Economia

Falsi miti. Le colonnine ci sono, sono le auto elettriche che mancano

Maurizio Bertera mercoledì 28 agosto 2024
La scarsità di colonnine di ricarica è considerata una delle ragioni principali che frenano lo sviluppo dell’auto elettrica nel nostro Paese: ci sono indubbiamente situazioni non a punto come la diffusione a macchia di leopardo, il mancato funzionamento di non pochi punti di ricarica e soprattutto – tipico il caso dei parcheggi preposti nei centri commerciali o supermercati – la possibilità che un’auto termica sottragga lo spazio a una a corrente. Fatta questa doverosa premessa, le ultime analisi sul tema dicono che si tratti di un falso problema. Il monitoraggio trimestrale dell’associazione Motus-E conferma che al 30 giugno risultavano installati 56.992 punti a uso pubblico, in netta crescita di 11.782 unità nei 12 mesi, di 6.314 unità dall’inizio dell’anno e di 2.828 nell’ultimo trimestre. In due anni, il numero dei punti è quasi raddoppiato, partendo da 30.704.

Colpisce il confronto con i dati più aggiornati per la quota di elettrico in Italia, quelli del periodo gennaio-luglio 2024: la quota delle immatricolazioni (dati Unrae) è stata del 3,8% sul totale, esattamente la stessa del 2023 mentre nel 2022 era al 3,6%. Per capirsi ancora meglio, in luglio sono state vendute 4.129 unità contro le 13.285 del mese precedente, dove l’impatto degli eco-bonus ha fatto salire di colpo la quota al 9%. Nel monitoraggio e-Motus, si nota la crescita delle installazioni lungo le autostrade, dove sono presenti 963 colonnine (erano 657 un anno fa e 235 alla fine di giugno 2022), di cui l’85% è di tipo veloce in corrente continua e il 62% supera i 150 kW di potenza. Il 41% delle aree di servizio autostradali è dotato già di infrastrutture adeguate. Quanto alle regioni, è sempre la Lombardia ad avere il maggior numero di punti di ricarica (10.902 punti di ricarica, +3.245 negli ultimi 12 mesi), davanti a Piemonte (5.775 punti, +1.261), Lazio (5.641 punti, +1.290) mentre tra le province, Roma mantiene la leadership (4.451 punti, +1.052), seguita da Milano (3.618 punti, +1.074), Napoli (2.839 punti, +212), Torino (2.641 punti, +634) e Brescia che con meno di 200mila abitanti ha 1.681 punti, con +216 rispetto al 2023.

Se si vuole restare ulteriormente perplessi sul tema, basta leggere il rapporto EAFO (l’European Alternative Fuels Observatory) da cui si evidenzia che in EU i punti di ricarica ad accesso pubblico hanno superato quota 700 mila, a fine giugno. C’è stato un incremento significativo sia dei punti di ricarica in AC, pari a 630.113 unità, sia in DC con 103.028 punti. Meglio di noi, guardando al numero puro, ci sono solo Paesi Bassi, Germania, Francia e Belgio. Paesi Bassi e Belgio, insieme alla Danimarca sono i migliori calcolando il numero delle colonnine ogni 10mila abitanti ma in realtà bisogna guardare a Germania e Francia che hanno rispettivamente una quota di auto elettriche sul mercato totale intorno al 18% e al 13% ma con 90mila e 85mila colonnine. A conferma che l’Italia ha i punti di ricarica, ma non le auto elettriche.