Comunità energetiche. Opportunità di lavoro dalle fonti rinnovabili
La centrale idroelettrica di Olevano sul Tusciano (Salerno)
Continua la spinta verso un futuro più sostenibile. Dalla Cop28, infatti, è emerso – entro il 2030 – un impegno globale per triplicare la potenza installata in energie rinnovabili e raddoppiare l’efficienza energetica. Un traguardo che può essere raggiunto anche grazie alle Cer-Comunità energetiche rinnovabili. Direttive arrivano dalla stessa Unione Europea, recepite dal ministro dell'Ambiente e della Sicurezza Energetica Gilberto Pichetto Fratin, che ha firmato il decreto italiano sulle Cer. Il provvedimento prevede forme di incentivazione alla diffusione dell'autoconsumo di energia da fonti rinnovabili ed è costituito da due misure che puntano alla diffusione delle Cer sul territorio: un contributo a fondo perduto e una tariffa incentivante sull'energia rinnovabile prodotta e condivisa. Sono previsti incentivi per 5,7 miliardi di euro – dei quali 2,2 finanziati con il Pnrr-Piano nazionale di ripresa e resilienza – tutti destinati ai territori per incentivare la produzione e la condivisione di energia rinnovabile. La potenza finanziabile è pari a cinque gigawatt complessivi, con un limite temporale a fine 2027. Per le Cer realizzate nei comuni sotto i 5mila abitanti è previsto un contributo a fondo perduto fino al 40% dei costi ammissibili in relazione all’investimento effettuato per realizzare un nuovo impianto o per potenziarne uno esistente. I benefici previsti riguardano tutte le tecnologie rinnovabili: dal fotovoltaico all’eolico, dall’idroelettrico alle biomasse. I destinatari del provvedimento possono essere gruppi di cittadini, condomini, piccole e medie imprese, ma anche enti locali, cooperative, associazioni del Terzo settore ed enti religiosi interessati a costituire una Cer. La potenza dei singoli impianti non può superare il megawatt.
Le opportunità di lavoro
Secondo le previsioni dell’Irena-Agenzia internazionale per l’energia rinnovabile, da qui al 2030 si apriranno – nel solo settore delle energie rinnovabili – almeno 38 milioni di posti di lavoro in tutto il mondo e, nel mercato dell’energia, il numero di posti potrebbe salire a 139 milioni, di cui oltre 74 milioni nei settori dell'efficienza energetica, dei veicoli elettrici, dei sistemi di alimentazione/flessibilità e dell'idrogeno. «Gli investimenti nell’ambito della green economy – spiega Gionata Aldeghi, Manager e Industry Leader della divisione Energy di Hunters Group (società di ricerca e selezione di personale altamente qualificato) – stanno avendo, con il passare del tempo, sempre maggiore impatto in tutto il mondo, Italia compresa. Tutto questo, ovviamente, ha anche forti conseguenze sul mercato del lavoro e sulle competenze necessarie per guidare le aziende verso la transizione energetica. Da una nostra recente analisi emerge un quadro molto chiaro: nei prossimi 12 mesi cresceranno del 12% le richieste di professionisti capaci di garantire una crescita sostenibile». Ma quali saranno le figure più ricercate per garantire il raggiungimento degli obiettivi previsti entro il 2030?
Project manager: una delle figure più richieste sul mercato, un professionista in grado di saper gestire la commessa, pianificando le attività e sapendosi interfacciare con i vari tempi dettando tempistiche e scadenze, rispettando il budget nella gestione operativa del progetto.Asset manager: questa figura nasce da un background in ingegneria o economia, si occupa dell’adempimento degli aspetti tecnici, finanziari e amministrativi di un impianto energetico durante le fasi di sviluppo, costruzione e funzionamento.Progettista elettrico: laureato in Ingegneria elettrica con forte focus su quello che concerne lo sviluppo della commessa a livello tecnico, il progettista elettrico in questo momento è uno dei professionisti più richiesti sul mercato, il suo compito è quello di progettare, disegnare e collaudare gli sistemi elettrici avanzati per impianti che sfruttano fonti di energia rinnovabile.«Le opportunità in questo ambito – conclude Aldeghi – sono innumerevoli e sarà necessario promuovere, a livello globale, un modello sostenibile per limitare il più possibile gli impatti sul pianeta. Le aziende, dunque, dovranno impegnarsi per creare e diffondere una maggiore consapevolezza verso le tematiche aziendali e promuovere politiche ed azioni che tutelino sia l’ecosistema, sia la loro sostenibilità economica».L'Osservatorio Enea e il Rapporto Edison
Promuovere lo sviluppo delle Cer, supportando le pubbliche amministrazioni locali e i cittadini nelle diverse fasi di realizzazione e gestione. È questo l’obiettivo dell’Osservatorio Enea composto da circa 40 membri, tra istituti di ricerca, enti locali, associazioni, aziende e professionisti. Il network, pensato per promuove una roadmap nazionale di sviluppo, punta anche a identificare le criticità della “filiera Cer” a livello nazionale, locale e di singolo cittadino, collaborando con le istituzioni alla predisposizione di politiche abilitanti che favoriscano le comunità anche attraverso l’adozione di specifici provvedimenti legislativi e amministrativi. Nato nei laboratori Enea presso il polo dell’innovazione “Kilometro Rosso” a Bergamo, l’Osservatorio opera in quattro ambiti: economico-finanziario, regolatorio e amministrativo-legale, acquisizione-gestione dati e informazione al pubblico. Si stima che in Italia siano attive circa 54 comunità di autoconsumo (17 Cer e 37 gruppi di autoconsumo collettivo) e quasi un centinaio siano quelle che hanno fatto richiesta di riconoscimento. La potenza complessiva installata di questi gruppi è di circa 1,5 megawatt, con