Economia

Turismo. Detrazioni al 50% per le vacanze in Italia

Luca Mazza martedì 5 maggio 2020

Bonus per le vacanze in Italia, si studiano le soluzioni

«Il motto di quest’anno sarà: “andate in vacanza in Italia”», rivelò Giuseppe Conte il 22 aprile, dunque in pieno lockdown, durante una cabina di regia con gli enti locali. Adesso, agli albori della Fase 2, Palazzo Chigi può andare oltre lo slogan e sposare una proposta concreta per sostenere il turismo tricolore in un’estate che – con presenze straniere inesistenti o quasi – si preannuncia particolarmente complicata. Il progetto si chiama “Bonus Italia” ed è stato anticipato nelle ultime ore al ministro dello Sviluppo economico Stefano Patuanelli e che verrà presentato a stretto giro al titolare del dicastero per i beni e le attività culturali e per il turismo, Dario Franceschini. Si tratta di un’iniziativa di Unioncamere, che prevede una serie di misure basate soprattutto sul meccanismo delle detrazioni fiscali. In sostanza, l’idea è quella di fare in modo che, almeno in sede di dichiarazione dei redditi, sia possibile “scaricare” fino al 50% delle spese per le vacanze trascorse in Italia nel 2020 (fino a dicembre). Importi da rimborsare in un solo anno per i redditi inferiori ai 35mila euro, mentre in due o tre anni per i redditi superiori. Non solo: l’idea è quella di istituire un bonus che non si limiti ad hotel, case vacanza e agriturismi (prenotabili direttamente attraverso una piattaforma online, saltando così il passaggio oneroso sui portali più noti di intermediazione turistica), ma che includa anche le spese per musei, fiere, stabilimenti balneari e termali, attività sportive connesse alle ferie, ristorazione, bar, gelaterie. Insomma, sarebbe una sorta di intervento “all inclusive” sul costo delle vacanze. Va valutato, inoltre, se porre una cifra minima e un tetto massimo per l’importo da portare in detrazione, con una forbice che potrebbe andare dai 100 euro ai 5.000 euro. Quindi si potrebbe ottenere un rimborso massimo di 2.500 euro. Le misure sarebbero estese a tutti i contribuenti che presentano annualmente la dichiarazione dei redditi (730 o Unico), considerando che, almeno nel 2020, saranno i redditi più elevati ad avere maggiore possibilità di andare in vacanza e, dunque, a tenere a galla il comparto. «Per le fasce di reddito più basse, che magari non potranno permettersi di spostarsi dal Comune di residenza, abbiamo pensato di estendere il bonus per spese di ristorazione o per una visita a un museo anche in assenza di vacanze e viaggi– spiega Antonio Paoletti, vicepresidente di Unioncamere –. Ma per sostenere l’intero settore e ridurre al minimo gli effetti del Covid–19 servono interventi choc e destinati alla più ampia platea possibile di destinatari».

L’idea del bonus è piaciuta anche alle altre associazioni di settore: «Sono favorevoli tante realtà a cui ho illustrato il progetto, da Confturismo a Federalberghi».Se il “bonus Italia” diventasse operativo, lo studio di Unioncamere–Uniontrasporti ipotizza un giro d’affari complessivo di 35,2 miliardi di euro. Il costo lordo del bonus sarebbe di 6,2 miliardi, ma quello effettivo risulterebbe più che dimezzato (2,8 miliardi), stimando l’impatto di alcuni parametri: dalle imposte derivanti dal reddito d’impresa attivato dalla misura (1,1 miliardi) alle retribuzioni di lavoratori che grazie al sostegno al turismo non hanno perso il reddito, passando per il risparmio dovuto a migliaia di domande di ammortizzatori sociali non effettuate (1,5 miliardi). Se si considerasse il volume d’affari complessivo (diretto più indotto), in base ai calcoli di Unioncamere–Uniontrasporti il gettito fiscale potrebbe superare i 2,5 miliardi. «Senza considerare il gettito derivante dall’emersione del sommerso – aggiunge Paoletti –. in virtù dell’obbligo del pagamento elettronico e dell’emissione della fattura per poter beneficiare dei vantaggi fiscali del bonus». La misura suggerita da Unioncamere nasce dalle previsioni preoccupanti sulle ricadute dell’emergenza Coronavirus. L’organizzazione mondiale del turismo (Unwto) stima un calo tra il 20 e il 30% dei ricavi su scala mondiale (tra i 300 e i 450 miliardi di euro). Nel nostro Paese la riduzione in termini di presenze potrebbe toccare il 60%. «Il settore è in ginocchio – ammette il ministro Franceschini –. Il decreto di aprile e maggio conterrà misure di sostegno. Stiamo lavorando su quello che è stato definito un “bonus vacanze”, ma in realtà è un tax credit da spendere nelle strutture ricettive e rivolto alle famiglie con redditi medio–bassi».