Economia

Confesercenti. Sono 40mila i giovani animatori

giovedì 6 agosto 2015
Sono 40 mila, per tre quarti giovani tra i 18 e i 25 anni, gli animatori turistici che quest'estate lavoreranno lungo gli 8mila chilometri di coste italiane, ma anche in località di montagna o ai laghi, in campeggi, villaggi turistici, stabilimenti balneari, residence o alberghi. Lo segnala Confesercenti, che ricorda come si tratti di figure che hanno ormai assunto notevole rilevanza nell'ambiente turistico (sul territorio italiano molto di più che su quello all'estero), tanto da poter risultare una variabile decisionale importante per chi sceglie la vacanza."L'animazione ormai - spiega Salvatore Belcaro, presidente della Fiast, l'organizzazione delle imprese di animazione turistica Confesercenti - si trova in tutte le tipologie di strutture turistiche. Negli anni questo settore è cresciuto moltissimo e si è conquistato un posto sul podio tra i servizi turistici offerti dalle strutture in grado di influenzare le scelte. Gli ospiti spesso chiamano la struttura per sapere, oltre al tipo di alloggio, di cucina e i costi, quali sono i servizi di animazione a disposizione, specialmente quando si tratta di famiglie con bambini, per le quali l'intrattenimento diventa funzionale alla vacanza in modo prioritario"."È un lavoro prevalentemente giovanile - prosegue Belcaro - che richiede molte energie. La figura dell'animatore è una figura ibrida, tra il settore turistico e quello dello spettacolo e, per sua natura, dovrebbe rimanere ben equilibrata tra i due settori per essere davvero efficace. Non è un lavoro che si può improvvisare, anzi richiede una grande organizzazione che viene svolta per la maggior parte nel periodo pre-estivo (tra febbraio e maggio), con selezioni e formazione del personale volte ad adattare il prodotto alle strutture nelle quali si andrà a svolgere il servizio. Per i ragazzi e le ragazze è un'ottima occasione per approcciare al mondo del lavoro, cominciando con un mestiere che per propria natura è allegro e divertente. Questo però non deve far dimenticare il fatto che rimane pur sempre un lavoro, con le sue regole e le sue difficoltà".