Coronavirus. Lo studio: con la crisi oltre mezzo miliardo di poveri in più
Bambini in attesa del pranzo a Kitchanga, nella Repubblica Democratica del Congo
La crisi economica scatenata dalla pandemia del coronavirus farà aumentare la povertà nel mondo per la prima volta dal 1990 e nel caso peggiore potrebbe ridurre in povertà più di mezzo miliardo di persone.
Tre studiosi del centro di ricerca sullo sviluppo economico dell’Università delle Nazioni Unite (Unu) – Andy Sumner, Chris Hoy e Eduardo Ortiz-Juarez – hanno provato a stimare l’impatto del virus sulla povertà a livello mondiale. La ricerca delinea tre possibili scenari, dal più ottimistico al più pessimistico: in quello migliore il calo medio del reddito pro capite delle famiglie sarebbe del 5%, in quello intermedio del 10% e in quello peggiore del 20%.
Gli studiosi dell’Unu hanno stimato il possibile impatto sulla povertà secondo questi scenari. A seconda di dove si colloca la soglia di povertà il punto di partenza e i risultati sono diversi: oggi ci sono 759 milioni di persone che vivono con meno di 1,9 dollari al giorno, 1.898 milioni di persone sotto i 3,2 dollari al giorno e 3,27 miliardi di persone sotto i 5,5 dollari al giorno.
Nel caso migliore, quello di un calo dei redditi del 5%, scivolerebbero sotto la più severa delle soglie di povertà 85 milioni di persone, mentre 135 milioni andrebbero sotto i 3,2 dollari a testa e sarebbero 124 milioni le persone che tornerebbero sotto la soglia dei 5,5 dollari quotidiani a testa. Nello scenario di una caduta dei redditi del 20% sarebbero ben 420 milioni le persone che finirebbero sotto la soglia degli 1,9 dollari al giorno, mentre 581 milioni scenderebbero sotto i 3,2 dollari al giorno e 523 milioni sotto i 5,5 dollari al giorno. Il numero di poveri nel mondo, se si usa il criterio più esteso dei 5,5 dollari al giorno, passerebbe così da 3,27 miliardi a 3,79 miliardi.
«Questi potenziali aumenti sarebbero equivalenti a un passo indietro di almeno un decennio nella riduzione della povertà mondiale» notano i ricercatori, sottolineando come la ricerca abbia dei limiti (ad esempio usa uno standard unico a livello mondiale e non considera altri tipi di povertà), ma in ogni caso la crisi complicherà molto la possibilità di raggiungere l’obiettivo di ridurre la povertà entro il 2030, il primo degli obiettivi di Sviluppo sostenibile. In aree come il Medio Oriente, il Nordafrica e l’Africa Subsahariana il livello di povertà tornerebbe addirittura a quello dei primi anni ‘90.
Riprendendo i dati dell'analisi di Unu, l'organizzazione non governativa Oxfam ha rilanciato l'allarme aggiungendo alcune richieste specifiche al G20, che si riunirà il prossimo 15 aprile: sospensione delle sanzioni e dei pagamenti dei debiti dei Paesi in via di sviluppo; garanzie per 1000 miliardi di liquidità aggiuntiva sempre per i Paesi in via di Sviluppo; mobilitazione di 500 miliardi di aiuti allo Sviluppo.