Progetti. La finanza sostenibile è pronta alla sfida del Recovery fund
Una pala eolica offshore nel Regno Unito: molto del Pnrr italiano punta a espandere la capacità di produzione di energia rinnovabile
Disponibilità elevata a investire anche attraverso partenariati pubblico-privato. E grande attenzione già ora a sostenere i settori-chiave su cui impostare la ripresa post-pandemia nella prospettiva della sostenibilità: in particolare le energie rinnovabili, ma anche l’innovazione e la digitalizzazione delle imprese, l’efficienza energetica e la riqualificazione degli edifici. Sono alcuni dei principali risultati emersi dall’indagine svolta fra i propri soci dal Forum per la Finanza Sostenibile (FFS) in riferimento al Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (PNRR) del governo. L’obiettivo era comprendere quali sono, nel quadro delle priorità indicate dal governo, le maggiori sfide e opportunità agli occhi dei principali operatori finanziari italiani impegnati a integrare nel proprio operato principi e criteri di sostenibilità sociale e ambientale, o Esg.
L’indagine è stata presentata nei giorni scorsi in un webinar a cui hanno partecipato fra gli altri il professor Leonardo Becchetti (ordinario di Economia politica all’Università di Roma Tor Vergata, editorialista di Avvenire e Massimo Beccarello (vice-direttore area Politiche industriali in Confindustria). E già il tasso di risposta particolarmente elevato (73%) è indicativo di quanto la comunità finanziaria italiana complessivamente intesa abbia messo nel mirino sia la sostenibilità in generale, che è oggi il tema di gran lunga più caldo per la finanza a livello mondiale, sia le macro-aree individuate come prioritarie dal PNRR per una ripresa all’insegna del cosiddetto "build back better". Cioè non di un ritorno a una "normalità" precedente la pandemia, che di fatto ha permesso il suo verificarsi, ma di un deciso salto in avanti capace di affrontare le sfide del futuro, crisi climatica in primis.
Le energie rinnovabili, come accennato, sono in cima alle priorità degli investitori: vi investe l’82% dei rispondenti; il 78% investe in innovazione e digitalizzazione delle imprese; il 74% in efficienza energetica del patrimonio immobiliare. Ma nel prossimo triennio è diffusa l’intenzione di allocare investimenti sostenibili anche verso economia circolare, mobilità sostenibile, agroalimentare sostenibile.
Particolarmente interessante il dato sulla disponibilità degli operatori finanziari a non fare, come dire, da soli, ma a investire in collaborazione con le amministrazioni pubbliche. Anche perché in molti lo hanno già fatto: il 78% attraverso strumenti di private equity; il 61% attraverso private debt; il 33% con linee di credito a condizioni agevolate e con garanzia pubblica. Per il triennio 2021-2023, quasi i due terzi degli interpellati (64%) dichiarano di avere in programma o di valutare la possibilità di sostenere progetti sostenibili attraverso partenariati pubblico-privato.
Per farlo, auspicano tuttavia che si possano registrare dei progressi su una serie di elementi che ritengono fondamentali per essere messi nelle condizioni di partecipare attivamente al rilancio sostenibile del nostro Paese, a cominciare ovviamente dalle sei aree di missione in cui il PNRR è articolato. Si tratta in particolare, in ordine di priorità, di: identificazione di indicatori e strumenti di valutazione e misurazione dell’efficacia degli interventi; definizione di una governance trasparente nella gestione delle iniziative; rilevanza da assegnare ad indicatori riferiti agli Obiettivi di Sviluppo sostenibile (o SDGs, Sustainable development goals) lanciati dalle Nazioni unite nel 2015.
«La lunga esperienza delle organizzazioni che si occupano di finanza sostenibile – è il commento di Francesco Bicciato, Segretario generale di FFS – può aiutare il governo a potenziare progetti concreti e innovativi come quelli legati alla mobilità sostenibile, all’economia circolare, all’efficienza energetica. In questa direzione un contributo importante può essere dato ai comitati costituiti dai ministeri della Transizione ecologica e delle Infrastrutture e trasporti».
La finanza sostenibile, insomma, è pronta a fare la sua parte. Attende di essere coinvolta e attivata.