L'emergenza. Nei prossimi tre mesi 31 milioni di turisti in meno in Italia
Il Duomo di Milano ha riaperto le porte ai fedeli
Il coronavirus manda a picco il turismo e le stime sui danni, in un primo momento quantificate in 5 miliardi, aumentano. Nel prossimo trimestre, quello compreso tra il 1 marzo e il 31 maggio, sono previsti 31 milioni di turisti in meno in Italia, con una perdita di 7,4 miliardi di euro, secondo i nuovi calcoli di Confturismo-Confcommercio. Alla luce dell'evoluzione dell'ultima settimana dell'epidemia "la situazione è drammatica per tutto il comparto", afferma il presidente Luca Patanè. "Purtroppo stiamo pagando le conseguenze di una comunicazione mediatica molto più letale del virus" è la convinzione di Patané "gli italiani sono considerati come degli untori e così temuti e tenuti lontano". Per il presidente di Confturismo-Confcommercio servono da subito provvedimenti forti per immettere liquidità nel sistema dando un pò di ossigeno alle imprese del settore, ma è necessario anche intervenire a livello governativo per far terminare i blocchi all'ingresso degli italiani nei paesi esteri e i blocchi ai flussi turistici degli stranieri verso l'Italia".
"La destinazione Italia rischia disparire totalmente dai radar del turismo internazionale.L'ulteriore ondata di contagi nell'ultima settimana sta producendo danni difficilmente recuperabili a breve. E il recente blocco sulle partenze dagli Usa rischia di mettere in ginocchio l'intera filiera" è l'allarme lanciato dal presidente di Confcommercio, Carlo Sangalli.
Preoccupazione anche da parte delle diocesi delle Regioni del Nord Italia. "Condividere il momento difficile con tutti gli operatori del comparto turistico e rivolgere aloro e alle loro famiglie un pensiero grato ed un forte incoraggiamento". È il messaggio contenuto in una lettera degli incaricati regionali per il turismo delle Conferenze episcopali di Lombardia, Emilia-Romagna e Triveneto, i territori più colpiti dall'emergenza Coronavirus. "Non si tratta di una categoria, bensì una filiera" scrivono don Massimo Pavanello, don Tiziano Zoli e don Fabio Mattiuzzi che mettono in evidenza le difficoltà per i "viaggi dello spirito. Sia quelli in entrata, nelle nostre regioni, sia quelli in uscita. Basti pensare, ad esempio, alle città d'arte, ovunque per lo più arte sacra, agli antichi cammini, agli isolati monasteri e a quei luoghi scelti per ritrovare spazi di comunione con la famiglia".