. Tutto di alleggerimento tra il concerto della Filarmoncica della Scala di Milano e la cena offerta dal presidente della Repubblica, Sergio Mattarella.
May: fare pressione sui colossi del web per lotta al terrore
Fare pressione sulle multinazionali del web per individuare ed eliminare dalla rete contenuti che incitano al terrorismo. Questo chiederà Theresa May ai leader del G7, secondo quanto riferiscono fonti britanniche. A pochi giorni dall'attentato di Manchester, per la premier del Regno Unito la priorità assoluta è la lotta al terrorismo nella convinzione che sul fronte della prevenzione i giganti della Silicon Valley non si siano impegnati abbastanza. La convinzione della May è che proprio alla luce della strage al concerto di Ariana Grande ileader mondiali prenderanno una posizione più dura verso le multinazionali del web.
A Taormina il G7 numero 43, il quarto senza la Russia
Città blindata e diecimila agenti pronti a vigilare sulla sicurezza dei grandi. Il summit si tiene in Sicilia non a caso: sull'isola sbarcano infatti migliaia di migranti salvati nel Mediterraneo centrale. E' per questo motivo che il governo italiano, per tenere viva l'attenzione mediatica mondiale sull'emergenza immigrazione, ha deciso lo scorso anno, di spostare da Firenze a Taormina il vertice. Oggi e domani qui si riuniranno i capi di governo di sette dei paesi più industrializzati al mondo: Stati Uniti, Giappone, Germania, Regno Unito, Francia, Italia e Canada. Quello che si svolgerà a Taormina sarà il 43esimo G7: il quarto da quando la Russia è stata esclusa nel marzo del 2014, in seguito all’invasione dell’Ucraina.
Chi partecipa
La riunione sarà guidata dal presidente del Consiglio italiano Paolo Gentiloni. Gli altri leader presenti sono il primo ministro del Canada Justin Trudeau, il presidente Usa Donald Trump, la cancelliera tedesca Angela Merkel, la prima ministra britannica Theresa May (che stasera rientrerà a Londra per via dell'emergenza terrorismo), il primo ministro giapponese Shinzo Abe, il nuovo presidente della Repubblica francese Emmanuel Macron, successore di Francois Hollande all’Eliseo. Per l’Ue partecipa il presidente della Commissione europea Jean-Claude Juncker e il presidente del Consiglio europeo Donald Tusk. Quattro i leader che sono al G7 per la prima volta: Gentiloni, May, Trump e Macron.
La sicurezza
A vigilare su Taormina ci saranno diecimila tra poliziotti, carabinieri, finanzieri e militari (con un contingente aggiuntivo di 2.900 militari). Il governo, con un emendamento alla manovra, ha stanziato 5,3 milioni di euro. La macchina della sicurezza è in moto da tempo. Lo scorso 10 maggio è scattata la sospensione di Schengen con il ripristino dei controlli alla frontiera. In vigore anche l'indicazione di non far attraccare in Sicilia le navi che trasportano migranti, per non gravare le forze di polizia impegnate nella sicurezza del vertice. La balneazione sarà consentita solo entro i 50 metri dalla costa. Il modello di ordine pubblico sarà lo stesso utilizzato per le celebrazioni dei Trattati di Roma.
Taormina blindata
La città e i paesi limitrofi sono off-limits tranne che per i residenti e per gli addetti ai lavori. Le zone interessate dal summit sono state divise in due aree: "area ad accesso riservato" (accessibile solo per i residenti) e "zona di massima sicurezza". In entrambe le zone ci saranno limitazioni sino alla mezzanotte del 27: non si potrà parcheggiare, potranno entrare solo i pedoni. Per entrare si passa da metal detector come quelli degli aeroporti. Allerta massima e restrizioni anche nei porti e nel mare davanti a Taormina, dove dovrebbe piazzarsi una portaerei statunitense.
Il 27 la manifestazione No G7
Sabato pomeriggio a Giardini Naxos è prevista una manifestazione "NoG7". Il prefetto di Messina Francesca Ferrandino, nei giorni scorsi aveva escluso motivi per vietarla. Sono previsti circa tremila manifestanti, nei giorni scorsi ci sono stati alcuni "fermi preventivi" nei confronti di alcuni militanti nell'area antagonista. Ma i commercianti sono lo stesso molto preoccupati. Uffici e negozi saranno chiusi, molti commercianti hanno sprangato le vetrine con tavole di legno per paura di atti di vandalismo.
Il programma di domani e il documento finale
Domani mattina i lavori riprenderanno con la prima sessione dedicata all'Africa, allo sviluppo e l'innovazione del continente. Il confronto sarà allargato ai paesi 'outreach' (presenti i leader di Etiopia, Nigeria, Kenya, Niger e Tunisia). Per poi passare ad approfondire le questioni dell'immigrazione, della sicurezza alimentare e delle parità di genere. Concluderà ufficialmente i lavori, sempre domani, il pranzo che, prima delle conferenze stampa finali (alle 15 è prevista quella del premier Gentiloni), vedrà i Grandi della Terra affrontare, più in generale, le relazioni globali, tornando anche sui temi economici e del commercio. Con i leader, partecipano ai lavori, anche i rappresentanti dell'Unione Africana, la Banca Africana per lo sviluppo, l'Ocse,l'Onu, l'Fmi e la Banca Mondiale. Al termine della discussione, i sette paesi membri produrranno una dichiarazione congiunta, in cui vengono riassunte le conclusioni dei lavori. Di solito questi comunicati sono piuttosto vaghi: già annunciata una dichiarazione congiunta sul terrorismo.