Il commercio elettronico stenta ancora a decollare in Italia. Nel nostro Paese sono oltre 4,5 milioni gli acquirenti attivi (157 milioni nel mondo) e più di 26mila i venditori professionali. Con l’accordo siglato stamane con Ebay, le oltre 700mila imprese del commercio, del turismo, dei servizi e dei trasporti associate a Confcommercio hanno un’opportunità in più di crescere. Si comincia con un manuale operativo con indicazioni e suggerimenti, si prosegue con una serie di incontri sul territorio per raccontare i vantaggi del digitale: la prima tappa è prevista il
13 ottobre a Trieste, il
14 novembre a Ferrara. Da segnalare anche le offerte e le promozioni per chi decide di aprire una 'vetrina virtuale'.Una ricerca Tns sulle imprese che non vendono on line dimostra quanto siano ancora bloccate da retaggio culturale, diffidenza e paura. Addirittura il 92% delle 202 pmi intervistate ha dichiarato di non aver mai preso in considerazione di utilizzare il commercio elettronico nonostante più della metà (52%) dichiara di avere un sito internet. "Questa chiusura, però – spiega
Claudio Raimondi, general manager di Ebay in Italia – rischia di tenerle lontane da una domanda che invece è in forte aumento: le stime di mercato relative all’acquisto on line di prodotti in Italia rivelano una crescita pari al 24% in termini di volumi e al 15% in termini di valori per il 2015".Le stime sono di cospicua crescita, considerando che negli ultimi sette anni, nonostante la crisi, il settore è aumentato nel mondo al ritmo del 15% annuo. "Oltre l’84% delle imprese fallite in questi anni non aveva competenze digitali adeguate – ha sottolineato
Alessandro Micheli, presidente dei Giovani imprenditori di Confcommercio –. L’Italia deve colmare un divario enorme. Non possiamo far finta che il mondo non cambi, ma dobbiamo comprendere le nuove abitudini di acquisto dei consumatori".