Economia

Ilva. Di Maio: l'annullamento della gara non è una questione chiusa

Cinzia Arena venerdì 24 agosto 2018

Il vicepremier Di Maio lascia il Mise dopo la conferenza stampa sull'Ilva (Ansa)

Resta un giallo l'annullamento della gara per l'Ilva. La questione non è ancora chiusa ha assicurato oggi il vicepremier e ministro dello Sviluppo economico Luigi di Maio dopo la conferenza stampa di ieri in cui aveva parlato di "gara viziata ma che non si poteva annullare". Oggi il quadro sembra essere leggermente differente. Per annullare la gara "non basta che ci sia l'illegittimità, ci vuole anche un altro semaforo che si deve accendere, quello dell'interesse pubblico, e lo stiamo ancora verificando" ha detto. Parlando ad Agorà Estate su Raitre. Di Maio ha assicurato che "tra 15 giorni il parere dell'Avvocatura lo potranno leggere tutti. Lo vedranno dal 7 settembre in poì cioè quando sarà conclusa la procedura interna al ministero per una clausola dell'avvocatura stessa". Il parere infatti non è ostensibile, ha spiegato Di Maio. "Significa che durante la procedura di accertamento della legalità non lo posso pubblicare. Se lo pubblico vizio tutta la procedura e quindi invece di accertare la legalità magari compiamo un'altra illegalità".

Il ministro ieri aveva affermato che "sull'Ilva è stato commesso un delitto perfetto" ai danni dello Stato, dei cittadini e dei lavoratori che hanno diritto ad avere un ambiente più salubre e condizioni di lavoro migliori. "Dal parere dell'avvocatura capirete che c'è pochissimo di regolare in questa gara" aaveva detto il vicepremier definendola "viziata ma non annullabile". Oggi invece il cambiamento di posizione, con una possibilità in fronte su questo punto. La confusione insomma regna sovrana. Ecco perché la trattativa sindacale con l'acquirente, il colosso dell'acciaio ArcelorMittal, sugli esuberi deve proseguire secondo il governo che di fatto lavora su due strade parallele: l'annullamento (improbabile) da un lato e la revisione dell'accordo dall'altro. "Il tavolo sindacale in mia presenza deve andare avanti" ha detto Di Maio assicurando la sua presenza. "Se i sindacati non ci vanno, è una responsabilitàche si assumono i sindacati", ha aggiunto, riferendosi inparticolare allo scetticismo di Marco Bentivogli, segretario della Fim Cisl.

"Vanno risolte tutte le ambiguità. La gara è valida, l'interlocutore è serio. Bisogna pensare albene dell'Italia e dell'azienda. Ci vuole la volontà di tutti diuscire dalle polemiche" ha commentato da Rimini, a margine del meeting di Cl, il segretario della Cisl Annamaria Furlan. "Mi sembra dalle parole delministro Di Maio che l'avvocatura di Stato dica che la gara non sia annullabile: si prenda atto, si entri nella negoziazione, si chiudano gli ultimi punti e si parta quanto prima" ha detto il presidente dei Confindustria, Vincenzo Boccia sempre da Rimini. Deve "diventare la grande questione di soluzione industriale italiana, che coniughi occupazione e ambiente. Si faccia quanto prima: sono sei anni, abbiamo un investitore privato, ha partecipato alla gara".

L'Ilva è la più grande acciaieria d'Europa e dà lavoro a 14mila persone. Esiste dai primi anni del Novecento. I problemi di origine ambientale sono iniziati nel 2012 quando l'acciaieria fu sequestrata per violazioni delle regole sull'inquinamento. Nel 2016 è stata messa in vendita. Le offerte iniziali erano 20 ma solo due sono arrivate in finale: quella di Arcelor-Mittal, che si è aggiudicata la gara, e quella di Jindal che puntava ad una drastica riduzione dell'uso del carbone. ArcelorMittal avrebbe dovuto prendere il controllo dell'Ilva a luglio 2018 ma nel frattempo era cambiato il governo e il M5S, che non ha mai nascosto le sue perplessità, è intervenuto a gamba tesa. Di Maio ha iniziato a criticare le modalità con cui era stata realizzata la gara dal suo predecessore al ministero dello Sviluppo economico Carlo Calenda. Per questo ha spostato la scadenza per l'assegnazione definitiva a metà settembre e ha chiesto dei pareri per valutare se ci fossero gli estremi per annullare la gara e rifarla da capo. Ma il parere dell'Avvocatura, che sarà reso pubblico il 7 settembre, sembra non averli individuati. Una delle ipotesi sulla carta è l'eventuale riapertura della gara nel caso in cui ci fosse un altro soggetto interessato, più probabile il tentativo di Di Maio di usare la minaccia dell'annullamento per costringere l'acquirente ad investire di più o a modificare i suoi piani su impatto ambientale e occupazione.