Il Governo Renzi vara la riforma
delle Popolari e la Borsa applaude. In attesa di vedere nei
dettagli la misura che porterà alla trasformazione delle dieci
banche popolari in società per azioni e conoscere la posizione
dei singoli istituti, e a partire dalla Banca d'Italia, chi
approva è il mercato che sta comprando a mani basse azioni della
banche coinvolte nel riassetto.
Secondo le indicazioni del premier, che ha previsto
l'abbandono del sistema capitario per le banche cooperative con
attivi superiori agli 8 miliardi, le popolari che si
trasformeranno in Spa sono sette quotate a Piazza Affari e tre
no. Nel dettaglio si tratta di Ubi Banca (+3,8% in Borsa), Banco
Popolare (+5,55%), Bpm (+5,08%), Bper (+5,89%), Creval (+6,83%),
Popolare di Sondrio (+8%) e Banca Etruria (+12%), restano invece
fuori dal listino la Popolare di Vicenza, Veneto Banca e la
Popolare di Bari.
In base alle ricostruzioni entro due mesi il decreto del
governo dovrà essere approvato dal parlamento. E per gli
analisti grazie a questa mossa è prevista
"un'accelerazione del consolidamento" del sistema bancario così
come auspicato dal governo. Non si escludono aggregazioni che
coinvolgano più di due soggetti (Bpm, Bper, Creval e o Banco)
con la creazione di due superpopolari che facciano capo ad Ubi e
Bpm.
Al tempo stesso, sottolineano gli esperti, "cresce
l'incentivo a costruire noccioli duri di azionisti. Aumentano i
compratori marginali sui titoli delle popolari. Rispetto a
precedenti processi di consolidamento aumenta l'incentivo a
generare valore in chiave difensiva quindi ci attendiamo
maggiore focus su sinergie da costo. La nostra stima di impatto
positivo sugli utili di settore del 22% al 2016 derivante da
risparmi del 9,4% sulla base costi complessiva potrebbe essere
conservativa".