Gig economy. Il lavoro passa sempre di più dalle piattaforme
In crescita il lavoro tramite piattaforme
«Le opportunità di lavoro offerte dalle piattaforme digitali sono in costante crescita in Italia e si stima siano migliaia i lavoratori impegnati in vari servizi e professioni legate a questo campo, con mansioni notevolmente diverse, che spaziano dai servizi di consegna e ride-sharing ai servizi domestici e di assistenza. Questa tendenza ha un impatto significativo sull'economia, stimolando la creazione di posti di lavoro e l'innovazione nella produzione e distribuzione dei servizi. Tuttavia, permangono preoccupazioni circa la stabilità dei posti di lavoro, i bassi salari e la mancanza di potere contrattuale nei confronti dei datori di lavoro». Così Andrea Ciarini, del Dipartimento di Scienze Sociali ed Economiche de La Sapienza di Roma, alla presentazione del Rapporto Fairwork Italia sull'economia di piattaforma, primo nel suo genere, curato dallo stesso Dipartimento dell'Ateneo romano. La Sapienza è referente per l'Italia di un progetto internazionale di studio e mappatura del lavoro su piattaforma coordinato centralmente dall'Università di Oxford, grazie a una rete globale di ricercatori ed esperti di economia delle piattaforme provenienti da 38 Paesi e cinque continenti. Seguendo una metodologia condivisa tra i partner del progetto Fairwork, il lavoro di ricerca ha analizzato e valutato, alcune tra le principali piattaforme operanti nel food delivery e nella cura e servizi domestici in Italia. Il processo di assegnazione dei punteggi ha incluso una fase di ricerca desk e una fase legata a interviste con i lavoratori e i gestori delle piattaforme sulle loro esperienze e condizioni di lavoro.
L'economia delle piattaforme è cresciuta rapidamente nell'Unione Europea. Con la pandemia che ha accelerato questa tendenza. Rispetto a un importo stimato di tre miliardi di euro nel 2016, ha raggiunto entrate pari a 14 miliardi di euro nel 2020. Nell'Ue operano più di 500 piattaforme di lavoro digitali, che facilitano l'accesso ai servizi per i clienti e creano opportunità per le imprese e le persone. Sebbene le piattaforme che operano nell'Ue siano state create per la maggior parte in Europa, esse competono con le piattaforme internazionali, la cui sede si trova principalmente in America settentrionale. Nell'Ue oltre 28 milioni di persone lavoravano nel 2022 mediante una o più piattaforme di lavoro digitali. Nel 2025 si prevede che questa cifra raggiungerà i 43 milioni. Le persone che lavorano mediante piattaforme di lavoro digitali svolgono una serie variegata di compiti, sia in loco che in remoto. Tra tali compiti figurano per esempio i servizi di consegna, traduzione, inserimento di dati, baby-sitting, assistenza agli anziani o guida di taxi. Il lavoro mediante piattaforme digitali è in genere una fonte di reddito secondaria che si somma all'occupazione principale.
Attualmente la maggior parte dei lavoratori delle piattaforme digitali dell'UE, compresi i tassisti, i lavoratori domestici e gli addetti alle consegne di cibo, sono formalmente lavoratori autonomi. Tuttavia, alcuni di loro devono rispettare molte delle stesse norme e restrizioni applicate a un lavoratore subordinato. Ne consegue che hanno di fatto un rapporto di lavoro e dovrebbero pertanto godere dei diritti e della protezione sociale garantiti ai lavoratori subordinati dal diritto nazionale e dell'Ue.
Migliorare il loro accesso ai diritti in materia di lavoro e alla protezione sociale significherebbe anche migliorare la qualità complessiva del lavoro offerto e le condizioni per i lavoratori coinvolti mediante piattaforme digitali. Significherebbe per esempio che tali lavoratori avrebbero accesso a possibilità di indennità di malattia, a prestazioni di disoccupazione o a regimi di sostegno del reddito.
Gli Stati membri dell'Ue hanno approcci diversi al lavoro mediante piattaforme digitali. Le risposte nazionali al riguardo sono diverse e si stanno sviluppando in modo disomogeneo in Europa; normative nazionali sono state adottate per lo più in settori specifici, per esempio nei settori dei servizi di trasporto a chiamata e/o dei servizi di consegna di cibo.
Le buone pratiche
«Con questa partnership tra Up Day e Restworld aumenta quello che cerchiamo di fare per generare impatto positivo. La startup con i suoi servizi focalizzati sull'Horeca, un settore nel cui annoveriamo un numero elevato di aderenti nel nostro network, opererà a valore aggiunto, offrendo un aiuto concreto per gestire al meglio l'operatività quotidiana, oltre al fatto che potrebbe offrire una futura proposta di collaborazione con le società del Gruppo dislocate nei diversi Paesi», sostiene Mariacristina Bertolini, vice presidente, dg Up Day e direttrice zona Euromed per il Gruppo Up.
