Indagine . Donne inattive, in Italia sono al 48,5% Peggio di noi solo le maltesi
A livello provinciale, la maglia nera va a Napoli, dove il tasso di inattività delle donne è del 72%. Seguono Caserta con il 70,7% e Foggia (70,4%). Ravenna, invece, conquista il primato positivo della provincia con la più bassa percentuale di donne inattive: 30,8%. Seguono Bologna con il 32,1% e Ferrara con il 33,1%. Secondo Confartigianato, a tenere distanti le donne dal mondo del lavoro vi è soprattutto il basso investimento in quei servizi di welfare che dovrebbero favorire la conciliazione tra attività professionali e cura della famiglia. Anche in questo caso, il nostro Paese è nelle posizioni peggiori della classifica europea.
Secondo l'Ufficio studi di Confartigianato, la spesa pubblica per la famiglia è stata nel 2011 pari a 20,7 miliardi, pari al 4,6% dei 449,9 miliardi di spesa totale per la protezione sociale. Nel periodo 2007-2011 la spesa per la famiglia è la componente delle prestazioni di welfare che è cresciuta meno: l'incremento è stato di 1,3 miliardi, pari al +6,9%. Vale a dire la metà rispetto all'aumento della spesa complessiva per il welfare in Italia. Pur in un contesto così problematico per il lavoro femminile, l'Italia mantiene però la leadership in Europa per il maggior numero di imprenditrici e lavoratrici autonome: 1.565.400, pari al 16,4 delle donne occupate nel nostro Paese. La media europea si ferma invece al 10,3%.