Economia

GUARDIA DI FINANZA. Evasione, scoperti nel 2010 50 miliardi di redditi "occultati"

mercoledì 26 gennaio 2011
Nel 2010 la Guardia di Finanza ha scoperto imponibili non dichiarati al fisco e costi non deducibili per 49 miliardi e 245 milioni di euro, cui devono aggiungersi omessi versamenti di Iva per 6 miliardi e 382 milioni. È quanto emerge dalla documentazione consegnata alla Commissione Finanze della Camera dove oggi è stato ascoltato il comandante generale delle Fiamme gialle, Nino Di Paolo.Sempre nel 2010 la Gdf ha accertato una evasione complessiva di Irap per 30 miliardi e 434 milioni e ritenute non versate (o non operate) per 635 milioni di euro.Attualmente i reparti della Guardia di finanza hanno in corso oltre 2mila tra verifiche e indagini di polizia giudiziaria su vari soggetti per evasione internazionale. Lo ha detto il generale Nino Di Paolo, in un'audizione alla commissione Finanze della Camera.Molti dei soggetti indagati sono contenuti in liste di nominativi (come la famigerata Lista Falciani) acquisite attraverso la collaborazione internazionale o l'azione di intelligence. Tra i principali filoni investigativi in corso, oltre alla Lista Falciani, ci sono la Lista Pessina (concluse 176 verifiche per 180 milioni di euro di redditi evasi), la lista San Marino-Forlì (348 verifiche concluse per 230 milioni di euro di redditi evasi), la Kundesliste (20 verifiche concluse per 1,7 milioni di redditi evasi).Nel 2010 il contrasto all'evasione fiscale internazionale ha permesso alla Gdf di scoprire compensi/ricavi non dichiarati per 10,5 miliardi di euro. Le evasioni scoperte sono risultate concentrate in Lussemburgo (26%), Svizzera (25%), Regno Unito (7%),Panama (6%), San Marino e Liechtenstein (2% ciascuno).Non è possibile fare una distinzione tra evasione e criminalità «perché significa non conoscerne la complessità. C'è un'interrelazione molto stretta tra evasione e criminalità». Lo afferma il comandante generale Di Paolo, nel corso di un'audizione in commissione Finanze alla Camera. Secondo il comandante, quindi, non si può dare un'ordine di priorità, dicendo «facciamo più lotta alla criminalità e poi alla fiscalità pura». Di Paolo precisa quindi che «non tutti gli evasori sono criminali, ma chi fa criminalità usa sicuramente lo strumento dell'evasione».Il comandante indica quindi le priorità della Guardia di Finanza: contrasto alle frodi carosello che sono  «un drammatico pilastro da combatter» e cercare, più in generale,«aprire una collaborazione internazionale» con l'Europa, ma anche con gli Stati Uniti.Occorre quindi contrastare il "cancro" della contraffazione, «incidere sull'economia sommersa e non considerare più l'evasione come un totem a parte, soprattutto se nel nostro paese di si pensa alle forme criminali, mafiose e non. Disgiungere questi due elementi - conclude - significa fare un'analisi superficiale».