Il settore della tecnologia, dell'informazione e dei media registra l'attività di ricerca di lavoro più intensa, seguito dai servizi professionali e dai servizi finanziari. A livello globale, la Gen Y (Millennials) è la generazione che cerca lavoro con maggiore intensità, seguita dalla Gen Z, mentre i Boomer occupano attualmente il gradino più basso della classifica. A livello globale, chi cerca lavoro trova sempre più opportunità nel settore della tecnologia, informazione e media, con i maggiori incrementi di assunzioni su base annua in Italia (+24%), Stati Uniti (+7%), India (+7%) e Brasile (+2%). Nel nostro Paese, si registra un’accelerazione significativa delle assunzioni anche nella pubblica amministrazione (+16%).
I corsi in materia di intelligenza artificiale e cybersecurity sono i più richiesti dai professionisti che si preparano a muovere i prossimi passi nella loro carriera: in particolare, l'apprendimento dell'AI per la governance e la gestione del rischio, nonché l'utilizzo dell'AI per la sicurezza informatica in chiave difensiva e offensiva. In Italia, il settore in più rapida crescita è quello degli operatori assicurativi (+203%), seguito da quello bancario (+42%). Le principali competenze che vengono aggiunte ai profili LinkedIn sono la gestione immobiliare e degli affittuari (+200%) e la gestione degli stabilimenti (+157%), in quanto i membri ottimizzano i loro profili mostrando i loro punti di forza. I titoli in più rapida crescita rispetto all'anno precedente sono dottorandi (11%) specialisti, psicologi ed esperti di consulenza (3%). In particolare, gli stagisti figurano nell'elenco dei profili in più rapida crescita nella maggior parte dei Paesi considerati, il che suggerisce che i professionisti si rivolgono a LinkedIn all'inizio della loro carriera per ampliare il loro network e sviluppare nuove competenze. I posti di lavoro da remoto sono in calo nella maggior parte dei Paesi, in particolare in Germania (-26%), Paesi Bassi (-18%) e Spagna (-17%). Fanno eccezione Italia (+6%), Australia (+26%), Singapore (+17%) e Francia (+8%)2.
- Fate sapere ai recruiter che siete interessati: Prendete in considerazione di contattare l'hiring manager prima di candidarvi a un ruolo o utilizzate la funzione Top Choice di LinkedIn per segnalare al recruiter il vostro particolare interesse per un ruolo pubblicato dall’azienda. È possibile inoltre utilizzare la funzione “Open to Work”, che consente di segnalare ai recruiter e alla propria rete di essere aperti a nuove opportunità professionali, specificando la propria preferenza per ruoli da remoto, ibridi o in sede. I dati di LinkedIn dimostrano che l'attivazione della funzione Open to Work aumenta di due volte la probabilità di essere contattati da un recruiter e 36 milioni di membri in tutto il mondo hanno scelto di aggiungere al proprio profilo la cornice pubblica Open to Work.
- Risparmiate tempo e rendete più produttiva la ricerca: La ricerca di un nuovo lavoro può rivelarsi lunga e stressante. Tuttavia, gli insight di LinkedIn basati sull'intelligenza artificiale rendono il processo più personalizzato ed efficiente: è ora possibile cercare offerte di lavoro utilizzando un linguaggio quotidiano, ad esempio “Trovami un lavoro da remoto nel marketing”, ottimizzare il proprio cv redigere una lettera di presentazione ad hoc per un ruolo con l’aiuto dell’AI. Queste funzioni permettono di concentrare le energie su aspetti chiave come la preparazione al colloquio, anziché passare al setaccio infiniti annunci di lavoro e adottare un approccio univoco per le candidature.
- Controllate la presenza di informazioni verificate sui job posting: Il badge di verifica di LinkedIn sugli annunci di lavoro indica la presenza di informazioni verificate sull'azienda o sull'annuncio. Ciò significa che l'inserzionista è affiliato a una pagina ufficiale dell'azienda, ha verificato la propria affiliazione a un determinato posto di lavoro o ha verificato la propria identità tramite uno dei nostri Identity Verification Partner.
- Fate attenzione a ciò che condividete: Riflettete sulle informazioni personali che vi vengono chieste, non fornite mai i dati bancari prima del processo di on boarding e rifiutate le richieste sospette, come il download di software criptati o i lavori che offrono un'alta retribuzione per poco lavoro.
- Avviso di sicurezza sul messaggio: Considerate l'attivazione del rilevamento automatico opzionale di LinkedIn, in grado di rilevare contenuti che potrebbero avere un impatto sulla sicurezza dell'utente.