Economia

TORINO. Fiat, newco Pomigliano fuori da Confindustria

giovedì 29 luglio 2010
Via libera alla newco per lo stabilimento di Pomigliano. La newco sarà controllata da Fiat Partecipazioni che non è iscritta a Confindustria. È quanto ha riferito al termine dell'incontro, svoltosi oggi all'Unione industriale di Torino, il segretario generale Fismic, Roberto Di Maulo. «Sono partiti tutti gli ordini degli investimenti - ha spiegato Di Maulo - e ad agosto si procederà a ripulire l'area che dovrà ospitare la nuova lastratura per la Panda».Inoltre già da fine settembre la newco potrà riassumere il personale da Fiat Auto. «Non ci saranno licenziamenti - ha aggiunto Di Maulo a questo proposito - il personale passerà da Fga alla newco. Abbiamo richiesto che prima che parta il nuovo investimento si definisca in maniera conclusiva la regolamentazione del nuovo rapporto di lavoro collettivo».Intanto la Fiat avrebbe deciso di prendere due mesi per stabilire se uscire o meno da Confindustria e disdettare il contratto nazionale. Lo riferiscono fonti sindacali presenti all'incontro a Torino con i vertici dell'azienda su Fabbrica Italia e sullo stabilimento di Pomigliano. Secondo le stesse fonti l'azienda avrebbe comunicato anche la disdetta degli accordi sul monte ore.Questa mattina il ministro del Lavoro, Maurizio Sacconi ha escluso la possibilità di una uscita del Lingotto da Confindustria: «La Fiat non rinuncia ad essere associata - ha detto a margine di un convegno Unioncamere - non cerca strade al di fuori delle relazioni industriali». Secondo il ministro, che si è detto «molto soddisfatto» del tavolo convocato ieri a Torino per parlare del futuro di Mirafiori, è stato confermato che «c'è una piattaforma riformista pronta a sostenere le politiche di investimento nel nostro Paese e fatta da tutte le grandi organizzazioni sindacali. Vorrei tanto che vi partecipasse anche la Cgil». Per Sacconi «questa piattaforma c'è perchè Confindustria ha saputo offrire un ombrello adeguato alla Fiat». Per Sacconi, inoltre, si deve andare avanti nella trattativa su Pomigliano «per individuare modi e tempi in cui effettuare l'investimento e insieme affidabili relazioni industriali e un'affidabile pieno utilizzo dell'impianto».Dal fronte sindacale, durante l'incontro di questa mattina la Uil ha ribadito la disponibilità «a un massimo di 18 turni e a un'organizzazione del lavoro e della flessibilità necessaria in occasione dei picchi di mercato. Non ci saranno però accordi fotocopia», ha spiegato Eros Panicali, responsabile auto del sindacato. Riguardo alla sospensione della decisione su Confindustria, Panicali ha osservato: «Questa minaccia è accantonata», ha sottolineato. Immutata la contrarietà della Fiom: «L'azienda ha confermato che Pomigliano è un modello che intende esportare, al momento per tutto il settore auto, e probabilmente poi per tutto il gruppo. «Su questo noi non li seguiamo», ha ribadito Enzo Masini, responsabile auto della Fiom. «Siamo nelle stesse condizioni, non c'è nessuna novità - ha aggiunto -. L'azienda vuole legare gli investimenti al poter fare deroghe al contratto nazionale. Noi abbiamo ribadito che ci sono tutte le condizioni per operare dentro al contratto nazionale e abbiamo proposto un terreno di confronto». Per Masini «invece di avere una fase tranquilla per raggiungere uno sviluppo industriale, che continua ad apparire lontano nel tempo, si rischia di avere una situazione di conflitto negli stabilimenti. La Fiat sta usando in modo del tutto spregiudicato la crisi per cambiare i rapporti di forza all'interno del mondo di lavoro, tra sindacato, lavoratori e impresa. Le loro condizioni - ha concluso - sono inaccettabili».