Intervento. Così Enasarco ha deciso di finanziare l'economia reale
La Fondazione Enasarco sta percorrendo un’importante e decisiva fase di modernizzazione e di riorganizzazione. Il rinnovamento iniziato nel 2016, grazie a una nuova governance, ha prodotto la nascita di un Enasarco più solida, più trasparente, più efficiente e sicuramente più vicina ai bisogni degli iscritti, oltre 250.000, ai quali l’Ente garantisce prestazioni previdenziali integrative. I risultati del nuovo corso trovano conferma nel bilancio consuntivo 2017, dove sono i numeri a parlare: l’anno si è chiuso con un avanzo economico di 151 milioni di euro, in crescita di circa 30 milioni sull’anno precedente. I saldi delle gestioni istituzionale, previdenziale e assistenziale sono risultati positivi e in crescita rispetto all’anno passato. La crescita del patrimonio complessivo della Fondazione è arrivata a 7 miliardi e 138 milioni, e di questa somma oltre 4 miliardi e ottocento milioni costituiscono il patrimonio della previdenza. Un effetto significativo è stato il saldo positivo della gestione previdenziale: più di 51 milioni di euro. Ma non ci sono solo i risultati di gestione. La Fondazione Enasarco, infatti, ha voluto dare un contributo concreto alla ripresa dell’economia reale. Dopo la crisi finanziaria ed economica dell’ultimo decennio, Enasarco ha deciso di mettere in campo un nuovo modello per contribuire al rilancio dell’economia del Paese che, a causa della recessione internazionale, aveva perso il 25 % della produzione industriale e il 10 % del pil. In questi anni difficili la categoria degli agenti di commercio, pur registrando anch’essa una rilevante flessione dei consumi, è riuscita comunque a garantire contributi dichiarati per 960,4 milioni nell’anno appena concluso. Questa forza è stata messa al servizio del Paese, con un’ottica d’investimento nuova rispetto al passato: la Fondazione, infatti, ha voluto dare un contributo concreto alla sua crescita, investendo in aziende non quotate che necessitano di capitali per crescere. Per questo stiamo scommettendo sulle imprese piccole e medie che hanno chance di diventare protagoniste del mercato e che garantiscono congrui ritorni sull’investimento ai nostri iscritti, ai quali vogliamo e dobbiamo assicurare la copertura pensionistica per cinquant’anni. In questo senso il fondo ha investito oltre 200 milioni in fondi di private equity che sono concentrati sull’Italia e che, a loro volta, hanno investito oltre 1,7 miliardi nell’economia italiana da quando hanno iniziato l’attività. Le oltre venti aziende che hanno beneficiato degli investimenti di Enasarco hanno prodotto un fatturato da 2,9 miliardi di euro e impiegano tutt’oggi 8.590 persone. Le principali operano nei settori abbigliamento (Navigare, Silvian Heach, Autre Chose, Arav fashion), commercio al dettaglio (Bimbo Store, Pitta Rosso), alimentare (Forno D’Asolo, La Scoiattolo, Ham), ristorazione (Rosso Pomodoro, Ivs), farmaceutica (Sifi), sistemi di riscaldamento (Ravelli), fonica (Fine Sounds), investment banking (Banca Profilo). Forti di questa esperienza, noi auspichiamo che anche gli altri fondi previdenziali e simili vorranno accompagnarci in questa missione, passando da una logica classica, sul reddito fisso ad esempio, a una logica proattiva, sulle imprese private. In parallelo, prosegue il programma delle prestazioni integrative che, nel 2017, prevede il contributo per la formazione e l’aggiornamento professionale previsto per agenti, rappresentanti, consulenti finanziari e per gli agenti che operano sotto forma di società di capitale. Per gli agenti è stata investita una spesa complessiva di 1,5 milioni, mentre per le società di capitale lo stanziamento è di 200 contributi fino a 200.000 euro. Guardando alla complessa fase che il sistema socio-economico sta attraversando, la Fondazione ha intenzione di introdurre un regime contributivo agevolato in favore degli agenti di commercio fino a 30 anni di età. L’agevolazione, al vaglio dei Ministeri vigilanti, sarà concessa a condizione che l’agente, nel triennio 2018-2020, venga iscritto per la prima volta alla Fondazione o che, se già iscritto, si veda conferire un nuovo incarico purché i precedenti siano cessati da almeno tre anni.