Gli acquisti di titoli di Stato «fino a tre anni non costituiscono un finanziamento monetario agli Stati». Il dado è tratto: Mario Draghi, a Bruxelles per una riunione davanti alla Commissione affari economici e monetari del Parlamento Europeo, ha chiarito una volta per tutte le linea che seguirà la Bce. Ha parlato a porte chiuse, una scelta di riservatezza formale dovuta al fatto che giovedì prossimo si terrà la cruciale riunione del consiglio direttivo della Bce.In realtà, com’era scontato, la sostanza della discussione è stata rivelata da numerosi eurodeputati presenti alla riunione, ed è chiaro che l’Eurotower sapeva benissimo che così sarebbe stato. E il messaggio (anche se non tutti gli eurodeputati hanno sentito «tre anni», qualcuno solo «breve termine») è passato proprio nel giorno in cui il ministro delle Finanze tedesco Wolfgang Schäuble avvertiva in un’intervista radiofonica che «i debiti degli Stati non devono essere finanziati dalla Banca centrale europea».La certezza l’avremo il 6 settembre alla riunione del board Bce. Certo è che Draghi, in quella che può apparire una replica in diretta a Schäuble ma, soprattutto, al suo "avversario" interno, il presidente della Bundesbank Jens Weidmann, ha voluto spazzare via i dubbi d’ordine istituzionale. In realtà le sue parole sono rivolte a tranquillizzare gli scettici che il dogma germanico dei trattati non viene violato, e già si sa che il presidente Bce è d’accordo con il governo tedesco – contro Weidmann – al di là dei moniti di rito. «Non sono un giurista – ha detto il presidente della Bce agli europarlamentari – però esistono interpretazioni dei trattati conformi a questa attività».Il presidente della Bce, ha riferito il capogruppo del Pdl all’Europarlamento Mario Mauro, ha tuttavia ribadito ancora una volta un punto chiave: «Se e quando questo intervento (di acquisto di bond sovrani,
ndr) dovesse essere effettuato, dovrebbe essere effettuato con vincoli». Insomma, come già indicato al summit Ue del 28-29 giugno, lo Stato che chiederà un intervento sul mercato dovrà siglare un
memorandum con impegni e scadenze precise per attuarli. Draghi, anche qui in linea con Berlino, ha invece ribadito il suo no secco all’idea che il futuro meccanismo salva-stati permanente Esm possa avere una licenza bancaria, per attingere ai fondi illimitati della Bce. «Questo equivarrebbe a un finanziamento degli Stati», ha detto il governatore, secondo l’eurodeputato della Csu bavarese Markus Ferber. Il discorso, del resto, va ben al di là. «In questo momento – ha avvertito il capo dell’Eurotower – vedo un’Europa frammentata, soprattutto per quanto riguarda l’accesso al credito. Dobbiamo superare questa frammentazione». Ecco perché «dobbiamo ricostruire l’Eurozona», ha spiegato agli eurodeputati, in nome di una «visione forte e condivisa a lungo termine» che vada di pari passo alla gestione a breve della crisi. Un processo di cui l’unione bancaria – proprio in questi giorni la Commissione Europea sta preparando la sua proposta per una sorveglianza Ue con la Bce in ruolo chiave – «è una tappa».Parole non a caso riprese poco dopo dal commissario agli Affari economici Olli Rehn, anche lui intervenuto (ma a porte aperte) davanti agli europarlamentari. «L’Uem 2.0 sarà molto diversa dal primo decennio dell’euro», ha affermato. Rehn ha ribadito che la Commissione vuole coinvolgere tutte le banche nella sorveglianza Ue, la cui presentazione potrebbe però slittare di una settimana (era prevista per l’11 settembre). Sulla sorveglianza il presidente della Bce, secondo chi l’ha ascoltato, è stato più cauto, rinviando alla riunione del 6 settembre.Draghi ha inoltre parlato di «crescita debole» per l’Eurozona con la prospettiva di una «graduale ripresa», ma, ha avvertito, rimangono «i rischi negativi», e anche per questo «tutti gli Stati dovranno rispettare i propri impegni». Su un punto il presidente Bce è stato deciso, rispondendo a una domanda dell’eurodeputato della Lega Nord, Claudio Morganti: «L’euro – ha assicurato – è irreversibile».La riunione della Bce cade in una settimana cruciale. Domani il presidente francese François Hollande sarà a Roma per incontrare Mario Monti, ma gli occhi sono puntati soprattutto sul 12 settembre: quel giorno la Corte Costituzionale tedesca deciderà sulla compatibilità dell’Esm, con la Costituzione tedesca. Ieri Schäuble ha voluto tranquillizzare: «Sono sicuro – ha detto – che la Corte costituzionale non bloccherà l’Esm».