Economia

Resa dei conti. Default greco vicino, scatta l'ultimatum

Giovanni Maria Del Re sabato 20 giugno 2015
La Grecia accetti le offerte dei creditori o affronti il default. Siamo ormai all’ultimatum ad Atene, in vista dell’Eurosummit di lunedì, lanciato in un videomessaggio dal presidente del Consiglio europeo Donald Tusk. «Siamo vicini al punto – afferma – in cui il governo greco dovrà scegliere tra accettare una buona offerta o dirigersi verso l’insolvenza». Monito cui fa eco quello, analogo, lanciato dal presidente della Commissione europea Jean-Claude Juncker. «Non capisco Tsipras. La fiducia che ho riposto in lui non è stata ricambiata» ha detto, ricordando di avergli offerto un piano di investimenti da 35 miliardi di euro. «Ho ripetutamente avvertito Tsipras – aggiunge – che non deve contare sulla mia capacità di evitare una rottura del negoziato», escludendo di poter «tirar fuori conigli dal cilindro». Un Grexit, insomma, non si può più escludere. In serata è arrivato un messaggio anche dagli Usa. «È un weekend decisivo. Entrambe le parti devono fare in fretta per finalizzare un credibile programma di riforme che sia la base di una ripresa di lungo termine del Paese» ha affermato il portavoce della Casa Bianca, Eric Schultz. Ieri, intanto, si è registrato un record di prelievi dalle banche elleniche: 1,2 miliardi di euro, per un totale di 4,2 miliardi in una settimana. La Bce, però, ieri ha innalzato di altri 1,8 miliardi la liquidità d’emergenza agli istituti, appena quanto basta per superare il fine settimana. In questo weekend Juncker ha in programma telefonate coi maggiori leader Ue. Ieri ha sentito Matteo Renzi. Mentre Steffen Seibert, portavoce del cancelliere, spiega che se durante il fine settimana non si sarà profilata una solida base di intesa, il vertice di lunedì sera sarà «solo consultivo». Una doccia fredda per Tsipras, che punta a un accordo direttamente al summit. «Dobbiamo abbandonare ogni illusione che vi sarà una soluzione magica a livello dei leader – ha avvertito anche Tusk –. Il vertice non sarà il passo finale, non vi saranno negoziati tecnici, sarà il lavoro dei ministri delle finanze». I quali sono stati convocati dal presidente dell’Eurogruppo Jeroen Dijsselbloem per le 15 di lunedì per preparare l’Eurosummit. Secondo fonti diplomatiche, se non saranno arrivate nuove proposte da Atene, i ministri discuteranno il 'piano B': gestire l’imminente insolvenza greca. Le posizioni restano distanti: le istituzioni insistono su risparmi pari all’1% del Pil per le pensioni e un maggior gettito Iva anche qui pari all’1% del pil. Atene ha offerto rispettivamente lo 0,04% e lo 0,7%. E chiedono maggiori sforzi per circa  2 miliardi di euro nel 2016, ricordando però che Atene risparmierebbe 12 miliardi di euro tra il 2015 e il 2018. Sullo sfondo, quello che Tusk chiama il «gioco dell’uovo e della gallina»: Atene rifiuta impegni ulteriori se non si parla anche del futuro e del debito, i creditori non vogliono parlare del futuro se prima Atene non si impegna. Secondo fonti Ue, si lavora a un pacchetto in cui si affrontano entrambe le questioni insieme. Cruciale sarà la possibilità di una nuova ristrutturazione del debito ellenico, chiesto non solo da Atene, ma anche dal Fmi. E ventilato dallo stesso Eurogruppo nel novembre 2012.