I consigli. Dal colloquio alla reputazione sui social
Un colloquio di lavoro
Affrontare un colloquio di lavoro, ma anche stilare un curriculum o curare la propria reputazione sui social possono essere delle sfide. Ma anche un gioco. Tanto che c'è chi li propone come un'attività ludica. Openjobmetis, per esempio, lancia il primo gioco da tavolo, ideato e disegnato in esclusiva per percorrere tutti i passaggi più importanti di chi vuole muoversi al meglio nel mondo del lavoro. Come scrivere un cv in modo brillante? Come sostenere un efficace colloquio di lavoro? E ancora: quali consigli per gestire la propria pagina LinkedIn e la propria web reputation? Non è semplice affrontare tutti questi temi, soprattutto per i più giovani. Lo sanno i tantissimi recruiter che ogni anno entrano in decine di scuole offrendo gratuitamente la propria consulenza per affiancare gli studenti nella scelta delle scuole superiori e nel primo approccio con il mondo delle imprese. Per questo hanno pensato a uno strumento giocoso, ma al contempo ricco di contenuti, snocciolando, casella per casella, tanti temi di grande importanza. Non solo: il gioco propone un percorso progressivo, dove - pedine e dadi alla mano - possono essere rafforzate le competenze sociali e relazionali, mettendo a confronto le esperienze di tutti i giocatori coinvolti. I giochi da tavolo insegnano a rispettare i tempi degli altri, a comprendere e seguire le regole, a collaborare e anche, se si perde, a sviluppare nuove strategie, permettendo di veicolare le informazioni attraverso sistemi non solo nozionistici, ma esperienziali, riferibili al mondo reale. Allena il tuo futuro è un gioco strategico, in grado di stimolare funzioni esecutive come la pianificazione, la concentrazione e la flessibilità mentale.
Come affrontare il colloquio
L'ansia prima di un colloquio è del tutto normale. Anzi, se gestita bene può essere una preziosa alleata. Tuttavia, quando questa prende il sopravvento, rischia di compromettere la lucidità necessaria per affrontare la situazione con sicurezza. Per aiutare i candidati a gestire al meglio questo delicato momento, InfoJobs propone un vademecum di cinque consigli pratici per trasformare l'ansia in una risorsa e sfruttare al meglio l’opportunità del colloquio:
1. Prepararsi a conoscere l'azienda
Per affrontare un colloquio con successo, è essenziale comprendere a fondo l'azienda per cui ci si sta candidando. Questo significa andare oltre il sito web e pagine social aziendali: leggere articoli di settore, rapporti annuali e notizie recenti può offrire una visione completa dell'attività aziendale. Inoltre, conoscerne la storia, la sua missione, i valori fondamentali e i principali progetti in corso permette di rispondere in modo più specifico e personalizzato alle domande e dimostra al recruiter che il candidato è genuinamente interessato e motivato.
2. Vestirsi adeguatamente: l'Importanza della prima impressione
L'abbigliamento gioca un ruolo cruciale nella creazione di una prima impressione positiva. È importante adattare il proprio look alla cultura e al settore dell'azienda. In un contesto professionale, un abbigliamento formale è spesso più consigliato, mentre in ambienti più creativi potrebbe essere accettabile un look più casual ma sempre curato. La scelta di un abbigliamento appropriato non solo dimostra rispetto per l'azienda, ma comunica anche serietà e attenzione ai dettagli.
3. Fare le domande giuste: mostrare curiosità e interesse
Preparare domande pertinenti è cruciale per dimostrare non solo interesse reale per il ruolo e per l'azienda, ma anche per capire se quel lavoro è effettivamente adatto a noi. Dopo tutto, la decisione non è solo dell’azienda. È utile porre domande che vadano oltre la semplice descrizione del lavoro e indaghino sulla cultura aziendale, sul team, sul responsabile e le opportunità di crescita professionale. Chiedere informazioni su come l’azienda affronta le sfide del settore o su quali sono le aspettative per il ruolo può fornire una visione più approfondita e mostrare un impegno serio oltre che permettere al candidato di determinare se l'azienda è in linea con i propri valori e obiettivi professionali.
4. Enfatizzare le soft skill: oltre alle competenze tecniche
Quando si parla delle proprie esperienze, è importante non limitarsi a elencare le competenze tecniche (hard skill). Le soft skill, come spirito d’iniziativa, mentalità creativa, pensiero critico, la leadership, la gestione del tempo e l’intelligenza emotiva e sociale sono altrettanto importanti. I candidati dovrebbero evidenziare come hanno sviluppato queste competenze attraverso progetti universitari, esperienze scolastiche, volontariato o eventi quotidiani. Portare al recruiter esempi concreti aiutano a illustrare come le soft skills siano state applicate nella pratica, rendendo il candidato più credibile e convincente.
