Confcommercio. L'altra faccia della libera professione: 444mila fuori dagli ordini
Il presidente di Confcommercio Carlo Sangalli
Liberi professionisti ma senza la tessera di un ordine in tasca. Impegnati nei servizi a 360 gradi, dalla comunicazione al benessere, sono lavoratori dinamici con redditi però ben inferiori a quelli di avvocati, ingegneri e medici. A fotografare un’”escalation” senza precedenti di questi lavoratori autonomi, riuniti in associazioni e associati alla gestione separata dell'Inps, l'indagine dell'Ufficio studi di Confcommercio illustrata stamani, a Roma, nell'ambito del convegno "Professionisti protagonisti del cambiamento”. I liberi professionisti senza un ordine di riferimento sono 444mila, e in dodici anni sono quasi raddoppiati (+95,5% dal 2008 al 2020). Un risultato eccezionalmente positivo, confermato anche dal +3,6% del 2020 sul 2019, non compromesso dall'avvento del Covid che ha invece inciso significativamente nella perdita di professionisti iscritti ad Ordini e Collegi (-2,3% tra il 2008 e il 2020). I liberi professionisti italiani sono un milione e 352.000 e in dodici anni, dal 2008 al 2020, sono cresciuti del 16,8%).
La 'nota dolente', rispetto all'incremento degli occupati indipendenti non ordinistici è costituita dai guadagni: il reddito complessivamente generato "cresce di quasi un terzo in dodici anni, mentre quello pro capite si sta abbassando considerevolmente. Si attesta sui 14.205 euro nel 2020 (-33,8% sul 2008, con una forte contrazione durante l’anno della pandemia, pari a circa un terzo dei guadagni). Il comparto, ha spiegato la presidente di Confcommercio professioni Anna Rita Fioroni, si avvale di figure "tipiche", quali amministratori di condominio, guide turistiche ed optometristi, ma anche di profili "emergenti", come designer, influencer, consulenti aziendali, wedding planner e welness coach. Circa la metà di questi professionisti svolge attività scientifiche e tecniche ad alta specializzazione (219mila) ma a registrare incrementi più elevati sono le attività dei servizi alla persona, dell’istruzione, dell’assistenza sociale e del tempo libero. Sanità e assitenza sociale danno lavoro a 72mila professionisti, seguono parimerito altri tre settori (con 27 mila unità ciascuno): informazione, istruzione e attività di intrattenimento o sport. Per questi professionisti Confcommercio chiede al governo maggiori tutele, agevolazioni per la transizione digitale, coperture sanitarie e previdenziali integrative. "Durante la pandemia, abbiamo visto in modo evidente la mancanza di adeguati strumenti di sostegno al reddito. Occorre innanzitutto recuperare l'attenzione sul tema dell'equo compenso, in particolare nei confronti della Pubblica Amministrazione - ha sottolinato il presidente di Confcommercio Carlo Sangalli - ma anche sul loro riconoscimento, con una pari dignità rispetto agli altri professionisti".
Positivo il giudizio sulla re-introduzione di una cedolare secca sulle locazioni degli immobili ad uso commerciale, con beneficio condiviso tra locatore e conduttore attraverso il contenimento e la riduzione dei canoni, proposta del viceministro dell'Economia, Maurizio Leo. Il governo sta lavorando all’allargamento della platea di lavoratori autonomi che possono usufruire della flat tax al 15%. Ad oggi la misura è già in vigore per tutti i titolari di partita iva che dichiarano meno di 65mila euro l’anno di fatturato. Parliamo di circa 2,1 milioni di persone in tutto il Paese: un parterre di professionisti, artigiani e commercianti che regge una buona parte del tessuto economico italiano. In campagna elettorale il centrodestra aveva fissato l'asticella a 100mila euro, l’ipotesi che sta prendendo piede negli ultimi giorni è che questa soglia venga portata ad 85mila euro.