Economia

ROMA. Finanziaria, vince Tremonti: le tasse non scendono

Eugenio Fatigante giovedì 26 novembre 2009
Restano fuori dalla Finanziaria le riduzioni parziali dell’Irap e dell’Irpef, la tassazione secca sugli affitti e - al momento - il rinnovo della rottamazione per le auto. Sì invece a misure per la sicurezza, la giustizia e gli enti locali, al pacchetto sul lavoro del ministro Sacconi, a 500 milioni per le carceri e al finanziamento 2010 del 5 per mille al Terzo settore e dei libri gratis nella scuola dell’obbligo, fino a maggiori fondi per le scuole paritarie e a quelli per il ponte sullo Stretto. Ha aperto una "finestra" di soli 4 miliardi, quelli attesi dallo scudo fiscale (che andranno a "ingrossare" la legge all’esame della Camera), la consulta economica del Pdl che si è tenuta ieri, nel giorno del nuovo round dello scontro di Renato Brunetta contro Giulio Tremonti. Lui «non è un economista, io sì», ha affermato il ministro della Pubblica amministrazione per rivendicare, dopo la "supremazia rigorista" ribadita martedì da Tremonti, che «anche nel rigore si può fare sviluppo, io queste cose le conosco, sono altri gli Stranamore dello sviluppo». Ma un altro ministro, Altero Matteoli (Infrastrutture), ha dato ragione a Tremonti: «Nulla di nuovo, il presidente del Consiglio ha già risposto». La tensione sulla Finanziaria resta alta, però. Tremonti voleva che fosse quest’anno un provvedimento "leggero": non sarà proprio così, per ora comunque la sua linea sembra resistere. Tutti vogliono lasciare un’impronta sulla legge. E Tremonti si sforza di contemperare le diverse esigenze, puntando a fare il grosso del lavoro in commissione, anche per venire incontro all’appello lanciato dal presidente della Camera, Fini: «Serve subito un testo condiviso, che non sia ulteriormente stravolto in aula perché non è più tempo di assalti alla diligenza», è stato il succo del suo ragionamento esposto alla consulta. Un’opera diplomatica che il ministro continuerà a tessere oggi in commissione Bilancio, presenziando ai lavori mattutini. Dopodiché la maggioranza farà un ulteriore punto in una riunione "allargata" anche a Lega e Mpa. Tutti i partecipanti alla riunione (c’erano i coordinatori La Russa e Bondi, i capigruppo Cicchitto e Gasparri più il relatore Massimo Corsaro e il presidente della commissione Bilancio, Antonio Azzollini) hanno riferito di un clima costruttivo. La manovra, secondo la formula coniata da La Russa, uscirà da Montecitorio «rispettosa del Parlamento, ma naturalmente con un indirizzo deciso dal governo». La scelta fatta è di privilegiare «misure strutturali», ma di costo limitato rispetto a interventi di forte impatto che saranno rinviati invece al 2010, tutto dipenderà dall’andamento dei conti. È il caso delle misure ipotizzate per Irap, Irpef e per gli affitti. Il problema da definire in queste ore è infatti quello di far rientrare il maggior numero di modifiche possibili, senza sforare i 4 miliardi disponibili. «Certo che ci sono anche altri temi, ma non si può far tutto ora», ha commentato Corsaro. Peraltro un miliardo se ne andrà in blocco per le misure sociali predisposte da Sacconi. Servirà a potenziare i sussidi per i collaboratori precari e per gli ultra 50enni, oltre a confermare lo sgravio per i premi aziendali. Verranno poi finanziati nuovi accordi di programma con le Regioni per progetti di edilizia nella sanità. Per la giustizia il relatore ha confermato che non cambierà la norma sulla vendita dei beni immobili confiscati alla mafia, mentre sarà previsto il ricambio per le forze dell’ordine e i vigili del fuoco: per ogni uscita ci sarà una nuova assunzione. Nuovi strumenti saranno messi in campo per le imprese: dal potenziamento del Fondo di garanzia per le Pmi, al credito d’imposta per la ricerca, fino al ritorno della Banca per il Mezzogiorno. All’Ambiente dovrebbero andare i fondi contro il dissesto geologico promessi alla Prestigiacomo. Sarà infine prorogato il versamento di tributi e contributi per i terremotati dell’Abruzzo. Queste sono le premesse. Da oggi si vedrà.