«Il sentiero della politica economica è oggi stretto e arduo. Non ci sono alternative al risanamentodei conti pubblici, al rientro dall'espansione monetaria, alla ricapitalizzazione del sistema bancario, al ritorno alla cultura della stabilità, che è la caratteristica fondante dell'area dell'euro». È l'ammonimento che lancia il governatore della Banca d'Italia, Mario Draghi, intervenendo all'assemblea dell'Abi. Ma secondo il numero uno di via Nazionale «non ci sono neanche alternative alla ripresa della crescita: senza di essa», rileva, «quegli stessi obiettivi divengono irraggiungibili. Una crescita che non sia spinta dal debito nè dalla politica monetaria, ma che, soprattutto in Italia, trovi nelle riforme, nel cambiamento tecnologico delle imprese, il suo motore».Le banche, scandisce Draghi, «hanno un corso speciale nel sostegno alla crescita. Se forti, saranno, solo il suo pilastro. Ma, sottolinea, «vogliamo anche banche che tornino a essere vicine al sistema produttivo come prima della crisi; non c'è che un modo: "saper discernere l'impresa meritevole anche quando i dati non sono a suo favore"». Conclude il governatore: «Tutta l'agenda è ambiziosa. Richiede analisi, conoscenze, disponibilità all'innovazione e al cambiamento fuori dall'ordinario. Attuata con determinazione ed equità avrà il sostegno dei mercati, dei cittadini».
IL BOLLETTINO DI BANKITALIAIl Pil italiano crescerà dell'1% sia quest'anno che il prossimo, trainato dalle esportazioni. La previsione è contenuta nel
Bollettino economico della Banca d'Italia che ha rivisto al rialzo dello 0,3% le stime pubblicate a gennaio. Una revisione, spiegano i tecnici di via Nazionale, «in larga parte riconducibile all'evoluzione più favorevole degli scambi internazionali rispetto a quanto allora ipotizzato». Per il 2011 tuttavia, «il maggior contributo della domanda estera verrebbe sostanzialmente compensato dall'effetto della manovra di correzione dei conti pubblici». Di fatto, avverte Bankitalia, «nella seconda parte del 2010 l'esaurirsi delle misure di stimolo fiscale e nel 2011 gli effetti restrittivi del piano di risanamento dei conti pubblici disposto dal Governo determinerebbero un rallentamento dell'attività produttiva rispetto al primo semestre di quest'anno».A preoccupare è soprattutto il mercato del lavoro. La ripresa, si legge nel
Bollettino, «non è stata sufficiente a invertire la dinamica dell'occupazione, che nel primo trimestre ha smesso di ridursi» ma, in base a dati ancora provvisori, «nel secondo non sarebbe significativamente migliorata». Il tasso di disoccupazione, dunque, prevede Palazzo Koch, «continuerebbe a crescere nei prossimi trimestri, portandosi in prossimità del 9 per cento, al netto dei fattori stagionali».