Tendenza. Dall'industria culturale nuove opportunità di lavoro
Il creativo è una delle professioni emergenti
L'industria culturale e creativa italiana dà lavoro a 1,5 milioni di persone che producono ricchezza per 88,6 miliardi di euro, di cui 48,6 miliardi (il 54,9%) generati dai settori culturali e creativi (attività core) e altri 40 miliardi (il 45,1%) dai professionisti culturali e creativi attivi. Un sistema formato da 270.318 imprese e 40.100 realtà del Terzo settore (11,1% del totale delle organizzazioni attive nel non profit). Questa la foto scattata a settembre scorso e relativa al 2021 dal rapporto Io sono Cultura, arrivato alla XII edizione, realizzato da Fondazione Symbola e Unioncamere, con la collaborazione del Centro Studi delle Camere di commercio Guglielmo Tagliacarne, insieme con Regione Marche e Istituto per il Credito Sportivo. Guardando ai settori, continua la crescita del settore dei videogame italiano, in ritardo rispetto altri Paesi dove da anni è la principale industria culturale e creativa (192 miliardi di dollari di fatturato nel mondo nel 2021), in particolare nel genere racing dove le aziende italiane rappresentano un’eccellenza mondiale nella produzione di videogiochi di genere. Altro settore in forte crescita è quello del fumetto,
protagonista assoluto del mercato del libro italiano: nel 2021 si è registrato un vero e proprio boom, con 11 milioni di copie vendute per un valore a prezzo di copertina di 100,245 milioni di euro. Una crescita del 256% rispetto al 2019. Nel settore del cinema osserviamo due dinamiche differenti per la produzione e la distribuzione. Mentre la prima va a gonfie vele, con una crescente attenzione all’internazionalizzazione e un aumento dell’occupazione (l’impegno delle troupe cinematografiche e televisive nel 2022 passerà, secondo i sindacati, da 1.600 a 2.300 settimane di riprese annuali) la sovrabbondanza di titoli fa fatica ad arrivare in sala e difficilmente riesce a catturare l’attenzione degli spettatori. Il mancato passaggio in sala e l’arrivo direttamente in tv o sulle piattaforme sta indebolendo il sistema con il risultato che le sale sono vuote (salvo pochi blockbuster americani), aggravando il già pesante fardello imposto loro dalla pandemia. Sia in termini di valore aggiunto sia di occupazione emerge una chiara differenziazione tra il Nord Italia e il Mezzogiorno. La grande area metropolitana di Milano è al primo posto nelle graduatorie provinciali per incidenza di ricchezza e occupazione prodotte, con il 9,5 e il 9,9%. Roma è seconda per valore aggiunto
(8,5%) e quarta per occupazione (7,8%) mentre Torino si colloca terza (8,2%). Seguono, per valore aggiunto Arezzo (7,8%), Trieste (6,9%), Firenze (6,7%), Bologna (6,1%) e Padova (6 %).
Professione creator, in Italia sono più di 10mila
Nel mondo sono oltre 50 milioni. In Italia sono più di 10mila. Sono i content creator: come fossero editori, pensano, producono e distribuiscono contenuti specializzati sul web. Generando, a livello globale, un mercato da oltre 104 miliardi di dollari. Ma quanto del valore generato resta in mano a chi, in effetti, ne è il “produttore”? A rispondere a questa domanda è Mambo (www.mambocommunity.com), la più grande community di content creator in Europa. Mambo aiuta oggi, tra Italia e Spagna, oltre 200 professionisti (soprattutto under 30) a monetizzare la propria creatività, con oltre 300mila euro di compensi distribuiti nel 2022 (anno di start up del progetto) e una stima che supera un milione di euro per il 2023. «Siamo una community nata per aggregare il talento dei giovani creatori di contenuti e aiutarli a monetizzare la loro creatività. Le opportunità della Creator Economy sono ormai sotto gli occhi di tutti e la capacità di creare contenuti on line che sfruttino il linguaggio nativo delle piattaforme è sempre più ricercata dai brand. Quello che manca è un “ponte” che faciliti la comunicazione tra il mondo delle aziende e quello di ragazzi che sono principalmente mossi dalla passione verso ciò di cui parlano on line - spiega Tommaso Ricci, Managing Director di Mambo -. Offriamo da un lato, attraverso le Academy, percorsi di formazione e professionalizzazione ai ragazzi, mentre dall’altro ci poniamo come intermediario di fronte ai brand, facilitando la costruzione di strategie di comunicazione che valorizzino, da un punto di vista creativo ed economico, i creator. E, per i ragazzi, organizziamo anche numerosi momenti di svago e networking».
