Economia

I numeri. I ladri d'auto? Sono diventati chirurghi

Alberto Caprotti sabato 5 agosto 2017

I furti di automobili in Italia sono in calo, ma cresce il numero delle vetture che non vengono più ritrovate. E soprattutto aumentano in maniera esponenziale le sottrazioni di componenti di valore all'interno dell'abitacolo del veicolo: l'auto intera insomma interessa sempre meno ai ladri, che si stanno specializzando invece nei furti “parziali”. In attesa dei dati relativi all'anno in corso, quelli disponibili segnalano una tendenza ormai consolidata: nel 2016 sono state rubate 108.090 auto (compresi furgoni e fuoristrada) pari ad una diminuzione del 5,28% rispetto all'anno 2015 (114.121) che registrava già un importante calo rispetto al 2014 del 5,29%.

Numeri alla mano però il parco autoveicoli rubati negli ultimi dieci anni (2007-2016) e di cui si sono perse le tracce ammonta a 669.795 unità: oggi meno della metà dei veicoli sottratti ai legittimi proprietari fa ritorno a casa. Il business dei furti è invece sempre più organizzato e al passo con i tempi e, grazie al supporto delle nuove tecnologie, riesce a colpire in maniera mirata ed efficace: se il recupero da parte delle forze dell'ordine non avviene entro le prime 36 ore dal furto, le possibilità di ritrovare la vettura si riducono drasticamente. Lazio e Campania, con tassi di recupero rispettivamente al 32% e 33%, si confermano le aree più a rischio di furto (23.000 e 17.630 episodi registrati) e, al contempo, in cui è più difficile rinvenire le auto sottratte. Proprio la Campania lo scorso anno ha registrato un consistente, ulteriore calo dei recuperi di veicoli rubati (-10%, da 8.468 a 7.602 veicoli), a testimonianza di un business sempre più strutturato e in grado di sfuggire ai controlli. Infine, non si discostano in modo significativo dalla media nazionale dei recuperi (44%), i tassi registrati in Sicilia (42%), Lombardia (46%) e Puglia (46%).

Per avere un'idea complessiva su questo tema, ai tradizionali dati sui furti dei veicoli vanno oggi aggiunti quelli relativi a un'altra redditizia attività che negli ultimi 2-3 anni ha registrato una crescita considerevole: i cosiddetti furti parziali, ovvero le sottrazioni di componenti di valore all'interno dell'abitacolo del veicolo; un'attività criminale che negli anni '80 e '90 prendeva di mira principalmente l'autoradio e che oggi provoca danni che raggiungono diverse migliaia di euro. I componenti più ambiti dai ladri si confermano i navigatori satellitari. Queste sottrazioni, da una parte, alimentano il mercato nero dei pezzi di ricambio e, dall'altra, consentono ai ladri di entrare in possesso di sofisticati microprocessori, molto potenti e veloci. Ingenti sono i danni prodotti dalla singola sottrazione del dispositivo che, a seconda del veicolo, ha un costo che si aggira sui 7-8.000 euro. Il fenomeno coinvolge molto spesso le vetture a noleggio e vede soprattutto nei modelli BMW e Volkswagen i veicoli più colpiti.

Ma i furti di componenti non si fermano qui. Un trend più radicato nel tempo riguarda le sottrazioni di pneumatici nuovi, uno più recente sta colpendo particolarmente le vetture in car sharing e riguarda gli attuatori della frizione delle Smart, un componente molto ricercato e che spesso è oggetto di sostituzione per guasto che si trova nel motore e che pertanto può essere sottratto con estrema facilità, svitando pochi bulloni e senza dover entrare nell'abitacolo della vettura. Al passo con la graduale diffusione delle vetture a basse emissioni, si segnalano anche i primi casi di vetture ibride rubate e poi ritrovate senza le preziose e costose batterie di ricarica. Infine, ad attrarre le attenzioni del business dei pezzi di ricambio ci sono i fari con luci a led (alle mani esperte occorrono solo 30 secondi per estrarli) e i volanti multifunzione (valore di circa 2.000 euro).