Economia

CORTE DEI CONTI. «Sacrifici necessari ma basta con gli sprechi»

giovedì 24 giugno 2010
I sacrifici sono «necessari» ma basta con lo spreco di denaro pubblico. È il monito del  procuratore generale della Corte dei Conti, Mario Ristuccia, durante la requisitoria nel giudizio sul rendiconto generale dello Stato per l'esercizio 2009. «Se è necessario chiedere sacrifici a molte categorie di cittadini, tra le quali purtroppo anche quelle più deboli, appare ancor più necessario affrontare con decisione i problemi della cattiva amministrazione e dello spreco di pubblico denaro».Il contenimento della spesa pubblica «è essenziale», ha detto Ristuccia, precisando che «il problema essenziale appare essere quello del contenimento della spesa pubblica e della individuazione dei settori in cui operare. Nella precedente relazione si erano in particolare prese in esame le possibili soluzioni offerte da un forte recupero dell'area dell'evasione fiscale, dall'alienazioni di beni del patrimonio pubblico e da una più incisiva riforma pensionistica».La Corte dei Conti, poi, boccia la struttura «pletoriaca» di Regioni ed enti locali «ripartita in numerosissimi e spesso inutili centri di spesa» che «richiedono soprattutto erogazione di stipendi, gettoni ed emolumenti vari per una moltitudine di amministratori, manager pubblici, consiglieri e consulenti» e che hanno «un elenco di attività utili sovente a procurare unicamente opportunità di una comoda collocazione a soggetti collegati con gli ambienti della politica». Poi Ristuccia passa agli esempi: l’apparato burocratico delle Province costa 43 euro per ogni cittadino, mentre il Calabria il costo è quasi il doppio (83,5). «Tra le spese delle Province - afferma il procuratore - quella più rilevante attiene alla funzione di amministrazione generale, per cui in media il mantenimento dell’apparato burocratico delle Province costa al cittadino circa 43 euro pro-capite (nella Regione Calabria 83,5 euro)». BUONI RISULTATI NELLA LOTTA ALL'EVASIONE Buoni risultati per la lotta all'evasione nel 2009. «Le linee operative adottate dall'Agenzia delle Entrate - spiega ancora Ristuccia - hanno consentito nel 2009 un incremento del 19,8 per cento rispetto all'anno precedente delle riscossioni complessive, pari a 7,043 miliardi».Particolare efficacia va inoltre riconosciuta all'applicazione dei cosiddetti istituti deflativi del contenzioso (accertamento con adesione, acquiescenza e conciliazione giudiziale) che, comportando la diminuzione della conflittualità nei rapporti con i contribuenti e favorendo l'immediata riscossione delle somme dovute, hanno fatto registrare un incremento del 60% rispetto al 2008 della relativa quota di incassi.L'azione di contrasto all'economia sommersa svolta dalla Guardia di Finanza ha portato all'individuazione di 7.513 evasori totali, i quali avevano omesso di presentare le dichiarazioni annuali relative a 13,7 miliardi di redditi imponibili, con incrementi rispettivamente superiori del 5,3% e del 38,3% rispetto al 2008, mentre la lotta alle frodi ed alle evasioni più gravi costituenti reato ha portato alla denuncia all'Autorità Giudiziaria di 11.489 indagati, di cui 134 arrestati, con un incremento, rispettivamente, del 33% e del 20% rispetto al 2008.MANOVRACon la manovra economica attualmente al vaglio del Senato è «elevato il rischio di un impatto di segno negativo sulla crescita economica». Lo dice il presidente di Sezione della Corte dei Conti Gian Giorgio Paleologo nel suo intervento durante il giudizio di parificazione sul rendiconto dello Stato per il 2009. Questa minor crescita stimata in uno 0,5%, da qui al 2013, porta al «rischio di un assottigliamento degli effetti attesi sul disavanzo soprattutto per via della flessione del gettito fiscale connessa ad un più basso livello di attività economica».