La formazione diventa sempre più centrale
L'industria culturale e creativa ha un impatto nella vita di tutti giorni. Perciò c'è bisogno della formazione continua per aggiornarsi sulle applicazioni e gli aspetti più disparati. M-Cube, per esempio, specializzata in soluzioni innovative e strategiche dedicate al mondo del retail, partecipa a due master universitari: l'Afmel (Alta Formazione in Music and Entertaiment Law) dell’Università Cattolica e Style & Management for the Music Industry. Mike Sponza, Group Music & Licensing Director di M-Cube e tra i maggiori esperti in Italia del settore del music designing e del diritto d’autore, parteciperà nei prossimi mesi portando la sua esperienza decennale al servizio degli studenti. M-Cube opera da anni nell'ambito della musica nei punti vendita in cui ha acquisito una esperienza unica in Italia, lavorando con i vari marchi su un’offerta musicale tagliata su misura e accuratamente pianificata. Da questi corsi possono emergere figure professionali che servono nel panorama del marketing, soprattutto: sound designer / music curator, esperti di sound branding, esperti di copyright/diritto d'autore. Di seguito i link ai due master: https://asgp.unicatt.it/asgp-corsi-di-alta-formazione-music-and-entertainment-law-afmel; https://www.accademiacostumeemoda.it/corsi/master-style-management-for-the-music-industry/. Da registrare l'esordio di Unreal 5 + Storytelling, il nuovo progetto formativo firmato da Giffoni Innovation Hub e Prometeo Lab per i giovani tra i 18 e i 35 anni che desiderano ritagliarsi uno spazio nel mercato del lavoro delle industrie creative. Il master, che partirà ad aprile e si concluderà a luglio 2023, prevede l'assegnazione di alcune borse di studio e offre la possibilità di apprendere nozioni tecniche della virtual production e i linguaggi dello storytelling e della scrittura creativa. Nel corso del master, gli studenti avranno la possibilità di creare un progetto personale e i migliori saranno presentati a luglio al Giffoni Film Festival 2023. Le iscrizioni sono aperte fino al 26 marzo. Per maggiori informazioni:
https://www.giffonihub.com/master-mus/. Partito invece il XVII corso in alta formazione per librai che in questi anni ha accompagnato e sostenuto l’evoluzione delle librerie aiutando gli aspiranti librai - sono stati circa 300 gli allievi dei quali circa 100 oggi hanno aperto una loro impresa o collaborano in aziende già avviate – ad affrontare con consapevolezza e strumenti un mercato affascinante, ma pieno di insidie. Nel 2022 si è arrestata la diminuzione delle librerie e si è registrata una modesta inversione di tendenza rispetto al passato. Sono 4.424 le imprese del commercio al dettaglio di libri in Italia (+0,1% sul 2021), di cui 327 vendono usato. Due librerie su cinque sono al Settentrione (24,2% nel Nord Ovest e 17% nel Nord Est), mentre un terzo sono collocate al Sud. Lombardia e Lazio sono le regioni con il numero più elevato di librerie (rispettivamente 569 e 538) seguite da Campania e Toscana che registrano un lieve aumento (+ 1% e + 1,4% tra il 2021 e il 2022).
Progetto di inclusione nel digitale dei giovani disoccupati
Inizia la fase conclusiva di Al lavoro 4.0, il progetto di inclusione sociale grazie al digitale che Digital360 organizza in collaborazione con Caritas Ambrosiana e Fondazione San Carlo. Arrivato alla sua seconda edizione, offre ai Neet (giovani che non lavorano e non studiano) l’opportunità di accedere a percorsi di formazione gratuita sulle nuove professioni digitali. Nei prossimi giorni, 20 ragazzi tra i 18 e 30 anni inizieranno un percorso di quattro mesi di tirocinio in aziende del territorio milanese per essere inseriti come addetti alla logistica o operatori di linea per chi ha seguito l’indirizzo “Industria 4.0”, oppure come supporto alle attività di vendite interne, produzione contenuti, social media management e organizzazione eventi per chi ha seguito l’indirizzo Marketing 4.0. Il progetto intende contribuire a ridurre le disuguaglianze generate dalle condizioni di svantaggio socio-economico che non permettono ad alcuni giovani di acquisire le competenze necessarie per accedere al mondo del lavoro o che li obbligano ad abbandonare il percorso di studi. Questa seconda edizione conferma la collaborazione con Caritas Ambrosiana e Fondazione San Carlo, che attraverso la propria rete capillare di Centri di ascolto ha identificato i 20 giovani con passione per il digitale e fortemente motivati a entrare nel mondo del lavoro, per la selezione dei partecipanti ai due possibili percorsi di formazione totalmente gratuiti. Anche quest’anno molte aziende del settore industriale e del tech hanno aderito all’iniziativa contribuendo con la formazione in aula o con l’offerta di tirocini.
Nasce l'Area Comunicatori di Manageritalia Executive Professional
Un’area di rappresentanza, informazione e formazione professionale per valorizzare l’intera categoria. Con queste prerogative e finalità nasce l’Area Comunicatori all’interno di Manageritalia Executive Professional che estende così il proprio ambito di specializzazione e rappresentanza delle Alte Professionalità. La nuova area sarà coordinata da Rita Palumbo, professionista che da anni si occupa del settore. L’obiettivo è quello di valorizzare il ruolo e la specificità di una figura professionale sempre più cruciale per le imprese, in un contesto segnato da profondi cambiamenti soprattutto sul fronte delle competenze, garantendo la giusta rappresentanza ad un comparto professionale che produce valore per il Sistema Italia. Dare voce a oltre 30mila comunicatori che operano in Italia, diffondere la cultura della comunicazione presso istituzioni e business community, valorizzare ruolo e funzioni del comunicatore professionale, offrire progettualità e opportunità di lavoro ai 10mila giovani che ogni anno si laureano nelle Facoltà di Scienze della Comunicazione, creando “lavoro di valore”. Sono alcune delle ragioni prioritarie che danno senso e specificità alla nascita dell’Area Comunicatori. Un percorso che parte dall’introduzione di una specifica norma Uni sul tema, di cui la stessa Palumbo è stata fautrice, e che si avvale della collaborazione e del dialogo con le principali organizzazioni di rappresentanza del mondo della comunicazione.