Crash test. Quei manichini che ci salvano la vita al volante
Se la vettura sulla quale saliamo è più o meno sicura, lo decide un ente dal nome un po’ strano: Euro NCAP. In italiano è l’acronimo di “Programma europeo di valutazione dei nuovi modelli di automobili”, esiste dal 1997 e dal 2009 ha creato un parametro della sicurezza attiva e passiva espressa in stelle per confrontare i veicoli. L’attribuzione delle stelle (da 1 a 5) riflette le prestazioni dell’automobile nei crash-test, veri e propri impatti frontali e laterali ai quali le auto vengono sottoposte ad alta velocità, ma è influenzata anche dall’equipaggiamento di sicurezza che il costruttore offre su ciascun mercato. Quindi, un numero elevato di stelle dimostra non solo un buon risultato nelle prove, ma anche che i dispositivi di sicurezza sul modello testato sono disponibili per tutti i consumatori in Europa.
Oggi tutte le vetture nuove devono sottoporsi alle prove Euro NCAP nelle quali cinque manichini posizionati sui sedili della vettura simulano le conseguenze di un impatto in velocità, esattamente come se si trattasse di persone vere. Il loro nome tecnico è “dummy”, robot dal peso e anche dalle sembianze diverse (esistono dummy uomo, donna, bambino e anche neonato) costruiti secondo i criteri della biomeccanica, una scienza che studia il corpo umano e le sollecitazioni che i vari organi possono sopportare, come ad esempio accelerazione e compressione. I primi manichini destinati alle automobili nascono negli anni 50, erano umanoidi molto grezzi, costruiti di paglia e rivestiti di sacchi. Le lesioni alla testa si verificavano solamente tramite la rottura del finto del cranio: le simulazioni insomma erano piuttosto limitate in quanto a fedeltà. In passato (incredibile ma vero) sono stati utilizzati anche cadaveri umani e di animali, usanza macabra poi per fortuna abbandonata. Con il passare degli anni sono stati perfezionati robot molto sofisticati e oggi in ogni manichino troviamo una miriade di sensori che, alla fine di ogni test, permettono di scoprire se l’occupante della vettura sarebbe sopravvissuto all’impatto e con quali lesioni. Se oggi le auto sono diventate mille volte più sicure di quelle che guidavano i nostri genitori e i nostri nonni, in buona parte lo dobbiamo a questi cari pupazzi. Cari in tutti i sensi, visto che in media un manichino completo costa dai 150 ai 250 mila euro, in base alla tipologia di test che deve rilevare.
Gli ultimi test. Con una protezione in caso di incidente che per gli adulti è stata giudicata con 92 punti su 100, la nuova Audi Q2 si rivela una delle auto più sicure del mercato testate dall'ente indipendente europeo Euro NCAP nella sessione di prove più recente. Il crossover Audi è stato promosso con cinque stelle complessive, il massimo del giudizio, un risultato ottenuto anche da altri tre veicoli messi alla prova nell'ultima tornata di test: si tratta del Ford Edge, delle nuove Audi A4/A5 e della Hyundai Ioniq. Un quarto veicolo, il crossover Suzuki Ignis ha ottenuto lo stesso numero di stelle nella configurazione con l'opzionale "safety pack", raggiungendo in quella standard solo le tre stelle. Nello stesso round è stato poi verificato il livello di sicurezza offerto dal SsangYong XLV che ha ottenuto tre stelle, salite a quattro con il safety pack. Per quello che riguarda la protezione degli adulti, le altre auto testate hanno comunque ottenuto risultati lusinghieri: 91% per Ioniq, 89% per A4/A5, 87% per la Ignis con safety pack, 85% per Edge, 82% per XLV con il pack, 79% per la Ignis standard e 74% per la XLV standard. Tra i modelli messi alla prova, quello che ha ottenuto il più alto livello di salvaguardia per i bambini è stata la coppia Audi A4/A5 con 87 punti su 100, vetture che, in caso di investimento, sono risultate anche le più attente per la sicurezza dei pedoni, con 76 punti su 100. L'ACI è uno dei membri di Euro NCAP, secondo il suo presidente Angelo Sticchi Damiani: «Occorre accelerare i tempi dell'obbligatorietà dell'AEB (il freno automatico di emergenza) per i veicoli nuovi, anche alla luce degli eccellenti risultati raggiunti in fatto di sicurezza dei veicoli. Studi di settore, poi, hanno dimostrato perseguibili riduzioni nel numero dei morti e dei feriti gravi dell'ordine del 15-25%».