Economia

L'evoluzione. Da venditori porta a porta a professionisti della compravendita

Maurizio Carucci giovedì 16 febbraio 2023

Venditrici a domicilio al lavoro

Continua a crescere l’occupazione nella vendita diretta, settore che si mantiene solido nel mondo e che torna ad aumentare in Europa, coinvolgendo sempre più donne e giovani. A dimostrarlo sono i dati rilasciati da Seldia (The European Direct Selling Association), e Wfdsa (World Federation of Direct Selling Associations), le istituzioni europee e mondiali del comparto. Nel 2021 l’Italia si conferma, come nel 2020, al terzo posto nella classifica di fatturato sia nell’Unione Europea che in Europa, appena dietro a Francia e Germania: risultato che sottolinea come l’opportunità occupazionale convinca e coinvolga sempre più italiani. In questo scenario, il fatturato generato in Europa raggiunge i 32,7 miliardi di euro (Iva esclusa), registrando una tendenza positiva del 2,8 % rispetto all'anno precedente (+3% se si considera solo l’Ue) e dando lavoro a 15,7 milioni di incaricati alle vendite, di cui l’82% è composto da donne. Nel mondo, nel 2021, il fatturato complessivo registra un incremento del +1,5% rispetto al 2020, per un volume d’affari di 186,1 miliardi di dollari (Iva esclusa). Nella classifica mondiale, l’Italia si posiziona al 13esimo posto, guadagnando una posizione rispetto all’anno passato. A livello mondo si registrano oltre 128 milioni di incaricati alle vendite, con una presenza femminile del 70%. Tuttavia il 2022 si è confermato essere un anno di transizioni e mutamenti sul fronte occupazionale: nei primi nove mesi dell'anno sono state oltre 935mila le dimissioni da rapporti di lavoro a tempo indeterminato, con un incremento del +17% rispetto allo stesso periodo del 2021. I dati diffusi dall'Inps confermano che molti italiani, nell'era post-Covid, vogliono cambiare la propria routine lavorativa dove tempo libero, salute e affetti hanno un ruolo sempre più importante. In questo scenario, la vendita diretta sostiene le nuove priorità dei lavoratori, come dimostrano i dati Avedisco: nei primi nove mesi del 2022 sono oltre 298mila gli incaricati alle vendite che hanno scelto di lavorare per le aziende associate Avedisco, con una crescita del +23,7% rispetto ai primi nove mesi del 2019. Il settore della vendita diretta offre un lavoro che garantisce indipendenza, dinamicità e flessibilità con continue possibilità di relazioni: più che un semplice venditore, infatti, l'incaricato alle vendite si sta affermando sempre di più come figura di consulente per gli acquisti. «Ciò che emerge è che, in seguito alla pandemia da Covid-19, molte professioni, così come organizzate in passato, faticano a soddisfare le nuove esigenze degli italiani; al contrario, la vendita diretta, che nel tempo ha saputo evolvere il proprio modello di business fino a creare un sistema efficace, è oggi capace di rispondere positivamente ai cambiamenti aprendo le sue porte a tutti coloro che desiderano reinventarsi, con opportunità lavorative concrete e senza fare distinzioni di sesso, età e profilo socioculturale», sottolinea Avedisco. Inoltre, le aziende associate Avedisco, investono quotidianamente sullo sviluppo delle competenze tecniche e delle abilità dei loro incaricati alle vendite: i corsi di addestramento organizzati sono 2.153, mentre quelli di formazione 617, seguiti rispettivamente da 354.363 e da 62.598 partecipanti; un fattore determinante per la crescita e la solidità del settore che rappresenta nel 2023 una preziosa risorsa a supporto degli italiani. Più che un semplice venditore l’incaricato a domicilio si sta affermando sempre di più come figura di consulente per gli acquisti. Investire sullo sviluppo delle competenze tecniche e delle abilità è un fattore determinante per la crescita e la solidità del settore, un modello di business che apre le sue porte a tutti coloro che desiderano reinventarsi con opportunità lavorative concrete e senza fare distinzioni di sesso, età e profilo socioculturale. «Le nostre aziende associate si dedicano quotidianamente alla formazione dei propri Incaricati alle Vendite; un impegno per renderli sempre più preparati e pronti ad affrontare un mercato altamente competitivo – spiega il presidente di Avedisco Giovanni Paolino –. La vendita diretta è al passo con i tempi; garantisce crescita agli Incaricati, mantiene vive le relazioni con i Clienti e assicura la qualità dei prodotti, elementi in grado di fare la differenza». Anche dalla ricerca Next Gen 2030 effettuata da Bnp Paribas Cardif in collaborazione con Eumetra Mr emerge l’idea di un futuro più sostenibile, inclusivo e tecnologico da parte dei giovani, molti dei quali attratti da questo comparto. «Condividiamo e rilanciamo la visione ottimistica e proiettata al futuro che ci restituisce la ricerca – dichiara il presidente di Univendita Ciro Sinatra -. Il 75% dei giovani tra i 15 e i 30 anni sono convinti che nel 2030 si vivrà meglio rispetto a oggi, grazie anche alla tecnologia che farà ulteriori balzi in avanti andando a trasformare tutti gli aspetti delle nostre vite. I giovani, però, hanno anche sete di socialità, quella che è venuta a mancare in questi mesi di pandemia. La consapevolezza che il mondo del lavoro sia cambiato permetterà ai giovani di costruirsi un percorso su misura in modo orizzontale, con la conquista di spazi personali. Un futuro caratterizzato da un nuovo umanesimo, in cui i rapporti umani mantengano un ruolo centrale nelle nostre vite. Uno scenario, questo, che coincide con la nostra filosofia di business, che già ora infatti riscontra grande adesione tra i più giovani: la vendita a domicilio è un modello professionale solido e dinamico, in cui la crescita professionale è favorita e supportata dalle aziende associate e si sperimentano processi di trasformazione dell’organizzazione del lavoro in linea con le esigenze attuali delle persone. A conferma di questa consonanza di visione è importante sottolineare come nella stessa ricerca, secondo i giovani, l'e-commerce diventerà sì la modalità d'acquisto dominante, ma per un giovane su quattro anche l'esperienza fisica potrebbe migliorare grazie alla vendita a domicilio/in ufficio su appuntamento». Inoltre nel 2022 i migliori candidati del comparto hanno visto un aumento medio dei loro stipendi di circa il 30%. Le aziende, invece, non solo hanno dovuto faticare per reclutare personale, e quindi si sono dovute appoggiare spesso a società specializzate, ma hanno anche dovuto “ridisegnare” i loro organigrammi sulla base dei nuovi salari e dei nuovi talenti, più giovani e competitivi. Nel 2023 bisogna aspettarsi una flessione, con un numero di ricerche attive minori, ma più orientate alla qualità, sia delle società di selezione a cui affidarsi, sia dei candidati da assumere. In particolare, quest’anno il trend si orienterà sul mercato digitale. «Proprio in ottica Omnichanel, grazie alla semplificazione, l’evoluzione e l’integrazione delle tecnologie degli ultimi anni - sottolinea Cristina Napoletano, associate director di Robert Walters Italia - le competenze richieste ai nuovi assunti si concentreranno maggiormente sulla conoscenza verticale e approfondita di canale e meno sulle skill tecniche conosciute. Considerando, inoltre, che il mercato del lavoro digitale è molto attivo, ma anche discontinuo, le aziende si orienteranno a ricercare professionisti con alta competenza ed esperienza. Nel 2023, credo che le figure più ricercate e di “tendenza” saranno da identificarsi in quelle di web e Ux designer, di social media strategist, data scientist e user experience specialist, ma anche e nuovamente quelle di Seo e Crm manager, App developer ed e-commerce manager».

