Enea. Più occupati con l'efficienza energetica
«Il nostro Paese, nel suo complesso, presenta un buon livello di efficienza energetica, soprattutto nel settore industriale, mentre per la Pa è necessario un vero salto di qualità», ha dichiarato il presidente dell’Enea, Federico Testa che, nell’occasione, ha annunciato la creazione di un’apposita task force operativa Pa-Obiettivo efficienza energetica con il Gse, proprio per supportare la Pubblica amministrazione nella realizzazione di interventi di riqualificazione energetica. «I consumi degli immobili della Pa risultano più elevati della media nazionale e ciò rende critico il rispetto della Direttiva sulle prestazioni energetiche degli edifici nel caso di nuove costruzioni o di riqualificazioni importanti, in vigore dal 2019 per gli edifici pubblici», ha spiegato Testa.
I primi interventi della task force saranno effettuati nel Comune di Assisi e per alcuni progetti del Mibact nell’ambito dell’Accordo Quadro con Enea per il supporto tecnico-scientifico, la sicurezza sismica e la conservazione del patrimonio culturale. I "cantieri per l’efficienza nella Pa" potranno contare sull’esperienza maturata da Enea e Gse con le diagnosi energetiche di alcuni edifici di particolare valenza, quali i Palazzi Montecitorio e San Macuto, l’Ospedale del Celio e il Comando Generale dei Carabinieri a Roma. Saranno inoltre attivati specifici strumenti operativi a supporto della Pa con siti dedicati e consulenze degli esperti su tematiche di maggiore interesse, anche in ‘diretta’ sui social network.
Secondo i dati del Sistema informativo sulle operazioni degli enti pubblici (Siope), nel 2016 la bolletta energetica complessiva della PA per elettricità, riscaldamento e trasporto è stata di oltre 3,3 miliardi di euro, di cui 117 milioni di euro spesi a livello centrale (35% per l'energia elettrica, 4% per il gas ed il 61% per carburanti e combustibili), 1,85 miliardi nelle amministrazioni periferiche, 220 milioni nelle Province che gestiscono gran parte dell’edilizia scolastica e 1,13 miliardi di euro nelle strutture sanitarie pubbliche.
«La scelta di costituire una task force dedicata all’efficienza energetica della Pa centrale e periferica, lanciata da Enea e Gse, unisce le migliori competenze pubbliche al servizio della pubblica amministrazione: si tratta di un passo decisivo nella direzione obbligata di una PA efficiente, green e vicina ai cittadini - ha evidenziato il viceministro Bellanova -. Per fare efficienza energetica c’è bisogno di risorse qualificate. Questo vuol dire un cospicuo potenziale di nuove posizioni lavorative e di ricollocamenti. Industria 4.0 ed efficienza energetica devono diventare un binomio inscindibile per aumentare la competitività delle imprese e affrontare nel migliore dei modi le sfide del futuro in un mercato globale».
«La governance dell’efficienza energetica è stata sempre percepita dal mercato come un elemento di incertezza. Gse ed Enea daranno un contributo di chiarezza di contesto, proponendosi come unico interlocutore per la Pa. Gli effetti positivi dell’efficienza energetica che coglieremo saranno un miglioramento nel lavoro, nella produzione di reddito, nella valorizzazione del territorio e nella riduzione della spesa pubblica con la diminuzione del costo delle bollette, sia nella Pa centrale (ministero dei Beni culturali) che locale (Comune di Assisi)», ha detto Sperandini.
Dal Rapporto emerge che in dieci anni (2007-2016) con il meccanismo degli ecobonus sono stati effettuati circa tre milioni di interventi di riqualificazione energetica degli edifici esistenti per circa 32 miliardi di euro di investimenti totali. Inoltre, sono già stati raggiunti gli obiettivi di efficienza previsti dal Piano nazionale Paee 2011 per il periodo 2005-2016 e gli obiettivi 2011-2020, indicati nel Paee 2014, sono stati raggiunti al 40%, con punte dell’84% nel settore residenziale, mentre trasporti e terziario (nel quale rientra la Pa) sono più lontani.
«Questi numeri – ha evidenziato Testa – dicono che stiamo facendo bene e, soprattutto, che l’efficacia degli strumenti messi in campo ha permesso di attenuare gli effetti della crisi economica. Ciò fa ben sperare nel raggiungimento dei nuovi obiettivi particolarmente impegnativi e sfidanti prospettati al 2030 dal Clean Energy Package dell’Unione Europea. L’unica strada percorribile per raggiungere risultati importanti nell’efficienza energetica è una collaborazione costante fra il mondo della ricerca, l’innovazione tecnologica e le politiche pubbliche che promuovano anche gli investimenti privati».
Nell’occasione è stato presentato anche il Rapporto Enea sulle detrazioni fiscali per la riqualificazione energetica del patrimonio edilizio, fotografia aggiornata degli investimenti per settore stimolati dagli ecobonus: nel periodo 2014-2016, la quota principale pari a 4,36 miliardi di euro ha riguardato la sostituzione di 1,9 milioni di serramenti, mentre 1,7 miliardi di euro sono stati destinati ad oltre 52mila interventi sulle pareti orizzontali ed inclinate.
I risparmi nel triennio sono stati di circa 3.300 GWh/anno, poco più di 0,28 Mtep/anno. Nel 2016 in particolare, i risparmi hanno superato i 1.100 GWh/anno, soprattutto per la sostituzione di serramenti (oltre il 41%) e la coibentazione di solai e pareti (oltre il 26%), tipologie di interventi che, insieme alla riduzione del fabbisogno energetico per il riscaldamento dell’intero edificio, hanno il miglior rapporto costo/efficacia. Grazie agli incentivi fiscali per la riqualificazione energetica (detrazione fiscale del 65%) e per il recupero edilizio (detrazione fiscale attualmente del 50%, ma con aliquote diverse dalla prima introduzione nel 1998), sono stati realizzati oltre 14,2 milioni di interventi, che hanno riguardato il 55% delle famiglie italiane in poco meno di 20 anni. Gli investimenti corrispondenti ammontano a 237 miliardi di euro, di cui 205 miliardi hanno riguardato il recupero edilizio e circa 32 miliardi la riqualificazione energetica.
Per quanto riguarda una stima dell’impatto occupazionale, nell’ultimo quadriennio 2013-2016 gli investimenti incentivati (sia per la riqualificazione energetica che per il recupero edilizio) hanno generato complessivamente circa 270mila posti di lavoro diretti ogni anno, che arrivano a oltre 400mila considerando anche l’indotto.