Milano. La Ferrari debutta in Borsa. L’Asia frena i mercati
"Con la quotazione si è aperto un nuovo capitolo. E' un nuovo traguardo, una nuova partenza". Così il presidente di Ferrari Sergio Marchionne dopo il debutto della casa di Maranello in Borsa. "Competere sul listino di Milano per la Ferrari è come tornare alle origini", ha aggiunto.
La quotazione a Milano di Ferrari, dopo quella di New York, "è un gesto importante che credo debba essere seguito da altre realtà quotate fuori": lo ha detto il presidente del consiglio Matteo Renzi a Piazza Affari. "Il 2016 vorrei che fosse l'anno in cui smettiamo di recuperare i ritardi e cominciamo a correre più forte degli altri. In bocca al lupo" ha aggiunto Renzi.
"Con la quotazione si apre per Ferrari un nuovo mondo per poter rappresentare l'eccellenza anche in ambito finanziario". Lo ha detto Raffaele Jerusalmi, amministratore delegato di Borsa italiana, che ha annunciato che il titolo sarà subito nell'indice Ftse Mib.
Il presidente del Consiglio, Matteo Renzi, ha voluto ringraziare i vertici di Fca e di Ferrari per la quotazione anche a Milano della casa automobilistica. "Forse - ha detto a piazza Affari - Marchionne lo avrebbe fatto comunque ma in un viaggio a Melfi con lui e John Elkann avevamo chiesto tre cose: sfruttare appieno il jobs act e con le assunzioni a Chieti è stato fatto, non dimenticare l'Ilva e su questo ci sono segnali importanti, e quotare anche a Milano". Il premier ha rivendicato "i risultati eccezionali" di Borsa Italiana che ha chiuso un 2015 con un +13,2%, risultato per cui si è complimentato e ha aggiunto che questa è una "straordinaria occasione per gli investitori, per chi crede che la bellezza si coniughi all'innovazione e all'ingegneria".
Intanato però le le borse europee vertono in ribasso, zavorrate dai dati sull'industria cinese e dalle tensioni in Medio Oriente. Milano non fa eccezione, con il Ftse Mib in calo del 2% mentre Ferrari scivola al debutto a 42,75 euro e Fca quota 8,53 euro dopo lo scorporo. Male anche Exor (-3,1%) e Cnh (-3,5%), vendite su Mediolanum (-4,5%) e Stm (-3,4%). Tra i big soffrono Telecom (-3%), Enel (-1,85%) ed Eni (-1,7%), venduti anche i bancari con Mps (-2,7%), Ubi e Mediobanca (-2,5%).