5. Postura e linguaggio del corpo: comunicare sicurezza
La postura, il linguaggio del corpo e il modo di interagire durante un colloquio comunicano molto più di quanto si possa immaginare. Un ottimo biglietto da visita è sorridere mostrandosi ben disposti alla conoscenza del selezionatore, nonché lieti di essere stati scelti come possibili candidati ad entrare a far parte dell'azienda. È poi fondamentale mantenere una postura composta, che trasmetta fiducia e interesse. Il contatto visivo regolare dimostra coinvolgimento e sincerità, mentre un ascolto attivo, evidenziato da cenni di assenso e risposte puntuali, mostra rispetto e attenzione.
Indagine sulla web reputation
Orienta ha condotto, durante il mese di settembre 2024, un'indagine con otto domande a risposta chiusa tra i propri utenti Linkedin, per indagare la loro conoscenza circa l’importanza della web reputation soprattutto in chiave occupazionale. Alla survey hanno risposto circa 12mila persone. La web reputation è un aspetto centrale per trovare lavoro. Prima di assumere qualcuno, la maggior parte delle figure manageriali addette alla ricerca e selezione di personale fa una ricerca online sulla persona candidata per conoscerla meglio e trarne un profilo più attendibile possibile. In questo senso curare la propria reputazione online è decisivo. Le domande, nello specifico, hanno riguardato la conoscenza o meno del concetto di web reputation, a cosa serve, a quale soggetto (candidato o azienda) è più utile, come si costruisce una reputazione online positiva, quali i maggiori rischi, e quali dati o informazioni condividere o meno on line. Il primo spunto della ricerca è stato capire quanti, tra i nostri utenti, conoscono il tema della web reputation: il 50% ha affermato di conoscerla, mentre l’altra metà ha risposto il contrario. Per il 61%, la reputazione online serve a farsi apprezzare dalle aziende, consapevolezza che combacia con la tendenza degli Hr e dei manager a cercare spesso il profilo online dei candidati. Secondo il 24%, invece, serve più a farsi apprezzare da qualcuno in generale. Il 36% pensa di costruire un’immagine positiva di sé attraverso l’interazione con utenti online, il 34% pubblicando contenuti di valore e il 21% attraverso feedback positivi da parte di altri. Rispetto ai rischi per la propria reputazione online, il 30% pensa che bisogna evitare le discussioni sui social, il 23% sostiene che bisogna evitare post “compromettenti” e il 29% foto “compromettenti”. Importante, poi, per il 18% monitorare costantemente la rete. Tra i rischi, il 44% teme l’appropriazione dei propri dati e immagini, il 28% la circolazione di fake news a proprio discapito e per un altro 28% l’eventualità di trasmettere un’idea negativa di sé. Il 75%, inoltre, considera importante mantenere privati i propri dati personali. Tra questi, quelli considerati più delicati per il 46% dei rispondenti è lo stato di salute, per il 19% si tratta del proprio pensiero politico o credo religioso. Per un minor numero di persone, invece, i dati personali più importanti sono il livello di reddito e le informazioni biometriche.
«Siamo, sempre di più, una società iperconnessa, social e digitale, di conseguenza anche il concetto di reputazione si è spostato online, con maggiori opportunità ma anche rischi. Bisogna essere consapevoli che molte delle nostre attività online lasciano tracce pubbliche che contribuiscono a definire la nostra immagine e reputazione – spiega Giuseppe Biazzo, ad di Orienta -. Questa dinamica è strettamente correlata al tema occupazionale e, in special modo, ai processi di assunzione e non solo. È noto che molti dei professionisti della ricerca e selezione del personale ricorrono allo strumento online per definire un profilo più completo dei candidati. Importante, quindi, curare la propria reputazione online in chiave lavorativa. Allo stesso tempo, però, questa non deve diventare un’arma a doppio taglio, che scoraggia la legittima libertà di pensiero di ciascuno, innescando pericolose autocensure e magari prestando il fianco a inaccettabili discriminazioni. La reputazione online è quindi importante per i candidati e per le aziende, ma in un contesto generale sano, equilibrato e rispettoso delle libertà di ognuno di noi».