Economia

Enea. Investimenti e nuovi posti con la fusione nucleare

Maurizio Carucci mercoledì 13 settembre 2017

Realizzare in Italia un polo scientifico-tecnologico tra i più avanzati al mondo, un progetto da 500 milioni di euro e oltre 1.800 addetti per dar vita a un’infrastruttura strategica di ricerca sulla fusione nucleare con lo sviluppo di tecnologie innovative per la competitività dell’industria nazionale. Si chiama Dtt (Divertor Tokamak Test facility), potrebbe nascere in Piemonte.

«L’investimento complessivo di circa 500 milioni di euro richiederà almeno 270 addetti per la costruzione e 500 per la sperimentazione, ai quali si aggiungeranno rispettivamente 350 e 750 posti nell’indotto terziario - spiega il responsabile del Dipartimento Fusione, l'ingegnere Aldo Pizzuto -. La gestione dell’impianto si protrarrà per almeno 25 anni e necessiterà di spese di approvvigionamento, materiali di consumo e manutenzioni per circa 15 milioni di euro l’anno, più l’indotto relativo alla presenza sul territorio dello staff tecnico-scientifico. La ricaduta di un simile progetto in termini di reddito prodotto sul territorio è stimata pari a quattro volte l’investimento. Ci potranno essere opportunità occupazionali non solo per gli ingegneri nucleari, ma anche per quelli meccanici ed elettronici. Oltre a tecnici specializzati. La scuola ingegneristica italiana è molto apprezzata all'estero. I nostri giovani devono anche fare esperienze fuori dall'Italia, ma poi devono tornare».

Nel progetto saranno coinvolte industrie medio-grandi e pmi che operano nel campo della superconduttività, della meccanica di precisione, dell’elettronica di potenza, delle tecnologie speciali per il vuoto e dei processi per la realizzazione di materiali e componenti. L’Italia, con l’Enea, è fra i leader nei progetti internazionali di ricerca sulla fusione nucleare come Iter, International Thermonuclear Experimental Reactor e Broader Approach.

«Realizzare nel nostro Paese quest’esperimento internazionale permetterà alla comunità scientifica italiana di continuare a essere tra i leader nel campo della fusione e al sistema industriale di confermare l’elevato livello di competitività dimostrato. Enea - sottolinea Pizzuto - è pronta a dare il suo apporto con l’expertise maturata nell’ambito del Dipartimento Fusione e Sicurezza Nucleare nei Centri di Ricerca di Frascati e Brasimone, poli di eccellenza apprezzati dalla comunità scientifica, con dotazioni strumentali di altissimo livello. Riprodurre il meccanismo fisico che alimenta le stelle è la grande sfida della ricerca sulla fusione nucleare che vede impegnati i migliori laboratori di tutto il mondo nel produrre energia rinnovabile, sicura, economicamente competitiva, inesauribile e in grado di sostituire i combustibili fossili».

La ricerca sulla fusione ha già contribuito a rilevanti risultati in termini scientifici ed economici. In Iter, per esempio, sono coinvolte, a vario titolo, oltre 500 industrie italiane fra le quali Ansaldo Nucleare, Asg Superconductors (Gruppo Malacalza), Simic, Mangiarotti, Walter Tosto, Delta-ti Impianti, Ocem Energy Technology, Angelantoni Test Technologies, Zanon, Cecom e consorzio Icastra Enea, Criotec e Tratos, che si sono aggiudicate gare per quasi un miliardo di euro - circa il 60% del valore delle commesse europee per la produzione della componentistica ad alta tecnologia. E l’obiettivo è di generare nuovi contratti per altre centinaia di milioni di euro nei prossimi cinque anni.

Intanto venerdì 29 settembre prende il via il primo Open Day della Ricerca che si tiene nei centri di Casaccia e Frascati, vicino a Roma. Tante iniziative per i ragazzi delle scuole, esperimenti, giochi, ma anche incontri con i ricercatori e progetti di alternanza scuola-lavoro. L’obiettivo è avvicinare ragazzi e studenti al mondo della scienza e dell’innovazione tecnologica, ma si tratta anche di un’occasione per far conoscere al grande pubblico le eccellenze della ricerca italiana e le opportunità in campo occupazionale e della formazione.