Iniziativa. Centri per l'impiego, rinnovato l'accordo
In occasione della Conferenza Stato-Regioni è stato rinnovato per il 2017 l’accordo tra governo, Regioni e Province autonome di Trento e Bolzano in materia di politiche attive per il lavoro e per il funzionamento e potenziamento dei Centri pubblici per l’impiego (Cpi).
Le risorse per i costi del personale a tempo indeterminato e per gli oneri di funzionamento saranno per 2/3 a carico del governo e per 1/3 a carico delle Regioni, confermando la ripartizione già in atto nel 2016. L’obiettivo dell’accordo è quello di garantire la continuità della preziosa attività dei Cpi e di avviare la realizzazione di un piano congiunto di rafforzamento delle politiche attive per il lavoro, anche attraverso l’immissione di 1.000 unità aggiuntive di personale appositamente formato.La collaborazione con le Regioni e la rafforzata attività dei Cpi sono una delle condizioni indispensabili per un positivo avvio dell’attività dell’Agenzia Nazionale delle Politiche Attive per il Lavoro (Anpal) che sta lanciando il programma sperimentale di attivazione dell’assegno di ricollocazione per le persone disoccupate.
Da ultimo, va ricordato che nell’ambito di questo piano di rafforzamento verranno assegnate ai Cpi 600 ulteriori unità di personale che avranno il compito di favorire il collocamento al lavoro delle persone più deboli prese in carico dal Sostegno per l’Inclusione Attiva. I costi relativi, pari a 60 milioni, saranno coperti per metà con risorse del Piano Nazionale per l’Occupazione e per metà con risorse del Programma Nazionale Inclusione.
«Sono davvero soddisfatto di questa intesa - sottolinea il ministro del Lavoro e delle Politiche sociali, Giuliano Poletti - che, dopo l’esito del referendum che mantiene inalterate le competenze dello Stato e delle Regioni, dimostra come una positiva collaborazione può comunque aiutare a promuovere buoni servizi per i cittadini. Una novità assoluta è la collaborazione tra l’area delle politiche sociali e l’area del lavoro, finalizzata a fare sì che le persone povere che assistiamo con il sostegno al reddito tramite il sostegno all’inclusione attiva vengano poi effettivamente aiutate a cercare un lavoro che consenta loro di uscire autonomamente e stabilmente dalla condizione di povertà: un primo, piccolo passo verso la rete di protezione sociale».