Manovra. Decisa l'ecotassa, ma non si capisce di cosa si tratta
Poche idee, ma confuse. L'ennesima puntata dell'ecotassa assomiglia a un film comico, con risvolti tragici. Riassumendo, nel vertice di domenica notte, il governo avrebbe trovato un nuovo compromesso per chiudere il cerchio magico di un provvedimento che da una parte vorrebbe essere in difesa dell'ambiente (fronte difeso dai M5s) e dall'altro non troppo penalizzante per le tasche degli italiani (tema che sta a cuore alla Lega). Secondo la nuova proposta, per quanto riguarda il “malus”, i rincari non dovrebbero essere legati solo alla classe di emissione dei veicoli, ma scatterebbero solo per l'acquisto di nuove auto di lusso o di (non meglio precisati) Suv. «Abbiamo confermato gli incentivi fino a 6 mila euro per le vetture ibride ed elettriche, senza però tassare le nuove utilitarie - ha tentato di spiegare Luigi Di Maio -. Solo chi deciderà di acquistare un Suv diesel o benzina o una vettura extra-lusso pagherà qualcosa di più».
Cosa intende il governo per Suv?
E qui nascono i primi dubbi. Primo perchè occorrerà capire cosa il governo consideri per Suv, categoria che tecnicamente significa Sport Utility Veihcle ma che così denominata significa poco abbracciando un genere di vetture molto ampio per dimensioni e prezzo. Secondo perchè a Di Maio andrebbe spiegato che circa il 41% del mercato italiano del nuovo attuale è composto da Suv, quindi una fetta enorme di potenziale clientela. Restano da stabilire quindi i modelli che rientrerebbero nella categoria soggetta alla nuova tassazione. Secondo indiscrezioni, l'ecotassa verrebbe applicata alle vetture che emettono più di 150 g/km di Co2. Altri dettagli, per il momento, non sono stati resi noti, ed è possibile che il testo vengo portato in Senato domani senza ulteriori chiarimenti.
Si restringe anche l'eco-sconto?
Il restringimento dell'ecotassa solo su Suv e auto di lusso potrebbe portare ad un conseguente restringimento anche della platea dell'eco-sconto per le auto a basse emissioni. Attualmente le due misure, così come approvate alla Camera, si coprono a vicenda, con incassi della tassa stimati in 300 milioni di euro nel 2019 (e di poco superiori negli anni successivi) da destinare agli incentivi per elettriche, ibride o poco inquinanti. Se il governo dovesse però decidere, come annunciato, di limitare l'aggravio fiscale solo alle auto di grossa cilindrata, potrebbe essere anche costretto, a quanto si apprende, a comprimere di pari passo la platea di vetture beneficiarie dello sconto. Secondo l'emendamento approvato a Montecitorio, il bonus è suddiviso in tre fasce: 1.500 euro per le auto che emettono tra 70 e 90 grammi di CO2 al km, 3.000 euro tra 20 e 70 g/km e 6.000 euro tra 0 e 20 g/km
L'auto protesta, dubbi anche per l'ambiente
Pur in totale assenza di certezze su che cosa si sta veramente trattando, le principali Associazioni del settore (ANFIA, FEDERAUTO e UNRAE) intanto hanno rinnovato al Governo la richiesta di eliminazione dalla manovra di bilancio di ogni ulteriore gravame fiscale a carico degli automobilisti, già enormemente vessati. I primi a farne i conti, sostengono «sarebbero i cittadini virtuosi che acquistano una nuova vettura, che in ogni caso inquinerà meno di una “vecchia”, il mercato dell’auto subirà una pesante flessione, con conseguenze per l'occupazione e per le entrate dello Stato: meno veicoli venduti corrispondono a meno imposte incassate». Le associazioni ricordano che nel 2017 la contribuzione derivante dall’acquisto dei veicoli (versamento IVA e IPT), è stata di 9,4 miliardi di Euro.
Ma anche dal punto di vista ambientale, il provvedimento in via di definizione lascia molti dubbi. Come il mondo dell'automobile fa notare da tempo, «pur ritenendo positivo un incentivo strutturale pluriennale (bonus) all'acquisto dei veicoli a basse emissioni nell'ottica della neutralità tecnologica ed avendo avanzato proposte concrete a sostegno di tali misure», essendo la norma tarata sulla CO2, un clima-alterante e non un inquinante, non appare corretto parlare di “politiche per il miglioramento della qualità dell’aria” che hanno come obiettivo la riduzione di smog, inquinamento e polveri sottili. Anche in termini ambientali cioè l'ecotassa potrebbe non produrre particolari effetti positivi perché nelle strade italiane continuerebbero a circolare veicoli con oltre 20 anni di età, mentre si tasserebbero, disincentivandone l’acquisto, veicoli di ultima generazione con prestazioni ambientali superiori alla media del parco circolante. La misura quindi sarebbe inefficace e impatterebbe su vetture del segmento premium, già assoggettate al superbollo, e del segmento medio, mono-volumi e multi-spazio, usate dalle famiglie italiane e dai piccoli operatori economici. Il film comunque non è ancora finito, alla prossima puntata forse ne sapremo di più.