Economia

Farmaceutica. Dai farmaci lavoro al Sud, Novartis si espande

Maurizio Carucci, inviato a Torre Annunziata (Napoli) mercoledì 21 febbraio 2024

Un laboratorio chimico

Un taglio del nastro particolare all’ombra del Vesuvio. Lo stabilimento di Novartis di Torre Annunziata s’ingrandisce. L’azienda farmaceutica punta sul Sud e sull’Italia con investimenti per 350 milioni di euro entro il 2025, di cui 70 sono destinati all’ampliamento del sito campano. I nuovi investimenti avranno un impatto positivo sulla crescita dei volumi di produzione, con una stima che per il 2024 si attesta sugli 8,1 miliardi di compresse e un obiettivo 2025 che prevede di raggiungere approssimativamente i dieci miliardi di compresse con la produzione di nuovi farmaci. Viene infatti inaugurata una nuova area di produzione dello stabilimento per circa 1.000 metri quadrati aggiuntivi di tecnologia al servizio del paziente. Inoltre, è previsto anche un aumento della forza lavoro di circa 150 unità che si completerà entro fine 2024. All’interno del Campus si trova uno stabilimento di valore strategico per Novartis che produce farmaci in forma solida per i mercati mondiali: si estende su una superficie di circa 150mila metri quadrati, impiega circa 600 dipendenti, con un indotto di oltre 100 persone. Nel 2024 la produzione raggiungerà oltre 150 milioni di confezioni, destinate a 118 Paesi. Lo stabilimento produce attualmente 15 marchi in più di 1.600 differenti presentazioni. Nel sito si produce il più innovativo farmaco Novartis per lo scompenso cardiaco per i principali mercati internazionali.

«L’investimento da 32 milioni di euro nella nuova linea produttiva servirà a produrre farmaci e anche packaging. In un triennio complessivo si arriva a circa 80 milioni di euro; 150 assunzioni nell'immediato diventano a regime 300. Aumentano il personale che attualmente è di 600 dipendenti – spiega Valentino Confalone, amministratore delegato di Novartis Italia –. Questo stabilimento è strategico per Novartis: da qui esportiamo 90 milioni di euro di valore di produzione in tutto il mondo. E si intende Cina, Stati Uniti e il resto del mondo».

Oltre all’inaugurazione dell’ampliamento dello stabilimento torrese sono stati presentanti i dati dell’industria farmaceutica campana e italiana. Più di quattro miliardi di euro di esportazioni nei primi nove mesi del 2023, l’80% dell’export hi-tech e il 26% di quello manifatturiero della regione. E più di 2mila addetti diretti, un terzo del totale dell’occupazione farmaceutica del Sud Italia, oltre 4mila considerando anche l’indotto. Sono i numeri dell’industria farmaceutica in Campania, con 14 aziende presenti – sia a capitale estero sia a capitale nazionale – che si occupano di ricerca e sviluppo e di produzione. L’export della regione è più che quintuplicato tra il 2018 e il 2023: +475%. Con partner commerciali a livello globale: Svizzera, Big Ue, Stati Uniti, Sud Corea, Cina, Arabia Saudita.

«La Campania è una punta di diamante dell’industria farmaceutica nel Mezzogiorno. Lo dimostra la presenza sul territorio di aziende grandi, medie, piccole che rappresentano al meglio il made in Italy, con quello sguardo al futuro e quella creatività che da sempre contraddistinguono la nostra Nazione – conclude Marcello Cattani, presidente di Farmindustria–. E le imprese farmaceutiche vogliono continuare a far crescere il Paese. Sono un cuore pulsante dell’economia e della salute. Lo dimostra l’incremento dell’export, che secondo l’Istat ha superato i 49 miliardi di euro nel 2023, con una produzione di oltre 50 miliardi. È il dato più alto di sempre, con una crescita di quasi il 3% rispetto al 2022 e di quasi il 90% negli ultimi cinque anni. Un record. Così come da record è la crescita del saldo estero, che ha raggiunto i 10,7 miliardi di euro».