Formazione europea. Erasmus plus resta a casa ma non si ferma
Formazione professionale senza frontiere
Fare un’esperienza di studio o di lavoro all’estero ai tempi del coronavirus, nonostante tutto. Erasmus+ (il programma dell’Unione Europea che non offre opportunità soltanto agli studenti ma ad adulti e organizzazioni e che ha coinvolto in sei anni 43mila italiani) non si ferma. Con una modalità mista: formazione a distanza e un’esperienza diretta sul territorio rinviata di qualche mese tenendo conto dei lockdown di alcuni stati europei e dei timori legati al diffondersi della pandemia. Per raccontare le novità e i successi di questo programma che resta il simbolo del "sogno europeo" dal 9 al 13 novembre l’Agenzia nazionale Erasmus+ Inapp ha organizzato una serie di incontri, conferenze e presentazioni, tutte rigorosamente on line, nell’ambito della "European Vocational Skills Week 2020", l’iniziativa lanciata nel 2016 dalla Commissione europea. Il primo appuntamento, a cui parteciperà anche il ministro del Lavoro, Nunzia Catalfo illustrerà "Le indagini, i risultati e le buone pratiche" del programma. Una di queste best practice è nella rosa dei tre finalisti al premio "European Funding for Excellence Awards - Erasmus+ Green dimension". Si tratta del progetto "Forest4life" coordinato dall’istituto "G. Baruffi" di Ceva (in provincia di Cuneo) e promosso da una rete di organismi con competenza nel settore forestale, nel monitoraggio, conservazione e gestione delle risorse forestali e agricole delle regioni di montagna.In questi anni è stata data particolare attenzione alle transizioni digitali e verdi, in linea con le priorità della Commissione Europea: due asset che serviranno anche a riprogettare il mondo e il mercato dopo la pandemia.
Il presidente dell’Inapp Sebastiano Fadda ha sottolineato come «#IoRestoErasmus sia il migliore messaggio che si possa trasmettere perché nonostante tutto chi ha vissuto un’esperienza di studio o tirocinio all’estero sa quanto questa sia fondamentale e possa cambiarti la vita».Quest’anno sono arrivate un numero elevato di candidature: 425 per la mobilità individuale ai fini di apprendimento (con un incremento del 5% rispetto al 2019) e 247 candidature per l’azione partenariati strategici (con +28%), a fronte di una dotazione finanziaria di oltre 55 milioni di euro. Se poi si prende in considerazione il settennato di programmazione che sta per concludersi, dal 2014 ad oggi sono stati 4.182 i progetti presentati per i quali la Commissione europea e degli Stati membri dell’Ue che hanno messo a disposizione dell’Italia circa 300 milioni di euro. Tra i paesi di destinazione delle esperienze di mobilità finanziate nel 2020, le mete più ambite (circa il 64% del totale) sono Austria, Belgio, Cipro, Francia, Germania, Grecia, Malta, Olanda, Portogallo e Spagna. Partecipare ad un’esperienza Erasmus cambia la vita: un terzo dei giovani italiani che ha svolto un periodo di studi all’estero è rimasto a lavorare fuori. In un momento storico come questo, con sei milioni di giovani europei di occupati e due milioni di posizioni "scoperte" per mancanza di personale qualificato, puntare sulla formazione e far incontrare domanda e offerta risulta fondamentale.