L'affare. Harley Davidson vuole la Ducati: operazione da 1,5 miliardi
La Ducati di Andrea Dovizioso in una gara del Motomondiale
Due marchi icona delle due ruote - uno nel settore del gran turismo l'altro in quello delle moto sportive - potrebbero presto convolare a nozze. La leggendaria casa motociclistica americana Harley Davidson starebbe infatti per lanciare un'offensiva
Oltreoceano, preparando un'offerta per l'acquisto di uno dei simboli della Motor Valley italiana: la Ducati, che dal 1998 è di proprietà dell'Audi e quindi del gruppo Volkswagen. Anche se ancora si tratta di indiscrezioni, per far propria la società italiana con sede a Borgo Panigale, Harley Davidson avrebbe già le carte pronte, per un'operazione che viene stimata tra gli 1,4 e gli 1,5 miliardi di euro. A Goldman Sachs sarebbe già stato affidato l'incarico di gestirla. Ducati ha un fatturato che si aggira sui 702 milioni di euro e conta oltre 1.500 dipendenti.
La cessione di Ducati rientrerebbe nei piani di riorganizzazione messi a punto dalla squadra del nuovo numero uno del gruppo di
Volfsburg, Matthias Mueller. I sindacati interno alla Volkswagen, però, sono già sul piede di guerra, schierandosi contro il suggestivo matrimonio. «Ducati è un gioiello, e i rappresentanti dei lavoratori nel consiglio di sorveglianza non appoggiano la sua vendita», ha detto un portavoce del consiglio di fabbrica, commentando le voci di un interessamento da parte della storica casa di
Milwaukee. Voci che parlano anche di un interessamento del costruttore indiano Bajaj. Ma alla finestra ci sarebbero anche fondi di investimento del calibro di Kkr, Bain Capital e Permira, tra i primi al mondo, mentre si sarebbero ritirati altri prestigiosi marchi del
settore motociclistico come Bmw, Honda e Suzuki. I rappresentanti dei lavoratori occupano la metà dei posti nel consiglio di sorveglianza di Volkswagen. Nel caso in cui dovessero schierarsi compatti contro una cessione, il loro parere negativo potrebbe essere superato solo dal presidente dell'organismo, Hans Dieter Poetsch, il cui voto, in caso di parità, vale doppio.