Tendenza. Ecco come cambiano le vacanze di chi lavora
Tempo di vacanze, ma anche di ripensare alla propria carriera
Anche le vacanze sono entrate nel vortice del cambiamento. Aziende che sperimentano il lavoro agile o che incentivano benessere e riposo con corsi di yoga e meditazione, altre che favoriscono le “ferie libere”, cioè un modello che dà ai propri dipendenti massima flessibilità. «La concezione delle ferie cambia, come cambia il mondo del lavoro - spiega Pietro Novelli, general manager di Oliver James Italia -. La possibilità di lavorare da luoghi diversi dall’ufficio permette di ri-organizzarsi, potendo unire smart working e weekend lunghi, suddividendo le vacanze in più momenti dell’anno. Si assiste sempre meno all’esodo estivo e alle code infinite in autostrada: le persone possono concedersi fine settimana fuori casa lavorando da remoto anche il lunedì e il venerdì, evitando così imbottigliamenti e rientri notturni la domenica sera». Una modalità che Oliver James osserva quando fa selezione di personale per le aziende che lo richiedono, ma che è ben visibile anche al suo interno: «I dipendenti hanno l’opportunità, come policy, di lavorare da remoto tutto agosto, sia per via della chiusura aziendale che grazie a politiche di full remote working per il periodo estivo. Inoltre, dal nostro osservatorio notiamo che i diversi candidati intervistati, al momento di valutare un’offerta lavorativa, pongono particolare attenzione a questi elementi, specialmente flessibilità e smart working». Con 22 giorni l’anno di ferie più dieci festività nazionali, l’Italia si posiziona al quarto posto nella classifica europea dei Paesi con più ferie pagate all’anno. Sopra, solo Austria (con 35 giorni), Portogallo (con 22 giorni più 13 festività nazionali) e Spagna (con 22 giorni e 12 festività nazionali). Fanalino di coda, il Regno Unito, che con soli 20 giorni l’anno di ferie e otto festività chiude la classifica. Ma in Usa, per esempio, non sono garantiti i giorni di ferie pagati dal datore di lavoro, ma solo le festività nazionali. Molte aziende garantiscono lo stesso le ferie che, però, si aggirano tra i dieci e i 14 giorni all’anno. «Un quadro ben diverso da quello europeo - racconta Novelli - dato forse dal fatto che il mito americano, storicamente, è basato sull’assunto che lavorando sodo si possa ottenere di più e che le ferie siano un diversivo a questo schema. Eppure, è proprio dagli Stati Uniti che stanno nascendo nuove tendenze in fatto di ferie e lavoro». Le Big Tech americane - come Adobe, Salesforce, LinkedIn, Oracle, Netflix e ora anche Microsoft - stanno dando vita a un nuovo modello: quello delle “ferie libere”. Nella mail che Microsoft ha inviato ai propri dipendenti statunitensi si parla di “Discretionary Time Off”, ovvero “Tempo libero discrezionale». Insomma, anche se è troppo presto per decretare la fine della storia tutta italiana delle ferie d’agosto, un nuovo modello sta emergendo: «In Italia sono le nuove professioni a cambiare questo modello, invertendo di fatto la tendenza che vede gli italiani andare in ferie solo in agosto», dice Novelli. Secondo un'indagine di Coldiretti, nel 2023 più di 15 milioni di italiani hanno scelto di andare in ferie a luglio invece che ad agosto: l’1,1% in più rispetto all’anno prima. In generale il 41% degli italiani oggi va in vacanza prima di agosto. «Assistiamo a una crescente richiesta di equilibrio tra vita professionale e vita privata: specialmente le nuove generazioni, uno dei target principali per le nuove professioni digitali e tecnologiche, non sono disposte a rinunciare all’elemento di flessibilità», dice il manager e a dimostrarlo è anche l’incidenza di fenomeni nuovi, come l’alternanza tra lavoro e vacanze, durante il soggiorno estivo, che è un’opzione perseguita da due italiani su cinque (dati Osservatorio Emma Villas). «Per questa ragione, proposte come la settimana corta, il full remote, le ferie illimitate, il lavoro per obiettivi e non per orari stanno diventando i driver principali per valutare o meno le proposte lavorative», afferma Novelli.