la stragrande maggioranza degli impianti attivi nel Nord Italia. Come obiettivo al 2026 le Cer dovrebbero arrivare a una potenza installata di cinque gigawatt e si stima che al 2030 possano superare i sette gigawatt, ovvero coprire circa il 10% degli obiettivi nazionali al 2030. Inoltre Enea supporta le istituzioni per la definizione degli aspetti tecnici e tecnologici dei bandi di finanziamento finalizzati alla promozione e alla diffusione delle Cer a livello nazionale, promuove attività per facilitare lo scambio di esperienze e il trasferimento di buone pratiche verso diversi contesti territoriali. Mentre il Rapporto Italiani e sostenibilità: tra sobrietà, transizione energetica e benessere - realizzato da Edison Energia e il Censis e giunto alla sua terza edizione - rende disponibili riferimenti economici, sociali e di stili di vita per indagare la percezione sociale della sostenibilità, i comportamenti e le pratiche che le persone adottano o sarebbero disposte ad adottare in materia di gestione e consumo di energia nel loro quotidiano. Il Rapporto 2023 evidenzia che l’inflazione dei prezzi dell’energia e il caro vita in generale hanno reso urgente e necessaria la sobrietà dei consumi. L’inflazione ha infatti indotto un adattamento delle spese per garantire la tenuta dei budget familiari. Nel 2023, il 71,5% degli italiani dichiara di aver ridotto i consumi di illuminazione e riscaldamento grazie all’adozione di comportamenti improntati alla sobrietà energetica. E il 71,2% degli intervistati continuerebbe il nuovo stile di vita sostenibile anche se i prezzi tornassero a livelli più bassi. Il prezzo è il fattore prioritario che guida le scelte di acquisto energetico per il 54,3% delle persone, tuttavia il 64,3% di esse è alla ricerca di servizi e soluzioni innovativi e utili per la vita domestica e quotidiana. Questi dati rilevano che l’aumento dell’inflazione rende determinante il costo dell’energia, ma al contempo innesca un processo di crescente articolazione della domanda, che vede le persone sempre più consapevoli dei loro consumi e delle loro esigenze che evolvono verso richieste più ampie e ricche di servizi. Il prezzo dell’energia non è più quindi il solo elemento di interesse per la popolazione nazionale. Il rapporto 2023 evidenzia infatti come la relazione degli italiani con l’energia ha ampie potenzialità di sviluppo, inclusa la disponibilità ad adottare soluzioni di autoproduzione. Le comunità energetiche sono un esempio di questo trend, anche se la loro notorietà è ancora piuttosto bassa. Il 69,8% dei consumatori dichiara infatti di apprezzare offerte per l’installazione di impianti per l’autoconsumo, dagli impianti fotovoltaici ai sistemi di accumulo. È un apprezzamento che riguarda trasversalmente territori e gruppi sociali. Infine, il 67,1% delle persone cerca un fornitore che li aiuti nell’organizzazione dei consumi energetici e l’80,5% apprezza soluzioni di monitoraggio puntuale.
L'accordo Intesa Sanpaolo-Enel X
Favorire gli investimenti in energia da fonti rinnovabili e la conseguente autonomia energetica delle aziende e del Paese attraverso una sinergia volta a incentivare la creazione sul territorio nazionale delle Cer. Questo l’obiettivo al centro dell’accordo siglato da Intesa Sanpaolo ed Enel X, società di Enel dedicata allo sviluppo di soluzioni innovative di efficienza energetica, nell’ambito di Motore Italia Transizione Energetica, il programma del Gruppo varato per favorire gli investimenti in fonti rinnovabili con una specifica progettualità legata alle Cer, in linea con gli obiettivi del Pnrr e del Green Deal Europeo. Nell’ambito degli oltre 410 miliardi di euro stanziati da Intesa Sanpaolo da qui al 2026 a supporto degli obiettivi delle Missioni del Piano 76 miliardi sono dedicati a investimenti in impianti di energie rinnovabili e in interventi a supporto della transizione energetica. Le misure messe in campo si avvalgono di un accordo con Anci-Associazione dei Comuni italiani per promuovere la diffusione delle Cer sui territori, partnership strategica con Confindustria per il coinvolgimento delle pmi, finanziamenti agevolati con garanzia Sace per progetti di produzione di energia green, collaborazione con Gse a sostegno di sviluppo sostenibile e
progettualità Esg e, appunto, accordi con partner tecnici specializzati. La collaborazione tra la banca ed Enel X costituisce una prima partnership nell’ambito della strategia volta a garantire alle imprese italiane il supporto tecnico e consulenziale di partner specializzati e selezionati che Intesa Sanpaolo sta mettendo a punto per promuovere le Cer sui territori e negli spazi privati, in particolare sui tetti delle industrie presenti nel nostro Paese, quantificati in oltre 100mila tetti industriali disponibili per accogliere impianti fotovoltaici. Le Cer costituiscono infatti una progettualità virtuosa di autoproduzione di energia elettrica da fonti green: gruppi di famiglie, imprese, enti del terzo settore, possono scegliere di unirsi per autoprodurre e consumare energia elettrica da fonti rinnovabili, rendendo l’energia «condivisibile a KM-zero». L’impresa che decide di investire in una produzione green di energia posizionando pannelli fotovoltaici sui tetti dei propri capannoni - o l’azienda agricola che investe in parchi agrisolari - diventa "produttrice" di energia, con una serie di vantaggi diretti e indiretti a partire dal risparmio da autoconsumo per l’energia prodotta e consumata, ai ricavi da energia immessa in rete per la parte eccedente l’autoconsumo, fino ai ricavi dagli incentivi per la parte di energia condivisa che vengono riconosciuti e ripartiti tra tutti i membri della Cer.