Da venditori porta a porta a professionisti della compravendita

Il mercato immobiliare è in fermento da tempo: la guerra, la conseguente inflazione e con essa i consumatori diventati più attenti nel fare grandi investimenti, come quello di acquistare o vendere un immobile, non hanno spaventato il mercato che nell’ultimo trimestre ha registrato una crescita dell’8,6% rispetto all’anno precedente, secondo gli ultimi dati dell’Osservatorio Immobiliare dell’Agenzia delle Entrate. Un mercato ricco di opportunità che però rimane poco attrattivo nei confronti di coloro che lo rendono così dinamico: gli agenti immobiliari. Questa professione, spesso vista dai più giovani come un lavoro cuscinetto in attesa di trovare qualcosa di meglio, ha dovuto cambiare pelle negli ultimi anni e unirsi alla rivoluzione digitale. «Nelle attività di formazione che il mio team svolge insieme a me in tutta Italia nelle sedi delle agenzie immobiliari non si parla solamente di come riuscire a ottimizzare il processo di vendita. Parlo anche di creare una fiducia digitale, un posizionamento e dell’importanza di avere un approccio consulenziale anche nel post vendita. Il rapporto con il cliente non si ferma alla firma del contratto, ma deve trovare nell’agente immobiliare un professionista a cui rivolgersi per quanto riguarda la cura della propria casa anche negli anni a venire», precisa Daniele Scatassi, fondatore della holding Building Production, con 20 anni di esperienza nel mondo immobiliare. Il primo obiettivo da raggiungere è la creazione di un posizionamento on line al fine di costruire una reputazione positiva non solo della singola agenzia immobiliare, ma anche del singolo professionista. In questo i social network e la creazione di un personal brand solido e distintivo sono i primi passi per poter affermare la propria professionalità online. Avere la propria pagina, raccontarsi e raccontare il proprio lavoro, rispondendo ai dubbi e alle domande delle persone è una strategia vincente per creare fiducia. Il secondo aspetto su cui lavorare è la competenza. Le persone che vogliono vendere o acquistare un immobile hanno bisogno di lavorare con dei professionisti che non vogliano semplicemente finalizzare l’affare ma che si vogliano prendere cura di loro e dei loro interessi. In questo conoscere il mercato immobiliare in modo approfondito è un obbligo. Il terzo aspetto è la consulenza post vendita. Una volta finalizzato il contratto, il lavoro dell’agente immobiliare non è terminato. Ciò che bisogna creare è un rapporto di fiducia in cui il cliente ha la certezza che in caso di necessità con il suo immobile potrà contare sul suo agente. «Lavorare con l’immobiliare vuol dire lavorare con le case delle persone ovvero i luoghi in cui loro sviluppano il loro quotidiano e la loro vita. È un lavoro in continua trasformazione che ha bisogno di giovani per potersi svecchiare e per portare ai clienti un servizio di qualità che se ben gestito porta frutti e vendite nel tempo. Sono finiti i giorni dei venditori al citofono, con il digitale le persone non scelgono solo il servizio più economico ma scelgono le persone. Per questo è importante formare le nuove generazioni e dare a chi sta facendo delle considerazioni nel settore immobiliare dei professionisti al passo con i tempi. Noi curiamo e gestiamo il bene più prezioso per le famiglie italiane, il luogo dove vivono in modo sincero i loro sentimenti: la casa», conclude Scatassi.