Economia

AUTO. Fiat, sede negli Usa? «Non è all'ordine del giorno»

giovedì 16 maggio 2013
​L'amministratore delegato della Fiat Sergio Marchionne starebbe valutando di trasferire negli Stati Uniti il quartier generale del gruppo dopo la fusione con Chrysler. È quanto scrive l'agenzia Bloomberg citando in modo anonimo persone vicine al dossier, precisando tuttavia che non è stata ancora presa alcuna decisione al riguardo e comunque ci sarebbero altre opzioni oltre a Torino e Stati Uniti per il quartier generale.Nessuna decisione finale in materia è stata presa, hanno però aggiunto le fonti, e tante differenti opzioni rimangono al vaglio. L. Brooks Patterson, capo del Consiglio della Contea di Oakland, dove ha sede Auburn Hills, la città che ospita il quartier generale di Chrysler, lo scorso anno ebbe un incontro di affari con Marchionne nel quale fu sollevata l'idea per la prima volta, scrive Bloomberg. "Se la cosa si concretizza, e spero accada, è una buona notizia", ha poi dichiarato Patterson, in un'intervista: "Accrescerebbe l'intera immagine della Motor City, per noi sarebbe davvero un grande slam".FIAT: IL TRASFERIMENTO DELLA SEDE IN USA NON È ALL'ODGLa Fiat non sta pensando all'ipotesi di trasferire la sede legale della società negli Stati Uniti: "Questo argomento, più volte trattato nell'ultimo anno dai media di tutto il mondo, non è all'ordine del giorno come recentemente ha ricordato l'amministratore delegato della Fiat, Sergio Marchionne", afferma un portavoce della Fiat. "Ieri - spiega il portavoce - l'agenzia Bloomberg riferiva che secondo alcuni esperti la Fiat starebbevalutando la possibilità di trasferire la sede legale della società negli Stati Uniti. L'informazione, tutt'altro che nuova, è stata pubblicata stamattina da alcuni quotidiani italiani e ripresa oggi pomeriggio dalle agenzie di stampa, e da numerosi siti internet. In realtà si tratta di una non notizia in quanto la stessa Bloomberg ha sottolineato che 'nessuna decisione è stata presa e che altre opzioni sono in corso di esame'".CENTRELLA: FONDAMENTALE NON TOCCARE IMPIANTI IN ITALIA"Sergio Marchionne probabilmente sa valutando da anni, non in questi giorni, la possibilità di trasferire la sede Fiat da Torino agli Usa ed è anche per evitare questo se dal 2010 abbiamo fatto degli accordi per migliorare la produttività. Fondamentale è che in Italia restino almeno le braccia cioè gli stabilimenti e quindi i lavoratori". Lo sostiene il segretario generale dell'Ugl, Giovanni Centrella. Per il sindacalista, "questa scontata ma non positiva notizia dovrebbe far riflettere il governo, perchè si tratta di un fenomeno non isolato. Bisogna trovare il modo di rendere nuovamente appetibile da un punto di vista industriale questo Paese, non abbassando i diritti ma creando nuove infrastrutture e alleggerendo il fisco". LANDINI: RACCOGLIEREMO MACERIE"Non mi pare sia una novità, è da tempo che il dottor Marchionne sta dicendo che il quartier generaleandrà via del nostro Paese". Così il leader della Fiom, Maurizio Landini commenta l'ipotesi del trasferimento del quartiere generale della Fiat in Usa. "Vorrei far notare - aggiunge ospite di Sky - che la Fiat non c'è più, ci sono due società che stanno spostando la testa negli Stati Uniti. Nel 2012 in Fiat si sono fatte più di 50 milioni di cassa integrazione e i famosi 20 miliardi di investimenti promessi non ci sono più, se si arriva a due miliardi è tanto". Il segretario dei metalmeccanici della Cgil osserva che l'Italia "è l'unico Paese in cui si producono auto in cui il governo, Berlusconi prima Monti poi, è stato a guardare. In tutto il mondo il settore ha bisogno di finanziamenti pubblici, mentre qui si pensa che sia un conflitto tra la Fiom e la Fiat che non esiste e il rischio è che tra un po' raccoglieremo le macerie e gli investimenti saranno fatti da altre parti". Infine un appello: "Mi auguro che il nuovo governo convochi un tavolo con la Fiat e i sindacati e si rimetta a fare politiche industriali e chieda impegni alle imprese. Questa è una delle motivazioni per cui manifestiamo sabato", conclude.