L'Italia ha fatto segnare tra il 2006 e il 2015 il maggiore incremento a livello Ue nel numero di Neet, i giovani tra i 20 e i 24 anni che non sono impegnati nello studio, nel lavoro o nella formazione. Lo rileva l'Eurostat, segnalando come nel decennio l'aumento sia stato di 9,5 punti percentuali, dal 21,6% al 31,1% della popolazione in quella fascia di età. Una cifra, quella raggiunta, che porta l'Italia a essere anche il Paese in cui la quota di Neet tra i venti-ventiquattrenni è la più alta, in una classifica che all'altro capo vede i Paesi Bassi, con un 7,2%. La media Ue, per il 2015, è del 17,3%.A segnare incrementi notevoli sono state anche Grecia (9,3 punti percentuali), Spagna (9 punti), Cipro (8,5 punti) e Irlanda (7,8 punti). All'altro estremo della scala, si rilevano invece i decrementi fatti registrare dalla Germania, dove i Neet sono scesi dal 15,2% del 2006 al 9,3% del 2015, con un calo di 5,9 punti percentuali, dalla Bulgaria (-5,3 punti), dalla Svezia (-3,4 punti), dalla Repubblica Ceca (-2,9 punti) e dalla Polonia (-2,8 punti).