Lo studio. Moto, bici e monopattini: così cambia la sharing economy
A Milano il servizio di bike sharing del Comune è operativo da oltre dieci anni
Con l'inizio della Fase 2 c'è da attendersi lo sviluppo di alcune forme di sharing fino ad oggi considerate embrionali come ad esempio monopattini, bike e scooter che potrebbero rappresentare un modo sicuro e conveniente per muoversi all'interno delle città. È quanto emerge dallo studio di Deloitte, "From now on. Mobility Boost, si apre una nuova fase", che delinea gli scenari possibili nella mobilità. In Cina a tre mesi dal contagio l'utilizzo del bike sharing è aumentato del +150%. L'altra faccia della medaglia è però rappresentata dall'altrettanto probabile trasformazione che attende forme più consolidate e oggi messe a rischio, come il car pooling (sostenibile a livello ambientale, ma in contrasto con i bisogni di distanziamento sociale) e il car sharing, chiamato a prevedere forme più sicure, a partire dalla sanificazione dei mezzi. Le difficoltà attuali non risparmiano nessuno, a partire dell'Automotive che solo a marzo 2020 ha registrato un crollo delle immatricolazioni di autovetture nei principali paesi europei (Germania -38%, Spagna -69%, Francia -72% e Italia -85,4%), mentre a livello continentale più di 1,1 mln di lavoratori sono stati colpiti dall'arresto della produzione, con un impatto di oltre 1,2 mln di veicoli non prodotti a marzo 2020.
Sul fronte degli operatori di nuova mobilità, tutti sono stati colpiti a loro volta dai blocchi della circolazione e per quanto riguarda il car sharing, analizzando il caso italiano (uno dei mercati più sviluppati per questa forma di mobilità) si assiste a una contrazione degli utilizzi con picchi fino al -70%, mentre il noleggio ha visto in Italia un calo vertiginoso delle immatricolazioni a marzo 2020 rispetto al 2019 (-98% immatricolazioni a breve termine, -80% a lungo termine). Come tanti altri settori anche quello della "nuova mobilità sta vivendo un periodo di grande incertezza. La frammentazione dell'offerta, la presenza di un elevato numero di operatori di piccole dimensioni e modelli di business ancora in sofferenza economicamente potrebbero incidere sotto due punti di vista", afferma Luigi Onorato, Senior Partner di Deloitte Italia. "Da un lato, provocando la possibile scomparsa - aggiunge - degli operatori più piccoli qualora non venga previsto un intervento strutturale ed economico di supporto da parte del regolatore. Dall'altro, potremmo assistere a fenomeni di consolidamento attraverso operazioni di M&A, anche con l'intervento del mondo pubblico (fusioni tra piccoli operatori o acquisizioni)".