Ricerca Cisl Lombardia. Le mamme continuano a licenziarsi (E ora lo fanno anche i padri)
Cresce ancora il fenomeno delle dimissioni di lavoratrici madri nel primo anno di vita del bimbo e comincia a coinvolgere anche i padri. In Lombardia, infatti, nel 2012 hanno lasciato il lavoro 55 lavoratori, con un incremento del 1000% rispetto all'anno precedente (erano stati 5). Complessivamente, invece, si registra un aumento dell'11,3% delle dimissioni, salite a 4.980 casi (4.473 nel 2011).
È quanto emerge dalle elaborazioni condotte dal Coordinamento Donne e Pari opportunità della Cisl Lombardia, sulla base dei dati forniti dal ministero del Lavoro Regione Lombardia relativi al 2012. "Nonostante le risorse messe a disposizione dalla Regione sul tema della conciliazione lavoro-famiglia i numeri delle dimissioni tornano a crescere", commenta Rita Brembilla, responsabile Coordinamento Donne Cisl Lombardia. "Occorrono progetti più incisivi e capaci di dare risposte alle famiglie e alle lavoratrici".
"Il dato sui padri che abbandonano l'impiego è assolutamente inedito e dovrà essere approfondito - aggiunge -. Sicuramente è una conferma del fatto che la conciliazione tra tempi di lavoro e di cura sta assumendo un dimensione sempre più familiare".Quanto alle ragioni dell'abbandono del posto di lavoro, il 56% si è dimesso per la carenza di servizi (853 casi), per l'assenza di una rete familiare di supporto (1011 casi), per la mancata concessione del part-time o di un orario flessibile (584 casi) e l'elevata incidenza dei costi di assistenza (323 casi). "Oltre a potenziare i servizi per la prima infanzia, occorre affrontare il tema delle rette degli asili nido, che anche nelle strutture pubbliche hanno raggiunto livelli in molti casi insostenibili", sottolinea Brembilla.
Anche a livello territoriale la situazione è peggiorata. Con l'esclusione di Lecco e Varese, dove si registra un calo (rispettivamente del 17,4% e del 2,3%), in tutti i territori della Lombardia i casi dimissioni nel primo anno di vita del figlio sono in aumento. La maglia nera spetta Cremona (+31,1% sul 2011), seguita da Brescia e Mantova (+20,6% e +20,1%), Pavia (+ 14,4%), Bergamo (+13,3%), Como (+11,2%) e Lodi (+3%).
Dal punto di vista dei settori produttivi, si registra un aumento nel commercio (+19,9%) e nei servizi (+21,8%), ambiti a prevalenza di occupazione femminile, una diminuzione leggera nell'industria (-1,5%) e più marcata nel credito/assicurazioni (-36,3%) e agricoltura (-56%).