Economia

Il manifesto della Cisl. Formazione e bonus fiscali, 10 azioni per il lavoro

Nicola Pini venerdì 27 gennaio 2017

Il governo «rispetti gli impegni sulle politiche attive del lavoro». Annamaria Furlan, segretario della Cisl, accusa le forze politiche di avere dimenticato, nel silenzio generale, il «capitolo più importante del Jobs act», quello dedicato al reinserimento dei disoccupati. «Non trovare un lavoro oggi cambia i diritti di cittadinanza – ha sottolineato la leader sindacale – non possiamo lasciare soli i giovani, come gli anziani». L’affondo è arrivato ieri nel corso di una giornata di riflessione sul lavoro, «vera emergenza del Paese», nel corso della quale la Cisl, confrontandosi con intellettuali, esponenti della Chiesa e del mondo associativo, ha presentato le sue dieci proposte per rilanciare le politiche occupazionali.

Una ricetta «per la persona e per il lavoro», come recitava il titolo del convegno, che scommette soprattutto sulla conoscenza e sulla formazione: durante il percorso scolastico, lungo la carriera lavorativa e, a maggior ragione, quando si perde l’impiego. Temi, sottolinea il sindacato, che saranno al centro del prossimo congresso e che oggi fanno registrare un «positivo dialogo con il mondo cattolico». La necessità di intervenire con maggiore incisività sul lavoro trova le sue ragioni, ovviamente, nelle insoddisfacenti performance italiane dell’occupazione, specialmente giovanile, e della crescita economica. Ma non soltanto.

Perché, come hanno anche sottolineato gli intervenuti – dal presidente Acli Roberto Rossini a quello della Fondazione Sussidarietà Giorgio Vittadini, dal filosofo della Cattolica Franco Riva a monsignor Fabiano Longoni (vedi intervista in pagina) – il lavoro è un elemento fondativo della nostra comunità. «Se perdono valore il lavoro e la persona umana, diventano forti i populismi ed anche i nazionalismi e anche la democrazia partecipativa diventa a rischio», ha ammonito la Furlan. Occorre quindi «richiamare i governi europei e quello italiano in primo luogo a rimettere al centro le politiche della crescita, creando le condizioni per far cambiare all’Europa i suoi paradigmi economici.

Vanno superati i vincoli Ue che impediscono gli investimenti in infrastrutture, ricerca, innovazione, formazione». Secondo Furlan, «nella quarta rivoluzione industriale che stiamo vivendo, ognuno deve essere protagonisti in modo da partecipare ai processi produttivi a testa alta». Sul tavolo anche il nodo dei voucher, con un botta e risposta e distanza tra la Furlan e Susanna Camusso, segretario della Cgil e promotrice del referendum per l’abolizione dei buoni lavoro. La leader Cisl ieri ha ribadito la richiesta di un intervento legislativo sui voucher per «tornare alla legge Biagi», cioè alla possibilità di utilizzarli solo per il lavoro occasionale. «Non serve cancellarli, basta modificarli e riportarli ai casi di lavoro discontinuo. Sono mesi che chiediamo un inter- vento. Qualcosa è stato fatto con la tracciabilità ma non basta, in alcuni settori gli abusi sono evidenti».

Il segretario confederale Gigi Petteni ha illustrato nel dettaglio le proposte della Cisl indicando nel lavoro un problema strategico per il Paese ed evidenziando le «sconfitte» riportate sul fronte della disoccupazione giovanile, con il rischio di «condannare una generazione a perdersi» e il Paese a perdere il treno dell’innovazione. Secondo Petteni, «la velocità dei mutamenti tecnologici richiede competenze sempre più specifiche, menre la nuova organizzazione del lavoro meno gerarchica e più cooperativa chiede più competenze trasversali». La formazione diventa quindi «la prima forma di tutela dell’occupabilità del lavoratore». E il fisco deve incentivare la «buona occupazione».

I 10 PUNTI

1 - Premialità fiscale o contributiva per le aziende che creano lavoro di qualità
2 - Sostenere la formazione continua degli occupati
3 - Puntare sull’apprendistato duale
4 - Promuovere l’alternanza scuola lavoro
5 - Contrastare con percorsi specifici l’abbandono scolastico e universitario
6 - Inntervenire sui tirocini extracurricolari con convenzioni "tipo" di alto livello
7 - Nel 2017 far partire le politiche attive sul territorio nazionale
8 - Mettere in campo un progetto per la "fase 2" della garanzia giovani
9 - Continuare a contrastare il falso lavoro autonomo e sostenere quello "vero"
10 - Affrontare senza demagogia la questione dei voucher