Coop. La lenta ripresa dei consumi trainata da casa e tecnologia
Arredamento ed elettrodomestici nuovi sono in cima alla lista dei desideri degli italiani
Consumi in picchiata nel 2020 – con la più ampia contrazione dei consumi dal dopoguerra pari al 10% – e prospettive di una ripresa lenta, di poco inferiore al 5%, per l’anno che si è appena aperto. Cambiano le priorità e gli stili di vita degli italiani, fortemente condizionati dalla pandemia. Per tornare ai livelli di spesa pre-Covid ci vorrà del tempo secondo le previsioni fatte ieri da Coop in base ad una doppia indagine condotta dall’ufficio studi. La prima, «2021, l'anno che verrà», svolta in collaborazione con Nomisma ha coinvolto un campione di 800 individui rappresentativo della popolazione adulta, la seconda, «2021 Restart. Il nuovo inizio per l'Italia e gli italiani», è stato invece realizzata con 280 interviste ad altrettanti manager in grado di anticipare le tendenze future.
Il 21% degli italiani prevede di spendere nel nuovo anno più di quanto ha fatto nel 2019 ma le intenzioni di spesa sembrano privilegiare alcune categorie di consumo e penalizzarne altre. A pagare il prezzo saranno soprattutto i trasporti pubblici, l'ambito in cui gli italiani pensano di ridurre più di tutto le spese, ma anche abbigliamento, calzature, abbonamenti, pay tv risentono pesantemente del timore della riduzione dei redditi. Fra le voci di spesa in crescita ci sono invece i viaggi e le vacanze e la socialità live (spettacoli e musei) oltre ad una maggiore attenzione ai familiari fragili a partire dagli anziani.La casa rimane uno dei capisaldi nel post-Covid: la metà degli italiani sogna la domotica, quasi 4 su 10 ragionano su ristrutturazioni o efficientamento energetico, e ai primi posti nella lista dei desideri compaiono arredamento, grandi elettrodomestici e persino i robot da cucina. Il "digital jump" non si interrompe ma anzi si amplia: quasi un italiano su due investirà su nuovo smartphone, tablet, pc, smart tv; anche i pagamenti on line, l'e-grocery e il delivery saranno sempre più frequenti.
Ancora una volta il cibo, assieme alla salute e alla casa, rimane l'ultimo argine alla riduzione dei consumi rispetto al pre-Covid. Il balzo in avanti registrato dalla Gdo in un 2020 alterato dalla pandemia, (conclusosi con un +8% nella settimana di Natale) è destinato a ridursi nel 2021: ci si attende infatti una flessione del fatturato della rete fisica della grande distribuzione del 2,6%. Le difficoltà economiche hanno favorito la crescita del discount (+9,1%) e degli specialisti drug (+8,1%). In maggiore difficoltà il Sud, mentre sarà meno pronunciata la perdita delle regioni settentrionali, anche grazie all’ulteriore crescita dell'e-commerce che si concentra proprio in quei territori.Proprio l'e-commerce rappresenta il dilemma degli operatori della filiera: per i top manager alimentari costituisce allo stesso tempo una minaccia (60%) ed una opportunità (40%): un mercato in forte crescita anche il prossimo anno (+62% la stima Nielsen di incremento delle vendite online 2021) e l'occasione per dare un migliore servizio ai consumatori, ma allo stesso tempo anche un canale che rischia di cannibalizzare la rete fisica.
Buone notizie infine sul vaccino: sette italiani su dieci sono convinti di vaccinarsi contro il Coronavirus, altri due nutrono qualche dubbio ma probabilmente alla fine lo faranno mentre soltanto un decimo dei cittadini sarebbe "no vax".