Forum di Davos. Gentiloni: non vinceranno i populisti. Merkel: sono un veleno
L'arrivo del premier italiano Gentiloni al Forum di Davos (Ansa)
Seconda giornata di lavori a Davos per il Forum economico mondiale subito infiammato dalle politiche protezionistiche di Donald Trump che ha imposto nuovi dazi sulle importazioni di lavatrici e pannelli solari. In attesa dell'arrivo del presidente americano, che parlerà venerdì ribadendo la sua linea sintetizzata nello slogan "America First" oggi è il giorno dei leader europei che proveranno a contrastare con un'unica voce le posizioni di Trump come ieri ha già fatto il premier indiano Narendra Modì difendendo la globalizzazione.
Il premier Paolo Gentiloni ha affrontato il delicato tema delle elezioni e di quella instabilità politica che secondo le preoccupazione del Fmi e dell'Ocse potrebbe creare danni al Paese che per fortuna nel 2017 è riuscito ad "agganciare" la ripresa grazie anche alle riforme. Alle prossime elezioni in Italia "non trionferanno i populisti e gli anti europei", ha detto Gentiloni, auspicando una vittoria del centro sinistra. "Dobbiamo essere molto attenti a non interrompere il processo di riforme che abbiamo realizzato negli ultimi cinque anni con lo sforzo dei lavoratori e delle imprese italiane. Sarebbe molto grave". Gentiloni ha aggiunto che l'Italia è "sulla strada giusta, visto che l'economia è tornata a crescere, ma questo non comporta automaticamente che abbiamo risolto tutti i nostri problemi sociali e politici". Quanto a Berlusconi, lui non è un populista, ma la sua coalizione sì. "Non chiamerei Berlusconi un populista, ma prendo atto del fatto che ha una coalizione dove i populisti e i no euro sono non solo rilevanti ma predominanti".
Gentiloni non si è sbilanciato sul suo futuro politico affermando che il suo impegno iniziato "13 mesi fa, era portare il paese alla fine della legislatura, portare avanti le riforme e affrontare alcune crisi serie come quella migratoria e delle banche. Termina con le elezioni. Dopo, vedremo".
Parole chiare sul protezionismo, che "apparentemente tutela i singoli Paesi, ma alla lunga creerebbe enormi problemi economici" e finirebbe per "tagliare il ramo" su cui poggia la crescita.
Oggi a prendere la parola è stata anche la cancelliera tedesca Angela Merkel, che ha usato parole durissime contro i populismi di destra in Europa, "un veleno" prodotto da problemi irrisolti. Il riferimento è anche ad Alternativa per la Germania (Afd), entrato per la prima volta nel parlamento federale tedesco a settembre, quando si è imposto come terza forza all'interno dell'assemblea. Partiti populisti sono nati in Francia, Olanda ed altrove. Merkel ha espresso l'auspicio che tali movimenti non acquistino maggiore forza e sostegno ed ha assicurato che il suo governo sta cercando di tenere il populismo di destra "sotto controllo".
"E il protezionismo non è una buona soluzione ai problemi globali", ha dichiarato anche la Cancelliera.
Attesa anche per il presidente francese Emmanuel Macron, che interverrà oggi.
Trump arriverà domani e interverrà venerdì quando i lavori al Wef si avvieranno a conclusione. Tutti danno per scontato che ribadirà i successi di un anno alla Casa Bianca, a partire dai tagli fiscali alle imprese, senza arretrare di un millimetro su protezionismo, sul suo no a quell'ordine internazionale multilaterale, basato sulle regole, difeso a spada tratta da Modi e dalla Merkel. Il premier canadese Justin Trudeau ha improntato il suo discorso alla parità di genere economica, spiegando che gli Usa avrebbero un'economia di 1.750 miliardi di dollari più grande se le donne avessero gli stessi diritti e retribuzioni degli uomini. Una specie di schiaffo sottotraccia a un presidente Usa accusato di molestie sessuali.
Trump incontrerà, tra gli altri, la premier britannica Theresa May, il premier israeliano Benyamin Netanyahu e il presidente del Ruanda Paul Kagame. Intanto il segretario al Tesoro Usa Steven Mnchin oggi ha sottolineato che gli Stati Uniti sono "assolutamente" favorevoli al libero mercato e che questo non è in contraddizione con le misure imposte da Trump. ll segretario al commercio americano Wilbur Ross ha affermato che esiste la possibilità di "ritorsioni" da parte della Cina. Ross ha anche detto che le guerre commerciali sono "combattute ogni singolo giorno" e che ogni giorno qualcunocerca di violare le regole e ottenere vantaggi.