Economia

LA CRISI DEL DEBITO. «Falchi» tedeschi contro la Bce Ma Merkel difende Draghi

Vincenzo Savignano venerdì 17 agosto 2012
«Mario Draghi ha fatto della Bce un finanziatore di Stati e una bad bank». È arrivato ieri dall’Handelsblatt l’attacco dei falchi del governo di Berlino al presidente della Bce. L’influente quotidiano economico di Francoforte sul Meno, la cui sede non è lontana da quella dell’Eurotower, ha dato spazio agli interventi dei deputati del Bundestag, Klaus-Peter Willsch (Cdu) e Frank Schäffler (Fdp). Secondo entrambi «è necessaria una nuova regolamentazione del peso dei voti nelle sedi decisionali Bce in proporzione alle responsabilità». E in tale ottica «la Germania, come creditore principale, deve ottenere in tutte le questioni diritto di veto», ha ribadito Willsch, secondo il quale, con la presidenza di Draghi, «la Bce si sarebbe molto allontanata dal suo mandato». Gli ha fatto eco l’euroscettico Schäffler: «Che il voto di Cipro e Malta conti quanto quello tedesco è un errore di costruzione».Schäffler ha sottolineato inoltre che, nei fatti, a partire dal primo pacchetto di aiuti alla Grecia nel 2010, sia già avvenuta una «riforma valutaria silenziosa. Le regole – ha aggiunto – sussistono sul piano formale, ma nella prassi sono state violate fino a diventare irriconoscibili».Le parole di Willsch e Schäffler sono la conferma di un eruoscetticismo crescente nell’opinione pubblica e nel mondo politico tedeschi. Contro Draghi si è schierato anche il portavoce della Spd per la politica economica, Carsten Schneider, sottolineando che, a causa della crisi in corso, Berlino si trova a dover garantire per un ammontare assai superiore ai 310 miliardi di euro preventivati. «In totale, il rischio di garanzia tedesco è arrivato a mille miliardi, due terzi dei quali vanno messi sul conto della Bce, che prende le sue decisioni in maniera assolutamente non trasparente e non democratica». Secondo Schneider la Germania non soltanto si è dovuta accollare gli alti costi per i due pacchetti di salvataggio già varati per Atene e per altri Paesi in crisi, ma ha anche fornito le garanzie finanziarie per somme molto più grandi, per le transazioni finanziarie della Bce. Implicitamente, l’esponente socialdemocratico sembra sottolineare il peso per la Germania dei programmi di acquisto di titoli sovrani di Paesi deboli.Gran parte dei media tedeschi hanno interpretato la presa di posizione dei socialdemocratici come un attacco alla politica europea, troppo attendista e poco chiara, di Angela Merkel che ha lasciato nelle mani dei giudici costituzionali di Karlsruhe il futuro del nuovo fondo salva-Stati permanente e quindi dell’Eurozona. La cancelliera Merkel ha replicato alle accuse dei suoi principali avversari politici da Ottawa, in Canada, dove ha incontrato il primo ministro canadese Stephen Harper. La leader del governo di Berlino si è schierata dalla parte del presidente della Bce, Mario Draghi, il cui impegno a fare tutto il necessario per difendere l’Eurozona «è in linea con quanto i leader europei dicono da tanto tempo», ha detto. Le Borse hanno conosciuto intanto una giornata di buon recupero. Milano ha guadagnato quasi il 2% e lo spread si è fermato intorno ai 420 punti.