MISURE ANTICRISI. La giustizia entra nel pacchetto crescita Fornero: ridurre le tasse in busta paga
Stamattina l’atteso Consiglio dei ministri dedicato alla crescita farà un’operazione di sfoltimento: solo alcune misure passeranno il vaglio e saranno inserite in un’agenda che arriva sino a dicembre. Il premier spinge su un capitolo che ritiene decisivo: la giustizia. Il tema è stato tenuto volutamente nascosto dall’esecutivo sino a ieri, ma oggi esploderà in tutta la sua urgenza: per attirare investitori internazionali occorre chiudere il ddl anti-corruzione che contiene i dettami Ue sulla materia, poi informatizzare il sistema giudiziario per sfoltire l’arretrato civile, accelerare gli iter dei processi e alleggerire il sistema penale, introducendo nuovi criteri per punizioni alternative al carcere. Per qualche ora si è ipotizzato anche un intervento sul conflitto d’interessi, dalle inevitabili ricadute politiche con Berlusconi, poi Palazzo Chigi ha smentito seccamente. Il capitolo è comunque delicato, e rischia di surriscaldare un clima già torrido per la recente ridefinizione della mappa dei tribunali (sulla quale oggi si torna).Si annuncia una seduta lunghissima (si inizierà con una relazione del ministro dello Sviluppo, Passera), in cui occorrerà affrontare "fuori sacco" anche le ripercussioni sociali del caso-Ilva (si finirà in cassa integrazione?), le ripercussioni sui conti di una nuova proroga fiscale per le zone terremotate, la questione del taglio alle detrazioni fiscali (necessario per evitare del tutto l’aumento Iva), il piano anti-debito del ministro Grilli basato sulle dismissioni, i dossier dei consulenti Giavazzi e Amato per ridurre gli incentivi (anche locali) alle imprese e alla politica, i dettagli del piano per ridurre i dipendenti pubblici, il "decretone-omnibus" della sanità.Marco Iasevoli
Fornero: più lavoro per i giovani, meno tasse in busta paga«Meno tasse sul lavoro». Anche Elsa Fornero vuol dire la sua sul piano per la crescita che approda oggi in Consiglio dei ministri. Non è, il suo, un vero e proprio piano, chiarisce, ma «una serie di azioni da mettere in campo». Il ministro, in una intervista a "Radio anch’io", aveva già anticipato l’intenzione di abbassare le tasse sul lavoro, ma a parità di gettito. «Sono troppo alte, domani (oggi per chi legge, ndr) in Cdm chiederò di ridurle e mi confronterò con gli altri colleghi», chiarisce. Non c’è ancora un provvedimento da mettere nero su bianco. Allo studio anche misure per favorire l’imprenditorialità giovanile e per l’apprendistato (ma «nulla di eclatante», precisa, saranno interventi «mirati, territoriali»). In arrivo anche una «iniziativa duale» concepita nientedimeno che con la Germania, col ministro del Lavoro Ursula von der Leyen: «Stiamo cercando aziende sia in Italia che in Germania, vorremmo partire entro ottobre e lanciare il piano a Napoli – rivela –, avrebbe un alto valore simbolico». Misure in cantiere anche per l’occupazione femminile: «Stiamo sprecando generazioni di donne», dice. Angelo Picariello
Scatta l'allarme cassa integrazioneNella migliore tradizione dei Consigli dei ministri dedicati alla crescita, il tavolo del governo tremerà quando prenderà la parola il responsabile del Tesoro Vittorio Grilli. È lui che ha la borsa sotto mano. Due, in particolare, sono gli allarmi che l’inquilino di via Venti Settembre lancerà oggi a beneficio dei colleghi che più si sono spesi, in questi giorni estivi, nell’annunciare misure per lo sviluppo (Fornero e il viceministro Ciaccia gli ultimi in ordine temporale). Il primo: per recuperare i 6 miliardi di euro necessari a sterilizzare definitivamente l’aumento Iva occorre chiudere la partita delle deduzioni e detrazioni fiscali, andando a intervenire su una giungla di agevolazioni che vale, nel complesso, 200 miliardi. Il secondo: se il 2013 dell’economia reale dovesse configurarsi difficile come il 2011 e il 2012, ci potrebbe essere un boom della cassa integrazione in deroga tale da richiedere circa 2-3 miliardi aggiuntivi rispetto a quanto già stanziato dall’esecutivo nell’ambito del bilancio annuale e in sede di copertura della riforma del lavoro (8 miliardi in tutto per garantire il passaggio graduale - sino al 2016 - dal vecchio regime della mobilità alla nuova Aspi e per coprire le emergenze).Monti è consapevole che, per l’ennesima volta, la coperta è corta. E la domanda ricorrente al Tesoro è questa: cosa succederebbe ai "sogni di sviluppo" se - sono esempi, ma non troppo - i colossi Ilva e Fiat dovessero ricorrere agli ammortizzatori sociali? Perciò Grilli, nelle ultime ore, ha avuto consultazioni frenetiche con il suo sottosegretario Vieri Ceriani (titolare del dossier-fisco) e con il supercommissario per la revisione della spesa Enrico Bondi. Sotto la loro lente c’è, in pratica, l’intero "welfare fiscale". Si ragiona su tutto, anche su strette riguardanti le pensioni di invalidità, nonché su un’accelerazione del progetto di revisione del ticket cui lavora il ministro della Salute Renato Balduzzi. La stella polare dovrebbe comunque essere la "difesa" dei benefit per la famiglia.Sul fronte degli ammortizzatori sociali, dalla Cisl ammettono che sarebbe prudente tenere da parte un "tesoretto" che permetta di fare fronte ad emergenze legate sia ai grandi gruppi industriali, sia alle piccole-medie imprese che non accedono al regime tradizionale della mobilità, della cassa ordinaria e di quella straordinaria. Una cifra (2 miliardi circa la stima) che non servirebbe se ci fosse almeno una lieve inversione del Pil. Ma il fatto che a luglio ci sia stata un’impennata delle richieste di cassa integrazione rispetto al mese precedente e rispetto allo stesso periodo dello scorso anno non fa ben sperare. In più si aggiunga l’incognita delle regioni: sino al 2012 hanno co-finanziato circa il 40 per cento della cassa in deroga. Ma cosa faranno per il 2013 dopo aver subito nuovi tagli dalla spending review? (M.Ias.)