Cnel. Sono 922 i contratti vigenti, il 59% è scaduto
I contratti collettivi nazionali di lavoro vigenti sono 922. Il dato, aggiornato al 31 dicembre 2019, è in aumento rispetto a quello registrato il 30 giugno 2019 (885 gli accordi censiti). È quanto emerge dal X Report dell’Archivio nazionale dei contratti collettivi del Cnel, istituito dalla legge 936/1986, secondo cui il 59% degli accordi (546), che riguarda circa 11 milioni di lavoratori del settore privato, risulta scaduto. Molti di quelli non ancora rinnovati, inoltre, hanno superato da tempo il periodo di vigenza.
Per ogni accordo sono indicati le categorie di mercato, le parti contraenti, la data della stipula e quella della scadenza. Dalla fine dello scorso anno, grazie all’accordo tra Inps e Cnel, è possibile conoscere anche il numero dei lavoratori a cui viene applicato ogni singolo contratto. Nonostante il continuo monitoraggio dei rinnovi contrattuali per molti dei contratti scaduti, anche da tempo, non si hanno notizie.
Nel Report, che è l’unico documento disponibile a fornire un quadro esaustivo della contrattazione nazionale vigente depositata e a consentire di individuare i Ccnl, i contratti sono suddivisi per settore di attività e per ogni settore viene replicata la disposizione in ordine alfabetico presente nella sezione “Contrattazione Nazionale” dell’Archivio Nazionale accessibile dal sito web www.cnel.it.
Per ogni contratto è inoltre indicato il relativo codice Cnel che ne facilita l’individuazione. Di recente, infatti, è stata introdotta la nuova funzione di Ricerca Ccnl che permette di individuare e consultare il contratto cercato anche inserendo nel campo “Categoria” il solo codice contratto attribuito dal Cnel.
Tra i nuovi contratti registrati si segnalano quello relativo alle imprese artigiane cine-audiovisive, che hanno avuto nuovo impulso dalla diffusione del web 2.0 e dalla richiesta crescente del mercato di prodotti video per la comunicazione, e quello per i dipendenti delle imprese di viaggi e turismo.
Il settore con il numero maggiore di contratti è quello del commercio (244), seguito dagli enti e istituzioni private (114), edilizia (75), agricoltura e agroalimentare (53), poi chimici (33); metalmeccanici (36), tessili (29); alimentaristi - agroindustriale (42), edilizia (75); poligrafici e spettacolo (43), commercio (244), trasporto (70); credito e assicurazioni (28), aziende di servizi (47); amministrazione pubblica (19), enti e istituzioni private (114).
«In una fase di rapidi mutamenti e considerato il complesso momento storico che stiamo attraversando, con segnali di stasi, se non di recessione, i rinnovi dei contratti sono un’opportunità da non procrastinare per sostenere la domanda», ha dichiarato il presidente del Cnel Tiziano Treu.