Con un occhio alle professioni più richiesteL'estate dà anche l'opportunità di cambiare lavoro. O dare un'occhiata alle professioni più richieste dal mercato. L’Italia proviene da un importante periodo di crescita: nel biennio 2021-2022 il Pil è cresciuto dell'11% circa e l’economia è cresciuta di più di quella mondiale nel suo complesso, di quella dell’area euro, nonché della media dei Paesi avanzati. Nel primo trimestre del 2023 il Pil è cresciuto dello 0,6%. Più di Germania, Francia, Regno Unito, Spagna e anche degli Stati Uniti. «Stiamo vivendo – precisa Aurelio Silvia, Manager della divisione Sales & Marketing di Hunters Group – un periodo molto florido, nel quale le occasioni davvero non mancano e, soprattutto in alcune nicchie di mercato, le opportunità sono più numerose dei candidati. E i risultati di una nostra indagine lo confermano: circa il 77% delle imprese che abbiamo intervistato ha lamentato una difficoltà nella ricerca dei talenti, soprattutto di profili di middle e senior management con competenze altamente qualificate. Si prevede, inoltre, un aumento dell’8% di nuove assunzioni soprattutto nelle realtà medio grandi e che sono legate all’export: Engineering e construction (+17%), Ict, Tlc e Digital (+17) ed energy (+9%), la stima, in realtà, potrebbe essere rivista al rialzo in funzione di alcuni investimenti legati al Pnrr). Anche l’industria manifatturiera e il settore chimico. Sempre correlate all’export, prevedono un aumento del 31%». Le figure più ricercate nei prossimi mesi saranno:Project manager fotovoltaico e rinnovabili (con retribuzione compresa tra i 45mila e i 55mila euro annui lordi): si occupa della realizzazione della commessa coinvolgendo tutti gli stakehorlders, garantendone le tempistiche e lo svolgimento delle attività;
Construction manager (retribuzione annua lorda: 55mila-65mila): gestisce le gare d’appalto, organizza il lavoro delle ditte appaltatrici e dei professionisti incaricati, garantisce il rispetto delle tempistiche prestabilite;
Data analyst per aziende medio-grandi (da 40mila a 80mila euro lordi all’anno, in base agli anni di esperienza): si occupa di l’organizzazione e l’analisi di grandi quantità di dati, spesso con il supporto di software progettati ad hoc;
Programmatori per aziende medio piccole (con retribuzione annua lorda da 30mila a 60mila euro in relazione all'esperienza): si occupano della realizzazione di software;
Export manager (da 60mila a 70mila euro, in base all’esperienza e ai Paesi da sviluppare): è responsabile dello sviluppo delle relazioni commerciali in tutto il mondo e della ricerca di nuovi clienti.
Un'occasione per ripensare la propria carriera
Il lavoro oggi, in particolar modo per le nuove professioni digitali, è sempre più slegato dagli orari di ufficio, ma anche dal luogo fisico in cui si lavora, basta disporre di un dispositivo e di una connessione per poter operare ovunque lo si desideri. Questo permette di poter organizzare le vacanze, non solo nel periodo di agosto, gestendo al meglio il proprio tempo libero. E proprio il miglior bilanciamento tra vita professionale e privata rappresenta una delle richieste più frequenti del mondo del lavoro oggi, non solo da parte delle nuove generazioni. «Le vacanze possono essere molto di più di un semplice momento di riposo e permettono, unendo l’utile al dilettevole, di dare una nuova direzione alla nostra carriera», sottolinea l’imprenditore e formatore digitale Mik Cosentino, fondatore di Ulama Inc. Ecco i suoi consigli:Le vacanze sono il momento ideale per seguire e alimentare le nostre passioniI consigli di Glickon
Passiamo oltre 90mila ore lavorando e 200 ore all’anno a sognare una vacanza come ha rilevato Glickon nel suo Osservatorio. All’atto pratico, quindi, quanto riusciamo e vogliamo davvero goderci il nostro tempo libero o il nostro viaggio senza pensare all’ufficio, ai colleghi a cui abbiamo delegato le nostre mansioni, ai progetti che stiamo seguendo, alle infinite e-mail che riceviamo a qualunque ora e da qualunque latitudine? Poco, secondo quanto rilevato da Glickon, perché, anche se in ferie, oltre il 40% dei lavoratori controlla le e-mail mentre il 20% dichiara di sentirsi in dovere di essere reperibile e disponibile tanto da portare in valigia con sé PC e telefono aziendale. Comportamenti che per i Millennial rispondono al concetto di flessibilità, mentre per la Generazione X e i Boomer sono diventati un’abitudine derivata da un modello impostato sull’overworking. Prospettiva diversa per gli ultimi a essere entrati nel mondo del lavoro, i GenZ, che invece pongono il work-life balance come priorità. Nasce quindi spontaneo chiedersi se, oggi, quell’Out-of-Office che segna l’inizio delle vacanze abbia ancora senso. In questo scenario, a cui si aggiunge una grande incertezza a livello economico e sociale, diventa dunque necessario riflettere sull’importanza e la necessità di staccare, o perlomeno imparare a farlo, per avere un sano e corretto work-life balance qualunque sia il livello della propria carriera. Ripensare dunque al significato e all’opportunità che le vacanze rappresentano. Glickon ha quindi chiesto a Monica Bormetti, psicologa del lavoro che si occupa di formazione e coaching su work-life balance e benessere digitale, cinque consigli per ri(trovare) un equilibrio in vacanza:1. Accogliere la pigrizia. In un mondo che nell’esaltazione della fatica provata dal lavoro determina il grado di successo e denigra il “non fare nulla” e il valore dell’ozio emerge lo stress-laxing. Ovvero, la manifestazione di un forte stress che arriva proprio nel tempo libero, momento in cui invece dovremmo (e vorremmo) solo rilassarci. Per evitare di cadere in questa condizione è importante concentrarsi sull’imparare a godere dei piccoli momenti di sana pigrizia anche e soprattutto in viaggio.
