"In circa 1.370 imprese (con 6.200 dipendenti) prese a riferimento, secondo un'indagine di Cna Firenze, le assunzioni sono già a quota 300 e riguardano i servizi legati all'editoria, alla cura della persona, alla meccanica di precisione, al sistema moda (Tac), all'agroalimentare ma anche le start up innovative che lavorano sui sistemi digitali. Molte sono state trasformazioni di contratti precari, ma ci sono state anche tante assunzioni ex-novo. I dati di questi primi mesi dell'anno, a Firenze e provincia, testimoniano come legge di Stabilità e Jobs act si stanno rivelando un fattore positivo per l'occupazione, che ricrea fiducia e speranza nel Paese". È quanto si legge in una nota di CnaFirenze."Certo, gli incentivi relativi agli sgravi previdenziali, non si può non rilevarlo, hanno giocato un ruolo decisivo - commenta
Franco Vichi, direttore generale Cna Firenze -. I provvedimenti del governo, seppur ancora incompleti, introducono di per sé una cultura di maggiore rispetto ed equità verso le nuove generazioni, finora emarginate dal mercato del lavoro. Questi primi dati devono farci riflettere e portarci sempre di più verso un cammino di riforme e di politiche moderne di flessibilità che incoraggi a investire nelle risorse umane". "In tutti questi anni - prosegue Vichi - abbiamo perso moltissime energie a discutere di articolo 18 e cassa integrazione, mentre il lavoro ad alto valore poneva sfide e necessità d'innovare norme e contratti, ma soprattutto chiamava in causa il cambiamento di usi e prassi. Oggi, infatti, più che mai, serve un nuovo lavoro con al centro le persone, fatto di elevate conoscenze ecompetenze, profondamente diverso e mutevole. Basti pensare che in futuro, ma già oggi, tantissimi lavoratori passeranno da orario standard (9/18) a orario flessibile, da ufficio e/o azienda a ovunque, da posto fisso a lavoro customizzato, da scarsa condivisione del sapere alla cosiddetta
sharing economy".Una rivoluzione, insomma. Un'idea di lavoro che oramai supera la difesa del "posto" e del "mercato", nella convinzione che la miglior "tutela" per i lavoratori, in primo luogo, ma anche per le stesse imprese e per il sistema sociale ed economico, stia in un continuo aumento di competenze e professionalità."Serve una maggiore concentrazione sul ruolo della formazione, con una valutazione più precisa e attenta delle persone sul merito e sui risultati, con una diversa gestione per obiettivi, conun'organizzazione aziendale meno gerarchica e più collaborativa - spiega il direttore generale Cna Firenze -. Pensare, credere e agire: i tre imperativi da far interagire l'un con l'altro, e che dovremo mettere al servizio di una nuova stagione, chiamata futuro".