Manifestazione. Edili in piazza per la sicurezza: in dieci anni 15mila morti
Edili in piazza per chiedere più controlli e sicurezza
Croci bianche sormontate da caschetti gialli da cantiere e rose rosse. È la scenografia scelta dai sindacati edili, Fillea Cgil, Filca Cisl e Feneal Uil, per manifestare contro gli incidenti mortali nei cantieri. Da piazza Santi Apostoli a Roma una mobilitaz ione per dire «Basta alle morti sul lavoro» e «Basta over60 sui ponteggi», chiedere più sicurezza e controlli, penalizzando le imprese che non tutelano i lavoratori, e rivendicare il diritto alla pensione anticipata per via di un’attività estremamente pesante. Sul palco i tre leader di Cgil Cisl e Uil Maurizio Landini, Luigi Sbarra e Pierpaolo Bombardieri.«Dobbiamo fermare questa lunga scia di sangue, questa strage silenziosa con continue vittime nei luoghi di lavoro: da gennaio a ottobre circa 1.000 morti. È una piaga inaccettabile» ha detto il segretario generale della Cisl Luigi Sbarra. Numeri impressionati che richiedono interventi straordinari. «Negli ultimi 10 anni abbiamo più di 15 mila morti: vorrei chiedere, se ci fossero stati 15mila morti per mafia cosa sarebbe successo in questo Paese?» si è chiesto il segretario generale della Uil, Pierpaolo Bombardieri. «Bisogna introdurre la patente a punti e fare in modo che le aziende che non rispettano le norme siano costrette a sospendere l’attività» ha detto il segretario generale della Cgil Maurizio Landini. Per tutelare la sicurezza dei lavoratori bisogna mettere un freno al precariato, ai lavori in subappalto al massimo ribasso. «Non si può dover andare a 65 anni sui ponteggi per poi cadere. È chiaro quindi che sicurezza significa anche parlare di riforma delle pensioni, lotta all’evasione fiscale e lavoro stabile per i giovani» ha rimarcato Landini.
La manifestazione di oggi, decisa all’inizio di ottobre scorso è il primo appuntamento di piazza dopo l’avvio della mobilitazione unitaria su pensioni e legge di bilancio. Tra gli altri punti i sindacati chiedono proprio di rafforzare gli strumenti per l’uscita anticipata e quindi di riconoscere ai lavoratori delle costruzioni l’Ape social con 30 anni di contributi (a fronte degli attuali 36 anni) e di renderla strutturale per i gravosi «perché i lavori non sono tutti uguali». Al centro delle rivendicazioni i temi della salute e sicurezza sul lavoro, di fronte ad una strage che non si ferma. In nove mesi, tra gennaio e settembre sono nel complesso già 910 le vittime sul lavoro denunciate all’Inail. Per Fillea, Filca e Feneal, il governo ha dato delle prime risposte con il decreto fiscale, che però non bastano. I sindacati chiedono l’introduzione della Patente a punti nel settore delle costruzioni, utilizzando la Banca dati unica degli infortuni, per premiare le imprese più virtuose e sanzionare, anche nell’accesso agli appalti pubblici e alle agevolazioni, chi non rispetta le norme. Introducendo l’aggravante nel Codice penale, in caso di condanna dell’impresa, per «infortunio mortale sul lavoro».