2. Coltivare il piacere delle cose belle. Individuare una cosa che ci piace fare ci nutre l’anima, ci fa davvero stare bene nella nostra quotidianità: per tutti questi motivi è importante farla diventare una piacevole abitudine e imparare a seguirla, trasformarla in un rituale di benessere a cui restare fedeli. Siamo spesso orientati al dovere e meno al piacere, le vacanze sono invece un momento in cui possiamo esagerare e concentrarci sul vero significato dello star bene.
3. Fissare limiti, sostenibili. Impostare limiti chiari e fattibili tra il lavoro e il tempo libero o quello che vogliamo dedicare a noi stessi è un ottimo esercizio per avere un sano equilibrio tra le nostre varie dimensioni e ruoli. Per esempio, se avete sempre dato un’occhiata alle e-mail di lavoro in vacanza, quest’anno potreste provare a farlo solo in certi orari, in certi luoghi, non lasciando che questa abitudine pervada le vostre giornate.
4. Praticare il self-care. Bene abbracciare la pigrizia, ma occorre sempre tenere a mente che anche in vacanza bisogna prendersi cura di sé fisicamente e mentalmente. Fare quindi attività fisica regolare, mangiare in modo sano, dormire a sufficienza e cercare attività che rilassino come meditare, fare yoga o leggere un buon libro sono occasioni che vanno colte al volo. Viviamo di stimoli ed energie, ricordiamoci quindi di cercarli e ricaricarle. Saranno preziosi alleati per un rientro al lavoro più positivo e piacevole.
5. Delegare e imparare a dire di no. Evitare di cercare di fare tutto da soli, imparando a delegare e dire di no quando necessario è fondamentale per crescere. Non sovraccaricarsi di lavoro e poter dedicare tempo alle proprie passioni e interessi personali porta valore a noi come persone, ma anche alle realtà per cui lavoriamo. Vivere in modo più leggero, quasi giocoso, scrollandosi di dosso la pesantezza che a volte un “no” può portarsi dietro rende davvero liberi.
Ritorna la vacanza-studio per i più giovani
Se già nel 2022 gli italiani erano tornati a viaggiare, specialmente per motivi di studio, l’estate 2023 mostra come le partenze per i corsi di lingua all’estero, individuali o di gruppo, stiano vivendo una vera e propria crescita esponenziale, con un incremento di oltre il 50% rispetto allo scorso anno. Secondo EF Education First, l’organizzazione internazionale specializzata nei corsi di lingue all'estero per ogni età ed esigenza, l’Inghilterra è il Paese dove la maggior parte degli italiani vogliono andare per perfezionare il loro inglese, nonostante la Brexit. Il 45% degli iscritti ai programmi EF ha infatti scelto Londra, Oxford, Cambridge e Brighton, che già da metà giugno hanno fatto registrare il tutto esaurito. Ma nessuna delle città inglesi può vantare i numeri da capogiro di Malta e Dublino, che quest’anno superano anche New York sempre al primo posto per gli italiani che viaggiano oltreoceano. Questa eclatante ripresa dei corsi di lingua all’estero, in particolare per l’inglese, è sicuramente guidata dall’importanza che questo tipo di esperienza riveste nella formazione delle giovani generazioni. Chi partecipa infatti a programmi di vacanze studio all’estero, ha modo di sviluppare una forte motivazione e fiducia nelle proprie possibilità, che si traducono in un miglioramento del rendimento scolastico e in una capacità di affrontare in modo più consapevole le scelte per il futuro, avendo più chiari i propri obiettivi.