Kenya. Fokam, il magnate che investe sul futuro dei giovani africani
«È ricco colui che guadagna 100 franchi e ne spende 99». Questo è uno dei motti del magnate camerunese Paul Kammogne Fokam, tra i più importanti banchieri del continente africano. La stampa locale lo definisce a volte «creatore di ricchezza», altre «produttore d’idee». A settant’anni il suo impero continua ad espandersi, non solo in Camerun e in altri Stati africani, ma anche in Asia e Europa. «A Fokam si deve la tesi secondo cui il settore informale (per 'settore informale' la teoria economica intende tutta la parte dell’economia che non è regolamentata da norme legali o contrattuali, ndr) non è una fatalità – scrive l’editorialista camerunese Franklin Kamtche –, ma piuttosto l’anticamera dei capitani dell’industria del domani».
Nato a Boukué, nella regione occidentale del Paese, Fokam ha studiato per anni in Francia. Prima si è diplomato in Gestione economica a Parigi e poi ha sostenuto il dottorato in Scienze della gestione all’Università di Bordeaux. All’età di 28 anni era già consigliere del direttore d’agenzia presso la Cameroon Bank. Nel 1987 fonda invece la Cassa di risparmio comune e investimento (Ccei-Bank), meglio conosciuta come Afriland first bank (Afb), da cui nascerà in seguito l’Afriland first group.
In poco tempo, Fokam è a capo di una delle più importanti reti di micro- finanza in Camerun, mentre la Afb si espande, costruendo filiali in diversi Paesi del continente. Grazie alla sua vasta esperienza professionale, nel 1993 il banchiere camerunese diventa professore associato presso l’Istituto tecnico della banca per il conservatorio nazionale delle arti e dei mestieri a Parigi. «Personalità come quella di Fokam colgono tutte le opportunità di fare affari anche nei settori più improbabili per un banchiere», affermano gli esperti. Dal settore farmaceutico a quello agro- industriale, dalla sicurezza all’editoria, dall’immobiliare alla logistica, Fokam è un imprenditore dagli interessi tentacolari.
«Il suo 'cavallo di Troia' è la Società africana della partecipazione (Sapa) – sostiene chi lo conosce –. Una sorta di club a capitale privato fondato nel 1990 e che possiede un portafoglio legato ad almeno dieci differenti piccole e medie imprese di vario genere». Tra gli investimenti della Sapa, per esempio, c’è la Società africana d’assicurazioni e riassicurazioni (Saar), controllata al 51,2% dal magnate camerunese. Nel 2008, inoltre, il banchiere camerunese ha lanciato anche una televisione su Internet chiamata Vox Africa. Durante gli ultimi anni, Paul Fokam ha invece investito molto nelle future generazioni. Ha fondato l’università privata PKFokam Institute of Excellence nella capitale camerunese, Yaoundé, e l’anno scorso ha istituito un premio biennale per le migliori menti del continente. «Con il premio 'PKFokam per la scienza e la tecnologia' voglio promuovere la ricerca applicata in Africa e l’innovazione nel commercio», aveva dichiarato davanti agli alunni dell’istituto durante il suo discorso annuale.
Promotore di più strette relazioni commerciali tra gli Stati africani, invece che tra l’Africa e l’Europa, Fokam ha più volte espresso le sue perplessità rispetto ai controversi Accordi di partenariato economico (Epa) voluti dall’Unione europea nei confronti dell’Africa sub-sahariana. Anche per questo il più noto banchiere del Camerun sta lanciando un’altra importante iniziativa per aumentare i legami economici tra gli africani. «Presto renderò disponibili delle borse di studio per la ricerca digitale – ha recentemente annunciato Fokam –. Voglio creare una piattaforma online più efficiente, dove ricercatori, sponsor e investitori possono collaborare allo sviluppo del nostro continente».